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Via dal simbolo Alberto da Giussano e la parola “nord”: così riparte la Lega di Salvini

Immagine di copertina
Il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, leader della Lega

La vecchia Lega nord di Bossi rimarrà un contenitore vuoto, al quale farà capo solo la rateizzazione dei 49 milioni del partito spariti nel nulla

La Lega cambia identità e riparte da un nuovo simbolo: il nuovo soggetto andrà a sostituire la vecchia “Lega nord”, alla quale rimarrà in capo la rateizzazione dei 49 milioni per i fondi che sarebbero stati percepiti illecitamente dal partito tra il 2008 e il 2010 e per cui è stato condannato Umberto Bossi.

S&D

I soci fondatori della “Lega per Salvini premier” sono Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il tesoriere Giulio Centemero e Roberto Calderoli.

Via la sagoma di Alberto da Giussano, sparisce definitivamente anche la parola “nord”. Il nuovo logo è su un semplice sfondo blu, con la scritta “Lega per Salvini premier” in bianco dentro una sottile cornice dello stesso colore. E il sovranismo entra a pieno titolo nello statuo: la Lega diventa il partito che “promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo”.

Matteo Salvini ha seccamente smentito: “Non ci sono e non ci saranno congressi. Non cambiamo simboli. L’Alberto da Giussano c’è, la Lega si chiama Lega”, ha detto il leader della Lega uscendo dalla sede di via Bellerio al termine del consiglio federale. “Siamo – ha aggiunto – il partito di riferimento di tutti i movimenti identitari e sovranisti europei. È un momento storico molto bello per l’Italia e per la Lega”.

Il nuovo patto fondativo è stato già pubblicato in Gazzetta ufficiale il 14 dicembre 2017. Il lancio della nuova veste era previsto per fine ottobre 2018, ma nel consiglio federale di venerdì 26 ottobre Matteo Salvini ha solo commentato l’ottimo risultato della Lega ottenuto nel voto in Trentino Alto-Adige.

L’articolo 1 dello Statuto non parla più dell’indipendenza della Padania dall’Italia, ma di un partito “confederale, costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità  la trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali”.

La vecchia Lega viene anche svuotata da tuti i militanti, che confluiscono nel nuovo partito iscrivendosi e ottenendo una tessera. Non ci sono quindi differenze di anzianità, perché risulteranno tutti registrati nello stesso anno.

Rimane invece l’attuale distinzione tra “soci sostenitori” e “soci ordinari militanti”, in cui i primi sono in una sorta di periodo di prova prima di diventare militanti a tutti gli effetti con “diritto di intervento, di voto e di elettorato attivo e passivo”.

Il vecchio logo rotondo su sfondo bianco, con il “guerriero di Legnano” al centro che divide la scritta “Lega – Salvini premier”, potrebbe rimanere come contrassegno elettorale, quello che si trova sulle schede ai seggi quando si vota.

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