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Dimissioni Fioramonti, scoppia la polemica. Dadone (M5S): “Chi ha coraggio non scappa”

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Italia Viva attacca il ministro dimissionario per le sue assenze dall'Aula, Forza Italia chiede a Conte di riferire in parlamento

Dimissioni Fioramonti, scoppia la polemica. Dadone (M5S): “Chi ha coraggio non scappa”

Poche ore dopo che il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha ufficializzato le sue dimissioni con una lettera al premier Conte, scoppia la polemica tra gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, e non solo. Stamattina fonti M5S assicuravano che: “Il governo è al lavoro per migliorare la scuola, l’istruzione e sostenere la ricerca. Guardiamo avanti, c’è piena fiducia nel premier Conte per individuare un nuovo ministro dell’istruzione, la scuola non può aspettare”.

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Ma poche ore dopo a prendere le distanze dalla decisione del collega pentastellato è la ministra per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, che in un post su Facebook scrive: “Trovo stucchevole che chi professi coraggio agli elettori poi scappi dalle responsabilità politiche. Se hai coraggio, non scappi. Se condividi davvero una battaglia, non scappi, ma mangi sale quando devi e porti avanti un progetto (ammesso che lo si abbia mai realmente condiviso). La coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità”. Il riferimento è proprio a Fioramonti, che però non viene mai citato nel post. “La coerenza è per lo più un pregio, ma a volte rischia di sconfinare nella sterile testimonianza che, peraltro, si addice poco a chi occupa posizioni di responsabilità”, continua la ministra. “La perseveranza, invece, è coerenza che si fa impegno quotidiano e punta a cambiare, nel tempo e con concretezza, le cose. Il coraggio in politica è anche ammettere che non si è in grado di governare, è saper chiedere scusa se non si ha più coraggio. Il resto non è certamente coraggio, sono scuse, incapacità, protagonismo, gossip. Tutto alla fine viene a galla. Tempo al tempo… che come sempre saprà essere galantuomo!”, conclude Dadone.

A Dadone ha risposto lo storico dell’arte Tomaso Montanari, che alcuni giorni fa era apparso in un video sui social dialogando con il ministro su possibili progetti per la scuola. “Oppure non scappa chi è inchiavardato alla poltrona e fuori non ha una vita e un lavoro…”, ha scritto su Twitter il docente dell’Università di Siena, da sempre schierato a sinistra. “La bella, seria, forte lettera di dimissioni di Lorenzo Fioramonti è un duro richiamo alla realtà per Giuseppe Conte e il suo flaccido governo. Ed è uno schiaffo a noi prof. che dovremmo scioperare a oltranza per sostenere lui e le sue richieste”.

“È facile trasformare le dimissioni del Ministro dell’istruzione in un grande polemica politica a favore o contro Lorenzo Fioramonti, a favore o contro il governo, a favore quella o questa forza politica e perdere così un occasione per il Paese. A me stupisce che in un epoca di egoismi, di arrivismo e di ambizioni sfrenate Lorenzo abbia dato un segnale in totale controtendenza”, scrive invece su Facebook il deputato M5S Luigi Gallo, presidente della Commissione Cultura, Istruzione e Scienze della Camera dei Deputati. “Il focus principale del dibattito, se vogliamo fare una cosa sana per i nostri figli e le future generazioni è progettare le misure necessarie che mancano nel nostro Paese per raggiungere la sufficienza europea”, aggiunge. “Non abbiamo intenzione di mettere la testa sotto la sabbia anche perché il Parlamento può giocare la partita delle proposte, e ce ne sono tante, ma sono i vertici di governo a dover giocare la partita delle risorse”.

Fioramonti, le reazioni delle altre forze politiche

Una frecciata per Fioramonti arriva anche da Italia Viva, che attacca il ministro dimissionario per le sue assenze in aula.

“Se veramente ci si vuole battere per avere più risorse per la scuola bisogna stare in Parlamento non all’estero, non a presentare un libro o a fare conferenze stampa”, scrivono in una nota congiunta Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura a Camera e Senato. “In quattro mesi questa maggioranza ha votato un decreto scuola, con 50 mila assunzioni e risorse. Non è quanto volevamo, ma nella legge di Bilancio, di risorse per l’istruzione, ci sono. Tutto questo grazie ai parlamentari di maggioranza, perché di contributi del Miur ne abbiamo visti pochi e soprattutto non abbiamo mai visto il Ministro”.

“Questo governo perde i ministri come le foglie d’autunno di un albero”, sottolinea invece Giacomo Portas, deputato indipendente di Italia viva. “La sua credibilità è ridotta a zero, e ogni giorno sono sempre più convinto di aver fatto bene a non votare la fiducia”.

Forza Italia parla invece di un “atto grave e irresponsabile” da parte del ministro, e chiede una “audizione urgente del presidente del consiglio Giuseppe Conte in Commissione per conoscere le determinazioni che intenderà assumere per far fronte alla grave situazione nella guida di un settore, quello dell’istruzione, così strategico per le nuove generazioni e per il Paese”.

“Se ne va uno dei peggiori ministri che l’Italia repubblicana abbia avuto”, attacca Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “La sua eredità è un pessimo decreto scuola e la sciagurata invenzione di sugar e plastic tax, due folli tasse che mettono a rischio migliaia di posti di lavoro in Italia”.

“Grazie a Babbo Natale per aver pensato ai nostri bambini mandando a casa con un sacco di carbone il pessimo ministro Fioramonti, uno dei peggiori ministri della storia repubblicana, quello che voleva tassare le merendine, quello che voleva togliere il crocifisso dalle aule perché non ci rappresenta”, afferma il senatore leghista Roberto Calderoli. “Grazie Babbo Natale per averlo fatto andare via, ora confidiamo nella Befana che magari nella calza ci farà trovare le dimissioni di tutto il Governo”.

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