Mimmo Lucano: “Sogno il Nobel per la Pace per Riace”
L'ex sindaco spera di poter tornare a indossare la fascia di primo cittadino il prima possibile
“Sogno di tornare sindaco di Riace e che il mio paese possa vincere il Premio Nobel per la Pace: credo di aver subito un’ingiustizia”. Inizia così l’intervista del sindaco Mimmo Lucano all’Ansa. (qui un suo profilo).
L’ex primo cittadino di Riace, in Calabria, è accusato di di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della sua città.
Dopo essere stato arrestato, contro di lui è stato disposto un divieto di dimora che lo ha costretto a lasciare Riace.
Il comune calabrese era diventato noto a livello mondiale per quello che viene chiamato il “modello Riace”, una politica di accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo messa in atto dal sindaco Domenico Lucano. (qui come funziona il sistema di accoglienza)
“Credo che l’attuale periodo influenzi notevolmente quello che sta accadendo a tutti i livelli”, ha affermato l’ex sindaco.
Intervistato dall’agenzia stampa, Mimmo Lucano ha sottolineato di avere piena fiducia nella giustizia, anche se condanna la vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, ritenendo che si tratti di una punizione per il modello di integrazione da lui promosso.
“Mi auguro che si possano risolvere nel più breve tempo possibile gli ultimi problemi legati alla misura cautelare che non mi consente di tornare a Riace e spero di poter indossare di nuovo la fascia di sindaco per riscattarmi e anche per un fatto morale”, ha affermato Lucano.
Intanto si moltiplicano i messaggi di solidarietà, mentre il modello Riace diventa sempre più famoso, tanto che Lucano spera che la sua città possa vincere il Premio Nobel per la pace.
“Sarebbe un premio a chi non si rassegna all’egoismo, all’odio razziale e alle discriminazioni”.
Parlando della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, Lucano ha raccontato quanto mutevole sia il suo stato d’animo. “Vivo spesso momenti di tristezza e di sconforto per l’ingiustizia subita, ma mi invitano ovunque per raccontare la storia della mia terra e questa è la cosa che mi gratifica di più”.