Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Altro che “toni cordiali”: telefonata tesa fra Draghi e Letta dopo lo stop alla tassa di successione

Immagine di copertina
Credit: Quirinale (foto Draghi) e ANSA (foto Letta)

Questa mattina il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto “un lungo e cordiale colloquio telefonico” con il segretario del Partito democratico, Enrico Letta. Lo rende noto Palazzo Chigi. In realtà, a quanto siamo in grado di rivelare, la telefonata non è stata proprio così “cordiale” come da Palazzo Chigi si vuol far credere, se non altro per motivi di galanteria istituzionale.

Anzi, la telefonata tra i due è stata alquanto “freddina” (eufemismo): una cosa inaspettata, se pensiamo che stiamo parlando del segretario del Pd, partito filo-governativo per antonomasia. Ma andiamo con ordine, perché il “cahier de doléances” evidenziato dal presidente del Consiglio a Enrico Letta ha riguardato diversi punti.

Prima contestazione: che motivo c’era di sollevare ora la questione “tasse” quando tutti sanno che il governo ha in cantiere nei prossimi mesi la riforma del Fisco, peraltro ampiamente prevista dagli impegni presi in Europa per via del Piano nazionale di ripresa e resilienza? Quella è la sede per parlarne, ha ricordato Draghi a Letta.

Il presidente del Consiglio non vuole “fughe in avanti” su questioni così delicate che incidono sulla carne viva del paese né proposte estemporanee fatte solamente per tentare di lucrare consensi elettorali. La riforma del Fisco, ha ricordato il premier, dovrà essere “organica”.

Secondo punto: a Palazzo Chigi non piace affatto l’approccio del Pd nei confronti delle iniziative del governo, sempre fuori “asse”, fuori “sincrono”. Draghi ha chiesto un approccio diverso, più costruttivo perché dal punto di vista politico, ha ricordato al pisano, manca un’azione diretta di sostegno alle iniziative del governo da parte del Nazareno.

In poche parole, “basta fare il Salvini della situazione”. E pensare che nel Pd hanno dei ministri che a Draghi piacciono molto: Guerini, ad esempio. Ne viene apprezzato, e molto, l’approccio. Silenzioso e costruttivo allo stesso tempo. Ma tra Draghi e Letta sembra proprio essere sceso il “grande freddo”.

Leggi anche: L’élite italiana è vecchia: per questo stronca (e distorce) la tassa sui milionari di Letta (di Luca Telese)

Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Politica / Inchiesta per corruzione nell’Ue, Mogherini si dimette da rettrice del Collegio d’Europa
Politica / FdI cambia idea sulla cannabis light: prima l’ha vietata, ora vuole farla diventare monopolio di Stato
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Politica / Inchiesta per corruzione nell’Ue, Mogherini si dimette da rettrice del Collegio d’Europa
Politica / FdI cambia idea sulla cannabis light: prima l’ha vietata, ora vuole farla diventare monopolio di Stato
Opinioni / Rimettiamo al centro il capitale umano (e chi lo sostiene) - di G. Gambino
Politica / Vannacci e il presepe nello zaino militare: l'ultima trovata dell'eurodeputato della Lega
Esteri / La Corte Ue: “Il matrimonio gay celebrato in un Paese membro va riconosciuto”
Cronaca / È l’ora della “Rinascita”: torna la storica rivista che vuole rilanciare il pensiero politico della sinistra
Politica / Con la corsa al riarmo Meloni rischia di sacrificare l’economia reale sull’altare della sicurezza
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Politica / Il direttore del Parlamento Ue in Italia a TPI: “O rafforziamo l’Europa o perdiamo la libertà"