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La polemica tra Salvini e Boeri sugli immigrati che svolgono i lavori che gli italiani non vogliono più fare

Immagine di copertina

Il presidente dell'Inps sostiene che in Italia ci sia bisogno di nuova forza lavoro per compensare il calo demografico. Il ministro dell'Interno non è d'accordo

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è stato duramente attaccato dal ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, per le sue posizioni sull’immigrazione e sulla riforma delle pensioni.

S&D

Boeri, da un lato, sostiene che l’Italia abbia bisogno di forza lavoro immigrata per compensare il calo demografico e, dall’altro, è contrario a una abolizione in toto della cosiddetta legge Fornero, che regola appunto l’erogazione degli assegni pensionistici.

Secondo Salvini, il presidente dell’Istituto di previdenza nazionale “vive su Marte” e “continua a far politica, ignorando la voglia di lavorare di milioni di italiani”.

Il primo attacco di Salvini

Lunedì 3 luglio 2018 Salvini ha parlato di Boeri durante una lunga diretta Facebook.

“C’è ancora qualche fenomeno, penso al presidente dell’Inps Boeri, secondo cui senza i migranti è un disastro e non si può toccare la legge Fornero”, ha detto il vicepremier, avvertendo che “ci sarà tanto da cambiare anche in questi apparati pubblici, parapubblici e parastatali”.

La posizione di Boeri

Martedì 4 luglio Boeri ha ribadito la sua posizione durante la presentazione del rapporto annuale dell’Inps, a cui ha partecipato anche il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio.

Secondo il presidente dell’ente previdenziale, nessuno in Italia “sembra preoccuparsi del declino demografico del paese” e tra gli italiani vi è una profonda disinformazione.

“È anche possibile peggiorare la consapevolezza demografica, ad esempio agitando continuamente lo spettro delle invasioni via mare quando gli sbarchi sono in via di diminuzione”, ha sottolineato Boeri.

Dimezzando i flussi migratori, ha proseguito il presidente dell’Inps, in 5 anni perderemmo una popolazione equivalente a quella odierna di Torino. Azzerando l’immigrazione perderemmo 700mila persone con meno di 34 anni nell’arco di una legislatura.

“La classe dirigente del nostro paese dovrebbe essere impegnata in prima fila nel promuovere consapevolezza demografica. Chi si trova a governare con una popolazione così disinformata fa molta fatica a far accettare all’opinione pubblica le scelte difficili che la demografia ci impone”, ha osservato Boeri, secondo cui “tutti sono d’accordo sul fatto che bisogna contrastare l’immigrazione irregolare” ma ci si dimentica che per ridurre l’immigrazione clandestina bisogna aumentare quella regolare.

In Italia, ha insistito, c’è “una forte domanda di lavoro immigrato” e in presenza di decreti flussi del tutto irrealistici, questa domanda si riversa sull’immigrazione irregolare degli overstayer, di chi arriva in aereo o in macchina, non coi barconi ma coi visti turistici, e rimane in Italia a visto scaduto”.

L’impennata di colf e badanti extracomunitarie dimostra che questi lavori continuano a essere richiesti, ma vengono svolti senza versare i contributi. Quando si pongono forti restrizioni all’immigrazione regolare, secondo il presidente dell’Inps, aumenta quella clandestina e viceversa.

“In genere, a fronte di una riduzione del 10 per cento dell’immigrazione regolare, quella illegale aumenta dal 3 al 5 per cento”, ha fatto notare.

“Sono tanti i lavori per i quali non si trovano lavoratori alle condizioni che le famiglie possono permettersi nell’assistenza alle persone non autosufficienti, tanti i lavori che gli italiani non vogliono più svolgere”.

Boeri ha parlato ovviamente anche di pensioni e dell’intenzione del governo di consentire di andare in pensione a chiunque raggiunga quota 100, sommando la sua età agli anni di contributi versati.

“Quota 100 pura costa fino a 20 miliardi all’anno, quota 100 con 64 anni minimi di età costa fino a 18 miliardi annui, che si riducono a 16 alzando il requisito anagrafico a 65 anni, quota 100 con 64 anni minimi di età e il mantenimento della legislazione vigente per quanto riguarda i requisiti di anzianità contributiva indipendenti dall’età costa fino a 8 miliardi”, ha provato a riassumere il presidente dell’Inps.

Secondo i calcoli di Boeri, ripristinando le pensioni di anzianità con quota 100 si avrebbero subito circa 750mila pensionati in più: la riforma sarebbe coperta aumentando il prelievo fiscale e questo rischierebbe di innescare un circolo vizioso di riduzione dell’occupazione.

“Siamo così sicuri che tornando indietro accontenteremmo coloro che oggi a parole chiedono l’abrogazione della legge Fornero?”, si è chiesto il presidente dell’Inps.

Boeri, tuttavia, è favorevole a qualche aggiustamento rispetto alla normativa vigente.

“Possiamo permetterci una maggiore flessibilità di quella consentita dalla riforma Fornero”, accelerando la transizione al metodo contributivo, ha spiegato.

Il presidente dell’Inps, inoltre, è contrario al taglio delle cosiddette pensioni d’oro per il solo fatto che abbiano un importo elevato, ma sostiene la necessità di intervenire sui privilegi concessi dal sistema pensionistico.

Il secondo attacco di Salvini

Poco dopo la conclusione della conferenza di presentazione del rapporto annuale Inps, Salvini è tornato all’attacco di Boeri, che aveva appena confermato la sua posizione.

“‘Servono più immigrati per pagare pensioni, cancellare legge Fornero costa troppo. Servono più immigrati per fare lavori che gli italiani non vogliono più fare’. Il presidente Inps continua a fare politica, ignorando la voglia di lavorare di tantissimi italiani. Dove vive, su Marte?”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno e vicepremier.

La replica di Boeri

A margine della presentazione del rapporto Inps, è stato chiesto a Bori di commentare le parole di Salvini sul suo conto.

“La mia risposta è nei dati e nei documenti che sono stati presentati oggi. Queste sono le verità che bisogna dire all’Italia. Non c’è nessun modo di intimidire, i dati parlano da soli”, ha detto il presidente dell’Inps.

“Mi limito a fare il mio lavoro. Il mio mandato scade a inizio 2019. Ci sono ancora tantissime cose da fare e ancora tante cose e in sei mesi si possono fare tantissime cose”, ha aggiunto con riferimento all’avvertimento del ministro dell’Interno (“ci sarà tanto da cambiare anche in questi apparati pubblici, parapubblici e parastatali”).

L’intervento di Di Maio

Luigi Di Maio, presente alla conferenza sul rapporto annuale Inps insieme a Boeri, non è voluto entrare nella polemica tra il presidente dell’ente previdenziale e Salvini.

“Il presidente Boeri fino al 2019 resta in carica, poi non abbiamo affrontato questi temi qui. Con il presidente Inps su vitalizi e pensioni d’oro stiamo andando bene, poi su altre cose non siamo d’accordo”, ha detto il ministro del Lavoro e vicepremier.

Boeri dice che servono più migranti regolari? “Questa è una sua opinione, per quanto mi riguarda oggi, e sono d’accordo con Boeri, serve fermare l’emigrazione dei giovani italiani e per farlo dobbiamo istituire il reddito di cittadinanza per formarli e reinserirli lavorativamente. E allo stesso tempo dobbiamo mandare in pensione i papa’ e le mamme in modo tale che i figli possano entrare nel mondo del lavoro”, ha detto Di Maio.

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