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Il proprietario della casa di Casteldaccia: “Avevo avvisato che era pericolosa. Ora non riesco a darmi pace”

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I proprietari della villetta, dove hanno perso la vita nove persone, erano stati condannati nove anni fa per abusivismo

La casa di Casteldaccia, dove hanno perso la vita nove persone, era abusiva. Era stata costruita a 200 metri dal fiume Milicia e a 200 metri dall’autostrada, senza la licenza edilizia. Il Comune non l’aveva mai concessa ma il proprietario, Antonino Pace, aveva lo stesso iniziato a costruire. Aveva iniziato nel 2002 e lo aveva fatto nei ritagli di tempo e “in tanti anni di sacrifici perchè sono solo un impiegato”, ha raccontato intervistato da Repubblica.

Poi, era arrivato anche un ordine di demolizione ma, dopo un ricorso al Tar, “non ne abbiamo saputo più niente. Non se n’è mai più parlato”.

E la casa, distrutta dall’esondazione del fiume, era già stata devastata dalle acque del Milicia. Era successo dieci anni fa, racconta Pace: “Il fiume andò in piena e invase tutto, il giardino, la casa, distrusse tutti i mobili, fece un sacco di danni. Ho perso tutto, non ho avuto nessun risarcimento, ho dovuto pagare tutto io ma mi sono disamorato. Così ho deciso di andarmene e prendere un appartamento in città. Era il 2008 e fino a quel momento in quella casa ci avevo abitato”. Da qui la decisione di lasciare l’abitazione.

E nonostante fosse abusiva, la casa era stata “data in amicizia” a Giuseppe Giordano, l’unico sopravvissuto della famiglia. Che, ribadisce Pace, era stato avvertito dei rischi: “L’avevo avvisato di andarci solo d’estate. Quella è campagna, c’è il fiume a 200 metri, ma come si fa a rischiare? Sabato c’era l’allerta meteo rossa, lo sapevano tutti. Io non mi do pace, non riesco a credere ancora a quello che è successo. Domenica, quando l’ho saputo sono andato subito ad autodenunciarmi ai carabinieri. Mi sono presentato in caserma e ho detto: sono io il proprietario di quella casa”.

“Sto malissimo”, conclude Pace. “Non riesco ad alzarmi dal letto, mi fa male il cuore dal dispiacere fortissimo che ho. Non ci sono parole per esprimere a Giuseppe Giordano tutto il dolore che sento per quello che sta passando”.

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