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Il papà dell’agente Sissy Trovato a TPI: “Mia figlia mi disse: ‘Quando dirò cosa succede in quel carcere scoppierà una bomba’”

Immagine di copertina

Salvatore Trovato Mazza, padre di Sissy Trovato Mazza, svela a TPI cosa non torna sulla morte di sua figlia, ridotta in stato vegetativo da un colpo di pistola esploso da mano ignota nel vano dell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia 2 anni fa

“Quello che stiamo chiedendo da 27 mesi è la verità”.

Salvatore Trovato Mazza, padre di Sissy Trovato Mazza, non si dà pace. È un fiume in piena: a TPI racconta di quei tragici giorni di due anni fa quando sua figlia Sissy, all’epoca 28enne, venne ridotta in stato vegetativo da un colpo di pistola esploso da mano ignota nel vano dell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia, dove era in servizio esterno.

Dopo due anni di agonia, il 13 gennaio, Sissy Trovato Mazza è morta.

Sissy lavorava come agente nel carcere femminile della Giudecca a Venezia, un luogo in cui accadevano cose che Sissy aveva denunciato: non tutto, secondo la ragazza, era in regola, e proprio per questo Sissy voleva che la verità venisse fuori.

Ma che cosa è successo quel primo novembre del 2016? Inizialmente la pista seguita è stata quella del suicidio, decisione che ha fatto ritardare di molto le indagini. Successivamente, e solo dopo le insistenze della famiglia, si è deciso di indagare e cercare di capire chi avesse motivo di sparare a Sissy.

“Il pm che segue il caso ha inviato un documento – solo il 17 gennaio 2019 – in cui richiede il test del dna sulla pistola di Sissy e accertamenti specifici sul pc della ragazza. Hanno riaperto il caso il 30 ottobre 2018, in questi mesi cosa hanno fatto? In tutto questo tempo non lo avevano fatto. Non solo non lo hanno chiesto nell’immediato, ma solo a cinque giorni dalla morte di Sissy”, afferma Jo Pinto vice presidente del “Comitato Civico di Sissy la Calabria è con te”.

Ora si attende la nomina dei periti incaricati di eseguire gli accertamenti irripetibili sulla pistola e il computer della poliziotta. La nomina avrà luogo il prossimo 24 gennaio. Entrambi gli esami erano stati autorizzati dal gip già in data 30 ottobre 2018 con la concessione del nuovo supplemento di indagine eppure solo oggi, a pochi giorni dalla morte di Sissy e a ridosso della scadenza della proroga di indagine sono stati finalmente disposti dal pm Elisabetta Spigarelli.

“Non avrei mai immaginato che un giorno il corpo di mia figlia venisse sottoposta a un’autopsia, mi chiedo peraltro dopo due anni a cosa possa servire, ma se può aiutare a trovare la verità va bene anche questo”.

Salvatore Trovato ha la voce spezzata dal pianto ma nelle sue parole c’è ostinazione e desiderio di giustizia per una morte assurda.

“Da quando seppi che mia figlia era stata sparata, sono successe cose sempre un po’ assurde. Tante cose potevano essere svelate prima e invece il magistrato si è ostinato con la pista del suicidio. Per giorni e giorni nessuno ha voluto ascoltarci o farci domande su Sissy”.

Con i magistrati ha avuto modo di relazionarsi?

Con i magistrati non ho mai avuto il dispiacere di parlare, non il piacere. Non so per quale motivo non chiedono qualcosa a un genitore, di com’era mia figlia, di cosa faceva. Dopo mia insistenza dopo 3 giorni ho fatto presente che la famiglia era unita e potevano chiedere ai genitori se la ragazza avesse delle problematiche, visto che la pista che si stava seguendo era il suicidio.

Mio figlia era felice, aveva una vita felice, a casa non aveva problemi. Sissy indossava la divisa e la onorava, aveva giurato di servire la patria, il suo popolo. Era così: ci teneva tantissimo, era precisino nel suo lavoro, faceva tutto ciò che la legge le chiedeva.

Quando parla di onorare la divisa a cosa si riferisce?

Sissy ha ricevuto numerose porte in faccia per tutto ciò che ha visto e per le anomalie che ha denunciato all’interno del carcere. La cosa più assurda in questo contesto è che lei ha dato la vita per questo.

Di quali anomalie parla?

Sissy ha messo nero su bianco di tutto ciò che alla Giudecca non andava. Quello che lei denunciava le sanno tutti. Perché nessuno in questi anni ha deciso di approfondire le numerose denunce e segnalazioni presentate da mia figlia? Questo è molto strano. Alla Giudecca non hanno mai fatto un’ispezione. Si parla di droga che entrava nel carcere, di collusioni, non è strano che nessuno abbia approfondito?

Sua figlia aveva parlato con voi di queste cose?

Nel mese di agosto, quando era venuta qui, ci aveva raccontato diverse cose. Io le dissi di stare attenta, di non andare a cercare queste cose. Lei mi rispose: “papà non sai cosa succede lì dentro, ho fatto un giuramento, è il mio lavoro, devo servire lo Stato per come deve essere servito”. Io le dicevo che non era così che avrebbe cambiato il mondo. Lei mi diceva: “papà non hai idea di quello che scoppierà alla Giudecca per le cose che sto mettendo in evidenza”.

Lei era testarda nel senso giusto.

Le aveva detto di minacce ricevute?

Ho fatto dei nomi di persone cui risultano anomalie, ma che io sappia nessuno è andato a indagare. Quando si parla di Sissy tutto viene messo a tacere, quando si fa il nome di Sissy alla Giudecca si paralizza tutto.

È cambiato qualcosa negli ultimi tempi?

Da quando sono stato dal ministro Bonafede le cose andate un po’ meglio, fino a ottobre nessuno mi ha chiamato per sapere le condizioni di mia figlia, è stata licenziata, liquidata.

Mia figlia ha perso la vita sul lavoro, dentro l’ospedale non è venuto mai ufficialmente nessuno a presidiare la sua porta. Nessuno è venuto mai a onorare questa ragazza che ha fatto sempre il suo dovere e lo ha dimostrato, dando la vita per questo, una vita che nessuno le ridarà.

Le persone che si sono messe contro sono state proprio quelle che dovevano aiutarci. Perché nessuno va a scavare, non abbiamo mai chiesto altro che la verità. Io, la mia famiglia, dovremmo avere qualcuno che ci dicesse che cosa è successo.

Ora mi ritrovo a combattere una guerra costosa per capire la realtà di quella giornata.

Contro chi combatte?

Paradossalmente contro la magistratura. Come padre non dovevo entrare in merito, nemmeno doveva essere istituito un comitato, ma anche l’opinione pubblica vuole capire. Siamo fuori da ogni schema del mondo su questa cosa.

Perché insistere tanto con l’ipotesi del suicidio? Se mia figlia avesse commesso un gesto del genere è perché era stata istigata a farlo. Questo nn è mai successo perché lei non ne aveva bisogno, dimostrava di avere una famiglia affettiva, era felice. Non aveva motivo per togliersi la vita, nonostante le problematiche.

Ci sono ancora molte domande senza risposta.

Quel giorno c’era qualcuno con lei oltre la detenuta? Quando è scesa nel nido? Questi passaggi perché non li vogliono chiarire? Perché non hanno analizzato il telefonino di mia figlia? Perché non hanno visto dove erano registrate le celle delle chiamate? Dal primo minuto ho chiesto che venisse sequestrato il pc di Sissy e quello su cui lavorava.

Perché c’è questa omertà? Chi sta tutelando questo carcere? Qual è la motivazione? Anche le persone che sono state vicino a Sissy devono essere tutelate. Ci hanno dato le immagini dopo un anno e mezzo, era andata in ascensore per parlare con qualcuno? Le immagini sembrano confermare questo.

E ancora: il giorno prima mia figlia con chi ha parlato? Tutti questi passaggi sono stati registrati, sono anomalie delle magistratura, qualcuno continua a fare ombre su questo caso, io voglio che siano chiariti tutti i passaggi, queste cose sono state maldestramente istruite.

Cosa prova?

È sfinente, stiamo combattendo con la magistratura, non con l’assassino.

Io in questa storia non dovevo entrarci per niente, intanto il corpo della polizia penitenziaria doveva fare le sue indagini per vedere e verificare che mia figlia era una ragazza modello. Non hanno mai dato una mano, neanche economicamente. Ora ci stiamo distruggendo perché gli avvocati, tutto quello che gira introno a questa storia costa decine di migliaia di euro.

A casa mia è entrata questa anomalia assurda e loro se ne sono lavati le mani. Hanno dimostrato incapacità e mancanza di volontà di vederci chiaro in questa storia. I miei avvocati non sono mai stati ascoltati, abbiamo dato sempre spunti per cercare la verità non ci hanno mai ascoltato. Questo muro con la magistratura è sempre più alto.

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