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Raggi: “Casa delle Donne? Avere privilegi non è femminismo”

Immagine di copertina
Virginia Raggi

Intervistata a SkyTg24, la sindaca di Roma ha parlato della Casa Internazionale delle Donne, che da mesi rischia la chiusura dietro ordine del Campidoglio

“Noi abbiamo lottato per avere gli  stessi diritti, non per avere privilegi, per me il femminismo è questo, non altro”, ha affermato la sindaca di Roma, Virginia Raggi, intervistata il 17 novembre 2018 dalla giornalista Maria Latella su SkyTg24.

“Non si deve pensare che perché siamo donne abbiamo diritto di scavalcare leggi e regole”, ha aggiunto la sindaca, in riferimento al futuro della Casa Internazionale delle Donne, che da mesi rischia la chiusura dietro ordine del Campidoglio.

“L’associazione Casa Internazionale delle Donne continua a non voler pagare neanche una piccola quota peraltro ulteriormente scontata: al posto del 20 per cento devono pagare il 10 per cento del canone di mercato. Parliamo di un prezzo irrisorio”, ha continuato la sindaca Raggi.

“Oggi ammonta a 900mila euro e dovrebbero pagare molto di più. Loro hanno sottoscritto tanti contratti, l’ultimo nel 2010, e si sono impegnate a pagare quell’importo. Vogliamo trovare una transazione? Un accordo? Facciamolo. Non c’è stato nulla. Pretendono di continuare a non pagare nulla. Perché?”, si chiede la sindaca di Roma.

“Io non ho vissuto gli anni del femminismo, ma ci sono tante donne che ci hanno portato dove siamo oggi e io sono grata. Però io ricordo che abbiamo lottato per avere parità diritti e doveri, non per avere privilegi”, ha detto Virginia Raggi.

Riferendosi invece alle attiviste della Casa delle Donna ha affermato: “Sono riuscite a raccogliere 80mila firme nei giorni della protesta a sostegno della loro causa. Questo vuol dire che tante persone credono nella Casa delle Donne, e anche io credo che sia un’attività meritoria”.

“Io ho suggerito loro, per iniziare a ripagare questo debito, di chiedere un piccolissimo contributo a ciascun sottoscrittore, 10 euro a testa, lo avrebbero ripagato. Io avrei versato la mia quota da cittadina come lo avrebbero fatto alcuni assessori e consiglieri. Sostanzialmente mi hanno riso in faccia”.

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