Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 20:28
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Politica

Salva Roma, cosa prevede la norma che rischia di far cadere il governo

Immagine di copertina
Virginia Raggi e Matteo Salvini (Credits: Andrea Ronchini/NurPhoto - Miguel Medina/Afp)

Il decreto Salva Roma è l’ultimo tema, in ordine di tempo, su cui la maggioranza giallo-verde non riesce a trovare un accordo. O meglio, su cui le dichiarazioni dei due leader, Matteo Salvini Luigi Di Maio, sono più agli antipodi che mai.

La polemica tra Lega e Movimento Cinque Stelle è iniziata lo scorso 4 aprile, quando la sindaca di Roma Virginia Raggi e la viceministra all’Economia Laura Castelli hanno presentato la norma. L’obiettivo è quello di cancellare il debito storico di Roma, che sfiora i 12 miliardi di euro.

Il dibattito tra Salvini e Di Maio è partito già sul nome del decreto. Il Movimento Cinque Stelle, infatti, lo chiama volutamente Salva Italia, a sottolineare la portata nazionale del provvedimento. Salvini, invece, continua a chiamarlo Salva Roma, dal momento che per il leader della Lega si tratta solo di un modo per salvare Raggi e la sua città, che “la sindaca non è in grado di amministrare“.

Altro elemento di discordia è la volontà del M5s di inserire la norma nel decreto Crescita. Una prospettiva che vede la totale contrarietà di Salvini: “Non ci può essere un intervento salva-Raggi – ha dichiarato il segretario del Carroccio in più occasioni – quando ci sono tanti comuni italiani in difficoltà e che hanno bisogno. O si aiutano tutti, oppure non ci sono cittadini di serie A o di serie B, così come non ci sono sindaci di Serie A e di Serie B”.

Il 23 aprile 2019, al termine di un Consiglio dei ministri al veleno, il Salva Roma è stato stralciato dal decreto Crescita.

Ma cosa prevede esattamente il Salva Roma? 

La norma prevede la chiusura, nel 2021, della struttura commissariale dipendente da Palazzo Chigi, che gestisce da anni tutti i debiti accumulati da Roma fino al 2008. Per un totale, come già anticipato, di 12 miliardi.

Il M5s insiste sul fatto che il Salva Roma non solo non comporterebbe oneri maggiori per lo Stato e per gli italiani, ma produrrebbe anche dei risparmi e delle risorse in più.

Come funzionerebbe il Salva Roma? La viceministra Castelli l’ha definita “un’operazione win-win“, visto che “lo Stato si accolla una parte del debito finanziario e riduce i costi che dà alla gestione commissariale”.

“I cittadini italiani non pagheranno l’operazione – ha continuato Castelli – o in caso contrario ci saremmo trovati nel 2022 con una crisi di liquidità fortissima che avrebbe soffocato la città”.

Allo stato attuale, per ripagare i debiti di Roma nella gestione commissariale confluiscono alcuni fondi statali, pari a 300 milioni di euro l’anno. Ma anche fondi comunali (pari a 200 milioni).

Con la chiusura della gestione, sarebbe il Comune stesso a occuparsi dei debiti di Roma. Il risparmio per le casse del Campidoglio – stimato in 2 miliardi e mezzo – deriverebbe dalla rinegoziazione dei mutui con le banche da parte dello Stato e da una ricognizione del piano di rientro del debito.

Alta tensione Lega-M5S. E Salvini confida: “A ottobre si va a votare”

Un risparmio che, nelle intenzioni di Virginia Raggi, potrebbe contribuire a una riduzione dell’aliquota Irpef.

Per scongiurare la crisi di liquidità della gestione commissariale prevista a partire dal 2022, con possibili ripercussioni sul bilancio di Roma Capitale, lo Stato si farebbe carico di una parte dei debiti finanziari compensandoli “con una riduzione minima del contributo statale destinato ogni anno al ‘commissario'”.

Entro il 2021, quindi, verrebbe fissato in via definitiva il debito residuo. Poi si procederebbe alla chiusura della gestione commissariale.

Ti potrebbe interessare
Economia / Nel cuore di Roma il lancio di “Airport in the city”, il nuovo servizio di ADR
Economia / Innovazione protagonista agli Asecap Days 2024
Economia / Agricoltura: un’azienda di Montalcino al terzo posto nella classifica italiana delle imprese più sostenibili
Ti potrebbe interessare
Economia / Nel cuore di Roma il lancio di “Airport in the city”, il nuovo servizio di ADR
Economia / Innovazione protagonista agli Asecap Days 2024
Economia / Agricoltura: un’azienda di Montalcino al terzo posto nella classifica italiana delle imprese più sostenibili
Economia / L’Area Studi Mediobanca presenta il report “Le multinazionali industriali mondiali con focus sui Gruppi della Difesa”
Economia / Banca Ifis: l’utile netto del primo trimestre 2024 cresce a 47 milioni di euro
Economia / Perché gli allevamenti intensivi nuocciono gravemente (anche) alla nostre salute
Economia / Nuovi Ogm: le mani delle multinazionali della chimica sull’agricoltura europea
Economia / Egemonia alimentare: i 4 colossi che controllano il mercato della carne negli Usa
Economia / Mangia, consuma, crepa: ecco quanto vale il business (iniquo) dell’agroalimentare
Economia / Giulia Innocenzi a TPI: “Vi racconto il lato oscuro dell’industria della carne, tra lobby e politica”