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Non c’è spazio per i migranti sulla Terra? Mandiamoli nello Spazio

Immagine di copertina

È la provocatoria idea lanciata dalla campagna social di Save the Children "The space migrant", per sensibilizzare sul tema dell’accoglienza ai bambini profughi

Non c’è spazio sulla terra per i migranti? Mandiamoli nello spazio. È la provocatoria idea lanciata dalla campagna social di Save the Children “The space migrant”, per sensibilizzare sul tema dell’accoglienza ai bambini soli in fuga da guerre, povertà e persecuzioni e per far riflettere sull’inasprimento delle politiche migratorie.

S&D

Save the Children chiede all’Europa che si accelerino e potenzino i programmi di ricollocazione e reinsediamento e si facilitino le riunificazioni familiari per i minori, e all’Italia l’approvazione della legge sull’accoglienza e la protezione dei minori stranieri non accompagnati.

Dopo il vertice sulle migrazioni all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e in concomitanza con il vertice dei leader sulla crisi mondiale dei rifugiati organizzato dal presidente Obama, che si svolgerà oggi a New York, Save the Children lancia la campagna social “The space migrant”, per sensibilizzare quante più persone possibili sul dramma di milioni di minori migranti e rifugiati che fuggono da conflitti, violenze o povertà, spesso da soli. Molti sono adolescenti, sempre più spesso giovanissimi, che rischiano la vita affidandosi ai trafficanti per cercare di raggiungere paesi più sicuri, come quelli europei, dove però spesso si trovano di fronte a frontiere interne chiuse, difficoltà di ricongiungimento familiare o forme di detenzione che violano i loro diritti.

“Il protagonista della nostra campagna, è Amadou, un minore migrante non accompagnato interpretato da un giovane attore, e rappresenta tutti gli adolescenti e i bambini migranti, che vorrebbero trovare una vita migliore sulla Terra. Si scontrano invece con una realtà in cui, una volta lasciato il proprio paese, per loro troppo spesso non c’è posto in nessun altro luogo, per questo abbiamo immaginato lo spazio, in maniera assolutamente provocatoria, come unica opportunità di futuro per loro,” dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.

— IL VIDEO: 

“L’Europa continua a dimostrare di voler difendere i propri confini invece che la vita dei bambini, rimandando decisioni fondamentali per affrontare in modo adeguato la crisi migratoria. Le sue divisioni interne si ripercuotono soprattutto sui più vulnerabili, visto che il 28 per cento dei migranti che ha raggiunto il continente sono minori, tra cui molti minori non accompagnati, e il 18 per cento donne, tra cui molte madri con figli piccoli anche sole o donne in stato di gravidanza.

Chiediamo che si facilitino le riunificazioni familiari e vengano accelerati e potenziati, dando priorità ai minori, i programmi di ricollocazione nei paesi europei e quelli di reinsediamento, che costituiscono un canale sicuro per evitare che questi si affidino ripetutamente a trafficanti senza scrupoli. È inoltre essenziale che vengano facilitate le procedure di riunificazione familiare.

In Italia, dove il numero dei minori non accompagnati arrivati via mare è più che raddoppiato nel 2016, la proposta di legge per la loro accoglienza e protezione è attualmente in fase di discussione alla camera, dopo essere stata ferma per quasi tre anni. Chiediamo che venga approvata al più presto, per dare una risposta concreta ed efficace a questi minori, che come constatano ogni giorno i nostri operatori in frontiera sud, sono sempre più piccoli e spesso hanno anche 11, 12 o 13 anni.”

Secondo le stime di Save the Children, infatti, dal 1 gennaio al 18 settembre 2016 sono arrivati in Italia via mare circa 130.200 migranti, di cui oltre 17.850 donne e oltre 20.235 minori, in grande maggioranza non accompagnati (circa 18.225 minori non accompagnati e circa 2.100 minori accompagnati). I principali paesi di provenienza dei minori non accompagnati sono, nell’ordine, Eritrea, Egitto, Gambia, Nigeria, Guinea, Somalia e altri Paesi dell’Africa subsahariana e occidentale.

La campagna “The space migrant” lanciata oggi dall’organizzazione, si basa su un video fuori dagli schemi e spiazzante, con una forte componente provocatoria, per far riflettere rispetto all’inasprimento delle politiche migratorie a cui si sta assistendo in tutto il mondo. Il protagonista simbolico del video, Amadou, ha affrontato un lungo e pericoloso tragitto per arrivare in Italia, prima a piedi attraverso il deserto e poi sfidando le acque del mar Mediterraneo su un’imbarcazione di fortuna.

Ma proprio quando pensa di essersi lasciato alle spalle la fatica e le insidie del viaggio e di essere approdato in un luogo sicuro e protetto dove potrà costruirsi una vita migliore, si trova nuovamente esposto a rischi e difficoltà perché nessun paese è disposto ad offrirgli la dovuta accoglienza e protezione. È qui che Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelare i loro diritti, immagina provocatoriamente di lanciare un programma di assistenza ai minori non accompagnati che prevede di dare loro un futuro nello spazio. Amadou vorrebbe rimanere sulla Terra ma, di fronte alla barriere incontrate, sceglie di prepararsi come un vero e proprio astronauta per affrontare il viaggio nello spazio, “ultimo rifugio” simbolico in cui non esistono né muri né barriere.

La campagna “The Space Migrant” è stata realizzata grazie all’agenzia Arnold Worldwide Milano, da un progetto dei creativi Mario Rasero e Patrick Rossa, sotto la direzione creativa di Fabrizio Piccolini e Stefano Zanoni, e seguita dall’account Maria Chiara Tolu. Hanno inoltre collaborato la casa di produzione video E-motion di Genova e la casa di produzione audio milanese Screenplay.

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