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Retroscena TPI – Dimissioni ministri M5S? Grillo infuriato per le parole di Dadone: “Beppe sta con Draghi”

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Con il via libera del Consiglio dei ministri all’autorizzazione a porre la questione di fiducia sulla riforma della Giustizia “è stato posto l’accento rispetto al fatto che c’è comunque un’apertura, sia da parte del presidente del Consiglio Draghi che della ministra Cartabia, perché si sono resi conto che la riforma così come presentata rischia di avere delle fasce di impunità”, dice la ministra delle Politiche giovanili, Fabiana Dadone, intervistata ad Agorà Estate, su Rai 3. “Poi il Parlamento è giusto che presenti gli emendamenti, e la nostra forza politica, il Movimento 5 Stelle, che è sensibilissima sul tema della prescrizione ne ha preparati oltre 900”, aggiunge.

S&D

In caso di una riforma che non li soddisfi, si valuteranno le dimissioni dei ministri pentastellati. Dadone usa parole di fuoco: “Ci aspettiamo in questa settimana una discussione costruttiva in termini di miglioramenti, poi vedremo le decisioni da prendersi, se il miglioramento sarà sufficiente o meno”, spiega.

E alla domanda se sul tavolo di Draghi potrebbero arrivare le dimissioni dei ministri Cinquestelle, se la riforma passasse senza le modifiche, Dadone risponde: “Credo sia una cosa da valutare assieme a Giuseppe Conte. E’ un’ipotesi che sicuramente bisognerebbe valutare”. “L’obiettivo è velocizzare i processi e la prescrizione così come è impostata non raggiunge l’obiettivo”, precisa.

Insomma, stamattina, di buon’ora, in un programma sulla rete grillina per antonomasia, Rai Tre, diretta da Franco Di Mare, è arrivata come un colpo di cannone la replica alla richiesta di fiducia posta da Mario Draghi sulla riforma della Giustizia.

D’altra parte lo stesso Draghi si sente preso in giro perché, dopo l’incontro pacificatore con Giuseppe Conte, sulla riforma della giustizia sono piovuti inaspettatamente un’enorme mole di emendamenti. Tanto che, si sussurra, ieri in conferenza stampa il premier avrebbe voluto usare parole molto forti nei confronti dei Cinque Stelle, ma poi all’ultimo momento ha preferito rinunciare.

Ma c’è anche la ciliegina sulla torta arrivata all’orecchio di Palazzo Chigi: ieri i parlamentari 5 Stelle andavano ripetendo che Conte aveva assicurato che l’accordo con Draghi era a un passo.

E Beppe Grillo di tutto questo cosa ne pensa? È infuriato. “Lui non vuole assolutamente rompere con Draghi ed è d’accordo con quanto deciso in Consiglio dei ministri la scorsa settimana”, fanno sapere fonti vicine al garante M5S. “Grillo sulla Giustizia vuole l’accordo e non avrebbe mai voluto che, a causa dei distinguo dei Cinque Stelle, si arrivasse al voto di fiducia”.

Anche perché le sue interlocuzioni con il premier sono continue, anche più volte al giorno. Con buona pace del leader in pectore del Movimento, Conte.

Intanto anche in casa Pd si riflette sulla linea da intraprendere sulla Giustizia e si ragiona se marcare le distanze dai Cinque Stelle: “Si è andati troppo oltre”, spiega un esponente vicinissimo al segretario. Senza contare che i maggiorenti dem sono infuriati dopo aver letto sulle agenzie le dichiarazioni della Dadone.

Va bene qualche piccola modifica alla riforma, ma spingersi fino a paventare l’uscita dal governo per il Pd è veramente troppo. Anche per questo i dem si sono subito messi al telefono per cercare Conte.

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