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Qualcuno dovrebbe spiegare chi sono i 222 morti di ieri in Lombardia

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Credits: ANSA/ FILIPPO VENEZIA

Ieri in Italia sono morte 369 persone di cui 222 nella sola Lombardia. Una cifra ancora altissima, soprattutto se si considera che un bilancio quotidiano così alto in questa regione non si registrava dal 17 aprile, quando i morti furono 243. “Siamo scesi sotto le 500 terapie intensive, una soglia psicologica”, ha affermato l’assessore alla Protezione civile Foroni, aggiungendo che anche i ricoverati sono in netto calo. Dunque la domanda è: considerato che le terapie intensive sono ormai abbastanza svuotate, che i guariti hanno superato i malati e che sicuramente in questa fase sono garantiti i ricoveri a tutti, come mai continuano a morire così tante persone in Lombardia?

Attilio Galmozzi, medico all’ospedale Maggiore di Crema, in provincia di Cremona, per tre mesi in prima linea nella cura dei pazienti Covid, ha sollevato la domanda su Facebook: “In Lombardia il numero di decessi è ancora ahimè in aumento. Solo oggi 222. Certo, in altre regioni il virus è arrivato più tardi e soprattutto queste regioni hanno ‘beneficiato’ dell’esperienza della Lombardia per attrezzarsi e non poco. Certo, in Lombardia i numeri sono stati da subito elevati e impressionanti quindi che ci siano più decessi è terribilmente normale. Sarebbe però corretto capire che tipologia di pazienti c’è nei 222 decessi di oggi.. pazienti che si sono malati nelle settimane scorse e non ce l’hanno fatta? Polipatologici?”.

coronavirus lombardia

In effetti sarebbe importante, al di là della fredda comunicazione dei numeri dei morti, comprendere “chi siano” i morti. Potrebbero, per esempio, essere persone molto anziane e quindi escluse da procedure invasive quali l’intubazione. Magari ancora ospiti di Rsa che continuano a contagiarsi o sono già state contagiate. Potrebbero essere pazienti ricoverati da settimane, sebbene il tempo medio tra la comparsa dei sintomi/ricovero e il decesso sia stato calcolato in 8 giorni (fonte Iss).

I tempi medi delle degenza nella terapia intensiva sono 10 giorni circa per i malati in seguito deceduti (fonte Jama). Dunque, non sembra neppure che questi numeri così alti dei decessi possano essere in una percentuale significativa “l’eredità” dei contagi più lontani nel tempo. Sarebbe dunque utile fornire qualche dato in più per interpretare i numeri alla luce di informazioni dettagliate, che permettano di capire cosa stia succedendo, ancora, nella martoriata Lombardia.

Leggi anche: 1. Il prof della task force interministeriale: “La app Immuni così serve a poco. Il Governo non ha seguito le nostre indicazioni” / 2. Milano ha perso: così la città è stata travolta dall’onda lunga del virus (di Selvaggia Lucarelli)

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