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Home » News

“Salvini mi hai preso in giro: non chiamarmi ‘amica’ se mi lasci senza cittadinanza”

Immagine di copertina

Elizabeth, peruviana residente in Italia da 18 anni, aveva scritto a Salvini a ottobre 2018 in merito alla sua richiesta sulla cittadinanza italiana. Nonostante le promesse del ministro, la sua condizione è peggiorata

Aveva detto “Tienimi aggiornato, buona vita”.

S&D

Elizabeth Arquinigo Pardo ci ha provato, più volte, a contattare il ministro dell’Interno Matteo Salvini per spiegare come nulla sia cambiato da quando, in uno scambio di lettere e post, era riuscita a far sapere all’attuale vice premier come lei, peruviana residente nel Bel Paese da oltre 18 anni e contribuente, non fosse ancora riuscita a ottenere la cittadinanza italiana.

Elizabeth aveva scritto a Salvini a ottobre 2018 con una lettera inviata a Repubblica. Il ministro le aveva risposto: “Cara Elizabeth, di certo serve più efficienza da parte dello Stato, cara Elizabeth, ma anche meno furbetti da parte degli stranieri, aspiranti cittadini italiani, che penalizzano gli amici come te. Tienimi aggiornato. Buona vita”.

Il ministro Salvini ti ha più contattato?

Assolutamente no, anzi. Dirò di più: mi aveva detto che al massimo avrei dovuto aspettare tre anni per avere la cittadinanza, forse intendeva tre anni a partire da oggi, sono ferma nella stessa fase da tre anni.

Io non ho più parole, il ministero non fa sapere nulla, quando scrivo al ministero ormai mandano le solite mail con scritto “ci dispiace ma la durata dell’istruttoria è cambiata, deve aspettare 4 anni”.

Oggi qual è la situazione?

La situazione, da quando ho scritto a Salvini, non è cambiata, anzi, è peggiorata. Se prima la mia domanda era in una fase ormai avanzata, adesso è tornata indietro.

In che senso?

Nel senso che quando ho presentato i documenti per la cittadinanza, mi fu detto che gli accertamenti degli uffici periferici e degli enti che fanno i controlli erano terminati. Questo avveniva prima della conversione in legge del decreto sicurezza. Oggi la dicitura è cambiata, sui controlli mi rispondono che sono in via di definizione. La stessa cosa è successa a tantissime persone che in pratica sono tornate indietro di una fase.

Eri quasi sul punto di averla la cittadinanza?

Sono arrivata in Italia a 10 anni, mio padre aveva i soldi necessari per presentare la richiesta di cittadinanza necessario per me ma doveva scegliere tra me e mia sorella, non poteva presentarla per tutta la famiglia. Io ho preferito terminare l’università e lasciare questa opportunità ai miei familiari, cosi da fare la domanda di cittadinanza per conto mio, anche perché ho vissuto questo percorso di integrazione come una cosa mia. Mi volevo indipendente dal reddito dei miei genitori: ho studiato e lavorato per poter cumulare i tre anni di reddito necessari A presentare la domanda. A 27 anni ho potuto presentare richiesta.

Ora però sei rimasta incastrata dalla burocrazia.

Esatto, sono senza cittadinanza italiana e questo vuol dire non potermi candidare anche a molte offerte di lavoro. Nel mio ambito circa il 70% delle offerte richiedono una cittadinanza italiana. Il paradosso è che non posso nemmeno cambiare il permesso di soggiorno per lavorare all’estero perché perderei la residenza che invece devo mantenere per tutti e 4 gli anni dell’istruttoria.

Sono in gabbia.

Quando inizialmente hai scritto al ministro era uno sfogo, una provocazione o una reale richiesta?

Seguo Salvini da un po’, anche se non essendo cittadina italiana a tutti gli effetti non posso votare e quindi non l’ho scelto, nonostante lo si paghi anche con le mie tasse. Ricordo il periodo in cui, 5-6 anni fa, Salvini ce l’aveva con tutti gli extracomunitari, ricordo di questo ragazzo sudamericano che aveva accoltellato un capotreno per un controllo, e ricordo che talmente forte era stata la propaganda di Salvini in quel periodo che dovevo difendermi continuamente da battute e offese, vergognandomi di essere sudamericana.

Quando hai letto la sua risposta cosa hai pensato?

Ho pensato all’ulteriore presa in giro, il mio obiettivo era raggiungere quantomeno un accordo con questa amministrazione e soprattutto far pesare Il fatto che noi stranieri senza cittadinanza abbiamo un peso economico e sociale e sarebbe anche l’ora di considerarlo.

Non è giusto essere discriminati in questo modo, soprattuto quando poi si parla di “amicizia”. Questo falso buonismo nei nostri confronti è inammissibile.

Cosa ti preoccupa maggiormente?

Nell’accordo di governo c’è scritto da nessuna parte un punto riguardante la cittadinanza, anche questo mi fa pensare quanto dall’altra parte non ci sia la volontà.

C’è una grossa preoccupazione perché vedo un accanimento burocratico che non si può negare esista nei nostri confronti.

Per di più si sta venendo a creare un mercato nero di persone pronte a vendere identità e propria posizione lavorativa a chi vuole convertire di permesso di soggiorno in un permesso per lavoro. In pratica si parla di persone che per regolazzarsi sono disposte, letteralmente, a comprare un lavoro.

Oggi come ti senti considerata?

Mi sento limitata rispetto a quello che potrei fare e svalutata: do tanto e ricevo molto poco da questo Paese. Sono stanca di sentir parlare di me come di un oggetto politico. Continuano ad accanirsi contro di me e contro le persone che pagano le tasse, non c’è voglia di venire incontro alle nostre esigenze.

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