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Home » Politica

Crisi di governo, ultime notizie. Conte sfida Renzi in Parlamento e va a caccia di responsabili. Italia Viva: “Se il premier scioglie i nodi noi ci siamo” | LIVE

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Crisi di governo dopo lo strappo di Renzi: Conte chiede la fiducia in Parlamento

CRISI DI GOVERNO, ULTIME NOTIZIE – Dopo la rottura fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi, la sopravvivenza del governo è appesa a un filo e la crisi è a un passo. Il premier si presenterà lunedì 18 gennaio alla Camera e martedì 19 al Senato per chiedere la fiducia. Venuto meno l’appoggio di Italia Viva, per Conte è di vitale importanza trovare almeno 11 senatori disponibili a votare in suo favore.

S&D

Secondo un retroscena raccolto da noi TPI, il Partito democratico si sta adoperando per trovare a Palazzo Madama  i “responsabili”: i dem fanno leva in particolare sul rischio che – caduto Conte – si vada a elezioni anticipate. Al Senato oggi è nato il gruppo Maie-Italia23, indicato da molti come l’embrione di un prossimo partito guidato dal premier. Intanto, da Italia Viva il capogruppo Davide Faraone fa sapere: “Se Conte scioglie nodi, noi ci siamo”. Di seguito tutti gli ultimi aggiornamenti sulla crisi di governo:

Crisi di governo, tutte le ultime notizie | LIVE

Ore 22 – Renzi: “Non attacchiamo Conte ma vogliamo il Mes. Pronti discutere senza veti; non ci impicchiamo a nomi. Prodi? Andò a casa grazie ai due sponsor di Conte…” – “Siamo disponibili a discutere senza veti e senza impiccarsi a nessun nome perché la situazione è gravissima”. Lo dice il leader di Iv, Matteo Renzi, intervenendo a ‘Titolo Quinto’ su Rai3. Il parallelismo con Fausto Bertinotti fatto da Romano Prodi “mi ha fatto sorridere, perché nel ’98 Prodi andò a casa sulla base di una intuizione di Massimo D’Alema e nel 2008 per una intuizione di Clemente Mastella, i due grandi sponsor di Conte”, dice Renzi.

Ore 21,20 – Di Maio: “Io premier di un nuovo governo politico? Non sono disponibile”. Il ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio esclude l’ipotesi diricoprire personalmente l’incarico di premier in un nuovo governo politico durante questa legislatura. “L’ipotesi di me presidente del Consiglio in questi 8 anni, soprattutto negli ultimi tre, è affiorata puntualmente per mettere zizzania”, dice Di Maio intervistato a Otto e mezzo su La7. “È un modo per far credere che in questo momento non sia così importante non dare al governo la fiducia martedì”. Qui la notizia completa.

Ore 20,05 – Crimi: “Con Renzi chiuso. Non si torna indietro” – “Con Renzi la situazione è e resta invariabile: abbiamo chiuso”. Questo, a quanto si apprende, il ragionamento ribadito dal capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, nel corso degli incontri e telefonate che si sono susseguiti durante la giornata. “Siamo persone serie, di parola. Chi pensa che siamo disponibili a cambiare idea nell’arco di 5 minuti non ha capito chi siamo”, ha aggiunto Crimi che ha ricordato come “tre giorni fa avevo detto chiaramente che se Renzi si rende colpevole del ritiro dei suoi ministri, non si torna più indietro. E così è”. “Di fronte a questo grado di irresponsabilità e inaffidabilità l’argomento è chiuso, ora restiamo concentrati sul lavoro da fare per aiutare gli italiani”, ha detto ancora.

Ore 19,50 – Di Maio: “Di nuovo con Renzi? Non vedo presupposti” – “Ci stiamo preparando a portare in Parlamento il progetto dei prossimi due anni di governo. Io sono ottimista. Di nuovo con Renzi? Io non vedo con quali presupposti, dopo che avevamo lavorato insieme per migliorare il Recovery plan e poi ha scelto alzarsi dal tavolo e di sedersi al tavolo da solo e far dimettere i suoi esponenti nel governo”. Dunque, dice il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a Otto e mezzo su La7, “anche se domani ci fosse l’ipotesi di tornare insieme, mi chiedo con quale spirito potrebbe accadere, visto lo showdown che ha fatto, accusando addirittura il premier di aver rappresentato un vulnus democratico”. “Per questo – conclude l’esponente M5s – credo che per quanto riguarda i rapporti futuri di questo governo con Renzi, sia difficile fare affidamento alla sua parola”.

“Se martedì dovesse andare male, e non dovessimo ottenere la fiducia al Senato, non solo si perde il controllo della situazione politica e si va al voto ma non riusciamo a fare i ristori che servono e perdiamo parte dei progetti del Recovery plan, e mezza Europa ci riderà dietro”, dice Di Maio, che invita così a ricordare che “ci dobbiamo rendere conto che la situazione è molto più grande”. “Io credo che ci siano dei ‘costruttori’ anche tra i parlamentari di Italia Viva”, dice il ministro. “Credo che se Conte si presenta in Parlamento per spiegare il nostro progetto per i prossimi due anni – riprende il ministro degli Esteri – ci saranno tante persone che vorranno condividerlo. E penso che, al di là delle persone, questa sia l’occasione per rilanciare l’azione di governo”.

Ore 19,30 – Recovery, Conte: “Ritorno vita normale entro un anno” – “Abbiamo potenziato le capacità di risposta del sistema sanitario. Abbiamo imparato come modulare le restrizioni per fronteggiare il virus senza imporre costi eccessivi. Abbiamo avviato una campagna di vaccinazione di massa senza precedenti nella storia, che ci consentirà nel giro di un anno di riprendere una vita normale, e questo grazie a uno straordinario sforzo internazionale di ricerca e produzione dei vaccini e a un piano coordinato europeo che garantisce la somministrazione a tutte le persone, iniziando da quelle più fragili e più esposte”. Lo scrive il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella premessa al Recovery Plan, inviato alle Camere.

Ore 19,15 – Di Battista a TPI: “De-Renzizzare il governo val bene una messa. Ora il M5S è coeso, ripartiamo con Conte”. Intervista di Giulio Gambino, direttore di TPI, ad Alessandro Di Battista, ex deputato M5S: “Questa crisi è l’occasione per annientare definitivamente il leader di Italia Viva, de-renzizzare il governo val bene una messa. Il Movimento è tornato coeso e compatto, ora siamo tutti uniti. Sono pronto a entrare nel governo se serve, andiamo avanti con conte sostenuto dai responsabili”. Qui la video-intervista.

Ore 19,00 – Udc, Cesa: “Lunedì decidiamo la linea” – Fonti dell’Udc – partito indicato come possibile bacino di parlamentari “responsabili” – fanno sapere che la posizione del segretario, Lorenzo Cesa, è quella concordata con gli alleati del centrodestra: volontà di uscire dalla crisi con una soluzione positiva, chiarimento in Parlamento, no all’operazione responsabili. La linea da assumere ufficialmente come partito verrà però decisa in una segreteria che si terrà lunedì. L’Udc conta tre senatori, mentre non è rappresentato alla Camera dei deputati.

Ore 18,30 – Pd: “Nessuna riapertura a Renzi” – “Vengono assolutamente respinte le ipotesi di una riapertura del Pd a Renzi”. Lo dicono fonti dem, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agi. “Renzi si è messo fuori giovedì dalla maggioranza, quando ha ritirato i ministri”, fanno sapere dal Partito democratico.

Ore 16,45 – Faraone (Iv): “Se Conte scioglie nodi noi ci siamo” – “Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio di occuparsi di sciogliere alcuni nodi che sono irrisolti all’interno della maggioranza di governo. Se pratica questa strada, noi ci siamo. Se invece si vogliono evitare questi problemi, per tenere insieme una maggioranza raccogliticcia che non risolve i problemi del Paese, pazienza”. Così il capogruppo di Italia viva, Davide Faraone, intervistato da Fanpage.

Ore 15,40 – Zingaretti: “Allarghiamo il campo ma il Pd non accetterà lentezze” – “In questo anno di governo sono stati commessi molti errori e ci sono state molte lentezze. Per questo dico che oggi non possiamo accettare tutto, abbiamo già dato da questo punto di vista”. Lo ha detto Nicola Zingaretti ai deputati dem riuniti a Montecitorio.

“La rottura prodotta da Italia Viva è stato un fatto grave. Se non si voleva questo salto nel buio bisognava farsi carico della complessità della situazione e lottare insieme a noi per dei risultati”, ha aggiunto Zingaretti. La parlamentarizzazione della crisi di governo, ha aggiunto il leader dem, “è la via opportuna, è quasi una non scelta, un atto dovuto in una democrazia”

“Il Pd non è disponibile a varare governi che coinvolgano la destra populista e nazionalista di questo Paese. Ci si sta rivolgendo al Parlamento perché si possa definire un profilo di un allargamento possibile della maggioranza che deve avvenire dentro uno schema di contenuti e di profilo politico che deve essere costruito. Questo è la prospettiva massima per salvaguardare la legislatura”.

Ore 15,00 – Bonetti: “Se Conte cambia idea sul Mes noi ci siamo” – “Noi siamo così coerenti che, nel momento in cui ci fosse un progetto serio che identifichiamo come il progetto per il bene del Paese, certo che ci siamo. Noi non veniamo meno alla nostra responsabilità. Se ci fosse un ravvedimento di questo tipo, saremmo i primi ad essere contenti. Non mi pare che questo sia ancora accaduto, però attendiamo, la responsabilità può arrivare anche nel discernimento notturno”. Lo ha detto Elena Bonetti, ex ministra di Italia Viva, a Timeline.

Ore 14,50 – Vono (Iv): “Non sono tra i costruttori” – La senatrice di Italia Viva Silvia Vono, eletta con il M5S, chiarisce di non essere interessata “ad un progetto di fantomatici responsabili o costruttori” per evitare la crisi di governo. E aggiunge: “Condivido totalmente la linea e le scelte di Italia Viva che sono pensate e confrontate con tutto il gruppo parlamentare”.

Ore 14,35 – Gualtieri: “Crisi di governo incomprensibile, prevarrà buonsenso” – “Ho sempre detto che una crisi di governo durante la pandemia è incomprensibile. I cittadini sanno che occorre un governo che assicuri contrasto alla pandemia e ripartenza dell’economia. Il buonsenso prevarrà e noi, ora, dobbiamo lavorare per attuare un grande piano di investimenti”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, al termine dell’incontro del Nazareno con il vice segretario Pd, Andrea Orlando, la portavoce della conferenza delle donne dem, Cecilia D’Elia, e i ministri Giuseppe Provenzano e Vincenzo Amendola.

Ore 13,30 – Nasce gruppo Maie-Italia23: “Il nostro riferimento è Conte” – È nato oggi al Senato il gruppo Maie-Italia23. Lo comunica il senatore Ricardo Merlo, presidente Maie e sottosegretario agli Esteri, definendo il gruppo “uno spazio politico che ha come punto di riferimento Giuseppe Conte”. “Non cerchiamo responsabili – ha precisato Merlo – ma costruttori. Facciamo questo alla luce del sole, con trasparenza. Invitiamo a far parte del gruppo tutti i colleghi senatori interessati a costruire e a lavorare da qui alla fine della legislatura per il bene del Paese e degli italiani’, conclude il presidente Maie. Qui l’articolo integrale.

Ore 12,45 – Renzi: “Il punto di rottura? È stato il Mes” – Nella sua newsletter Enews, Matteo Renzi rivela quale sia stato il punto decisivo per la rottura con Conte e la crisi di governo. “Tanti. Ma su tutti, il Mes. Noi chiedevamo più soldi per la sanità, attivando il Mes. Il premier ha voluto la conta in Aula”, scrive il leader di Italia Viva.

“La mancata attivazione del Mes — aggiunge Renzi —sarà pagata dai dottori, dai ricercatori, dai malati e dalle loro famiglie. E da chi potrebbe beneficiare dei capitoli di spesa che l’attivazione del Mes permetterebbe di aumentare: infrastrutture, cultura, turismo”.

E sulla decisione del premier Renzi scrive: “Abbiamo chiesto al governo un salto di qualità sui contenuti. Il premier ci ha risposto sfidandoci in Aula sui responsabili. Gli abbiamo chiesto di cambiare politica, lui ha scelto di cambiare maggioranza”. E aggiunge: “Italia Viva è nata per togliere i pieni poteri a Salvini. Ma i pieni poteri noi non vogliamo darli a nessuno”.

Ore 12,00 Salvini: “Secondo me Conte non ha i numeri” – “Secondo me Conte non ha i numeri, se avesse i numeri sarebbe arrivato oggi in Parlamento e non si sarebbe preso il weekend”. Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha risposto a chi gli chiedeva se ritiene che il premier abbia i numeri per ottenere la fiducia in Parlamento.

Ore 11,30 – Orlando: “Disponibilità da molti parlamentari, ma no a qualsiasi accrocchio” – “Noi abbiamo segnali di disponibilità e di attenzione da parte di molti parlamentari, vediamo se questo consentirà di mantenere una maggioranza a questo governo. La prova del nove sarà in Parlamento”. Lo ha detto il vicesegrario del Pd, Andrea Orlando, a Sky T24. “Non è che per evitare le elezioni siamo disposti a qualunque formula. È vero che non si può votare prima di giugno, ma non è che il voto sia peggio di tutto. Noi non vogliamo le elezioni, ma neanche che per evitare si provi qualsiasi accrocchio”.

Ore 11,00 – Centrodestra: “No esecutivo zoppicante” – “L’Italia ha bisogno di un governo capace di affrontare le difficili sfide che il Paese si trova davanti, non di un esecutivo zoppicante che si regge su una maggioranza raccogliticcia”. Così il centrodestra in una nota.

Ore 10,20 – Salvini: “Da centrodestra no uscite, M5S delusi in arrivo” – Dal centrodestra “non ci saranno uscite” ma anzi “siamo stati contattati da M5S delusi” che potrebbero essere “in arrivo”. Lo dichiarai il segretario della Lega, Matteo Salvini. “Mi rifiuto di pensare – ha aggiunto l’ex ministro dell’Interno – che gli italiani e lo stesso presidente Mattarella, possano subire il governo Conte-Grillo-Tabacci-Mastella e Scillipoti”.

Ore 9,30 – Renzi ai suoi: “Rischio l’osso del collo” – “È in corso una guerra di nervi. Io ho posto un problema di contenuti, loro hanno deciso di rispondere con il mercimonio delle poltrone”: sono ore difficili per Matteo Renzi, che, secondo un retroscena del Corriere della Sera, avrebbe chiesto ai suoi di rimanere compatti, anche perché lui sta rischiando “l’osso del collo”. “Allora è in atto una grande offensiva mediatica per far vedere che i responsabili ci sono già, che hanno i numeri. Non è così. Serve soltanto ad aprire un problema nel nostro gruppo, a convincere i nostri che è più conveniente andare via. La macchina mediatica di Casalino e amici si è messa in moto, ma anche al Quirinale nutrono dubbi su questi numeri. Dobbiamo essere compatti come una falange macedone”.

Ore 8,30 – Conte ai dubbiosi: “Il nuovo gruppo dei responsabili diventerà un partito” – Il nuovo gruppo parlamentare formato dai “responsabili”, i quali dovrebbero garantire la sopravvivenza del Conte bis e risolvere così la crisi di governo aperta dopo le dimissioni delle ministre di Italia Viva, diventerà un partito. È quanto avrebbe assicurato, secondo un retroscena del Corriere della Sera, il premier Conte a quei senatori che nutrono ancora dei dubbi nel votare la fiducia ed entrare, quindi, a far parte della maggioranza. Leggi l’articolo integrale.

Ore 8,00 – Responsabili, “In Senato siamo già sopra i 161” – Secondo quanto svelato dal Corriere della Sera, a Palazzo Chigi filtrerebbe ottimismo sull'”arruolamento” dei “responsabili” in Senato. Addirittura, secondo i rumors, all’interno della maggioranza si ha la convinzione di poter arrivare a 167-168 senatori, contro i 161 di sicurezza. Di certo, al momento, è che senza i voti di Italia Viva, l’esecutivo può contare solo su 151 senatori, 10 in meno di quelli richiesti per ottenere la maggioranza.

Ore 7,00 – Ok del Cdm a scostamento bilancio – Il Consiglio dei Ministri ha approvato la proposta di uno scostamento di bilancio da 32 miliardi. La proposta va confermata da entrambe le Camere con un voto a maggioranza assoluta. Secondo quanto stabilito dalla Capigruppo, il voto a Montecitorio è in programma per mercoledì 20 gennaio, dopo il voto di fiducia richiesto dall’esecutivo per verificare se la maggioranza abbia ancora i numeri per poter andare avanti.

CRISI DI GOVERNO – COSA È SUCCESSO IERI

Dopo il ritiro della delegazione di Italia Viva, annunciato mercoledì da Matteo Renzi, nel pomeriggio di ieri il premier Giuseppe Conte è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e gli ha rappresentato la volontà di un chiarimento in parlamento, di cui il capo dello Stato ha preso atto. Il premier chiederà la fiducia alle Camere per verificare se l’esecutivo può andare avanti e si aprirà una crisi di governo formale.

Alla riunione dell’esecutivo politico del Pd, il segretario Zingaretti ha certificato la rottura totale con Renzi: “Italia Viva è inaffidabile in qualsiasi scenario“. Dario Franceschini dal canto suo ha annunciato che la ricerca della maggioranza all’interno del Parlamento sarà “alla luce del sole”.

Ma secondo fonti del Nazareno cresce la preoccupazione dopo che una verifica preliminare ha mostrato l’impossibilità di trovare i voti dei “responsabili”. Voti a cui si appella invece il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale ha lanciato un messaggio ai “costruttori europei” del Parlamento per “mantenere la via” e risolvere la crisi di governo. Il M5S ne ha discusso in serata, in occasione dell’Assemblea. 

Luca Telese ha spiegato su TPIil paradosso della crisi di governo“, e cioè che la maggioranza di governo, originariamente composta da Pd, M5S e Leu, formalmente non cambia anche dopo le dimissioni delle due ministre. Riccardo Bocca descrive invece “la parabola di Renzi“: da mister rottamatore a picconatore di se stesso. Di seguito le ultime notizie sulla crisi di governo.

Leggi anche: 1. Le ombrelline di Renzi: lui parla mentre le “sue” ministre dimissionarie tacciono (di Selvaggia Lucarelli) / 2. Il governo è diventato un’alleanza politica, e Italia Viva non ne fa parte: ecco perché la crisi avrebbe senso (di S. Mentana)

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