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Home » Politica

Perché per Salvini (e per tutto il centrodestra) è così difficile cacciare Gallera

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Febbrili trattative nella coalizione per gestire la svolta della Giunta lombarda: i leader stanno cercando un difficile punto di caduta che riguarda anche le prossime amministrative e più in generale gli equilibri tra i partiti

Gian Vincenzo Zuccotti, primario di pediatria dell’Ospedale Buzzi di Milano, è da tempo la prima scelta di Matteo Salvini per prendere il posto di Giulio Gallera alla guida dell’assessorato al Welfare di Regione Lombardia. L’avvicendamento, delineato prima di Natale, non sarà affatto una “blitzkireg”, bensì un elemento di un più complesso puzzle politico che impegna il centrodestra su più fronti, anche nazionali.

S&D

In primo luogo Regione Lombardia è sempre stata il fiore all’occhiello di uno schieramento che vantava proprio la sua capacità di governare i territori come biglietto da visita nei confronti dell’elettorato. Un’immagine messa duramente alla prova dalla vicenda-Covid 19 e che nella seconda ondata non risparmia nemmeno l’altra Regione-bandiera, ovvero il Veneto di Luca Zaia.

Le scelte vanno quindi ben ponderate, tenendo conto anche del fatto che il diretto interessato non ci sta a passare come unico colpevole, non senza ragione: Gallera non solo non ha voluto dare retta a chi gli ha energicamente consigliato le dimissioni, ma si è anche stupito del clamore suscitato dalla sua ormai celebre dichiarazione sui medici in ferie. Quest’ultima, stando alle voci intorno a Palazzo Lombardia, sarebbe infatti stata concertata con il resto della Giunta, secondo una linea comunicativa adottata per arginare la crisi.

Pur essendo ormai rassegnato a lasciare il Welfare, Gallera potrebbe mirare a rimanere con una delega diversa, in un rimpasto più complessivo. Lo stesso vale per il suo partito, Forza Italia, che pur comprendendo la necessità di un cambiamento non vorrebbe rinunciare a una posizione-chiave senza averne in cambio una di lignaggio simile.

Il peso specifico del partito di Silvio Berlusconi è molto lontano dai tempi d’oro, ma non è casuale che ancora non vi sia l’ufficialità sulla candidatura di Roberto Rasia Dal Polo, scelto dalla Lega, al ruolo di Sindaco di Milano: come spiegato dallo stesso comunicatore della Pellegrini SpA, alla proposta iniziale del Carroccio deve far seguito l’assenso della coalizione, che inevitabilmente ne sta discutendo in queste ore, in un tavolo allargato alle altre amministrative (a partire ovviamente da Roma), nonché alla delicata vicenda lombarda.

A due anni dalle prossime elezioni regionali, l’idea è quella di un “tagliando” che rilanci la Giunta verso un recupero di immagine. Così, quindi, si va verso un rimescolamento delle deleghe che potrebbe riguardare anche due esponenti della Lega, ovvero Martina Cambiaghi (Sport) e Silvia Piani (Pari opportunità e famiglia).

Per la loro sostituzione sono in pole position altri due esponenti del Carroccio: Antonio Rossi, attualmente sottosegretario, il quale in questo modo gestirebbe la marcia verso le Olimpiadi invernali 2026, e l’ex ministra Alessandra Locatelli. Diversi altri nomi, compreso quello di Letizia Moratti, sono sul tavolo pronti per essere discussi, sia in entrata che in uscita, ma con una grande attenzione ad evitare rotture che rischierebbero di compromettere la coesione del centrodestra. Auguriamoci che in questo complesso mosaico le tessere vadano al posto giusto anche per ciò attiene alle loro competenze, vista l’enormità della posta in gioco.

Leggi anche: 1. Lombardia, mandare via Gallera non basta: deve cambiare l’intero modello / 2. Vaccini a rilento in Lombardia, Fondazione Einaudi a TPI: “Situazione incredibile, intervenga il Governo” / 3. Lombardia, rimpasto a metà gennaio: “Gallera fuori”

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