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Migranti, l’altra Riace d’Abruzzo “modello d’integrazione” per l’Europa

Immagine di copertina
Il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, con alcuni ospiti dei centri Sprar

Francesco Maragno, eletto nel 2014 con Forza Italia, ha sostneuto la chiusura di due grandi centri e ha preferito aprire strutture più piccole

In Abruzzo c’è una cittadina che è un modello di integrazione. Dopo l’arresto del sindaco di Riace Domenico Lucano si continua a parlare di esempi virtuosi di inserimento di migranti e stranieri nel tessuto sociale italiano. E ancora una volta, la risposta arriva dai piccoli centri urbani e dall’intraprendenza dei sindaci.

Solo che Montesilvano, in provincia di Pescara, è guidata da un primo cittadino di centrodestra, Francesco Maragno, eletto nel 2014 tra le fila di Forza Italia.

Ad accorgersene è stata France Press, l’agenzia di stampa francese: “A Montesilvano, una cittadina abruzzese di 55 mila abitanti, 500 immigrati sono stati accolti con lo strumento degli Sprar e tutti loro godono di formazione e istruzione, a cominciare dai bambini”.

La cittadina pescarese viene indicata come modello perché il sindaco ha puntato al superamento dei ghetti e delle aree di isolamento, i primi ostacoli “fisici” all’integrazione sociale.

“L’arresto di Lucano è immediatamente successivo al disegno di legge sulla sicurezza e l’immigrazione del ministro dell’interno Matteo Salvini, che vuole ridurre i piccoli progetti di immigrazione ispirati al modello Riace e raggruppare tutti i richiedenti asilo nei grandi centri”, ha scritto la giornalista Fanny Carrier.

“Il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, ha invece sostenuto la chiusura di due mega-centri vicini (“due ghetti”) e l’inaugurazione di strutture più piccole”.

Maragno ha così disinnescato paure e incomprensioni, ottenendo un positivo coinvolgimento della popolazione autoctona e straniera: “Le persone hanno iniziato a percepire gli stranieri non più come un problema, ma come un valore raggiunto – ha spiegato il sindaco di Montesilvano a L’Espresso– oggi hanno di fronte persone che mettono la loro opera a servizio della comunità che li ospita”.

“Il mio Comune è un modello di gestione oculata dei migranti, e sono felice che se ne siano accorti i media internazionali”, dice soddisfatto Maragno.

“Siamo passati dai Cas (grandi centri di accoglienza straordinaria), con flussi illimitati di migranti sui quali non avevamo voce in capitolo e che avevano provocato qualche problema in materia di ordine pubblico, ai cosiddetti Sprar, i sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”.

“Già l’anno scorso il nostro progetto era stato valutato dall’ex ministro dell’Interno Minniti come il più corposo e articolato a livello nazionale. Grazie a queste piccole strutture, gestite direttamente dal Comune, la situazione è mutata radicalmente. E in meglio”.

Il “modello Montesilvano” funziona in maniera esattamente opposta a quella prevista da Salvini nel suo decreto. “I migranti sono accolti all’interno di cinque strutture, volutamente diffuse su tutto il territorio per scongiurare concentrazioni pericolose e ghettizzanti e consentirne la piena integrazione”, continua il sindaco di Forza Italia.

I migranti sono stati quindi formati e poi impiegati in attività e lavori socialmente utili, come la cura del verde pubblico e la manutenzione della spiaggia dei diversamente abili.

“Se mi sento minacciato, dopo l’arresto di Mimmo Lucano? Assolutamente no. Abbiamo ottenuto in questo lungo e difficile percorso l’apprezzamento dei cittadini, che hanno compreso in pieno tutti i vantaggi che lo Sprar ha prodotto sulla loro qualità della vita”.

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