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Prima prova di maturità, tutti i consigli per superarla brillantemente

Immagine di copertina
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Maturità prima prova consigli | Mancano ormai meno di 24 ore alla temutissima prima prova degli esami di Stato. Stiamo parlando del tema di Italiano, che misura tanto le competenze oggettive degli studenti (vale a dire, quanto hanno studiato) quanto quelle formali (cioè come scrivono).

Ma come arrivare preparati alla prima prova di maturità? Ovviamente, non esistono formule scientifiche per riuscire brillantemente (se fosse così, chi non le applicherebbe?).

Maturità 2019: tutto quello che c’è da sapere sull’Esame di stato

Tuttavia, seguire una serie di accortezze può essere d’aiuto per evitare gli errori di distrazione, le sviste di punteggiatura e le inutili divagazioni che rischiano di farci andare fuori tema. L’ansia può giocare brutti scherzi durante un esame, ma ci sono delle strategie che possono aiutarci a tenerla sotto controllo.

A dare qualche consiglio agli studenti che si apprestano ad affrontare il primo giorno di maturità è Luca Serianni, che oltre ad essere autore di numerosi libri sulla grammatica italiana è anche il presidente della commissione del Miur per la riforma della prima prova dell’esame di Maturità.

In un’intervista al quotidiano Repubblica, Serianni ha stilato un piccolo ma efficace vademecum per gli studenti che si apprestano ad affrontare la prima prova di italiano, mercoledì 19 giugno 2019.

Maturità 2019, le possibili tracce per la prima prova

Si tratta di una serie di regole che, se applicate, possono aiutarci a superare le insidie che si nascondono dietro quel foglio bianco da riempire con le nostre parole (e, possibilmente, non con le rabbiose righe rosse dei professori). Vediamole nel dettaglio:

Prima regola: “Quindi”, “dunque” e “tuttavia” non sono mastini e non mordono

Maturità prima prova consigli |“Quindi, dunque, tuttavia… questi sconosciuti”, comincia il professor Serianni, sottolineando l’importanza dell’uso dei connettivi nella lingua italiana. “I connettivi- spiega l’esperto- danno compattezza al testo e gli conferiscono coerenza interna. Un ‘infatti’ messo al punto giusto è un indicatore di coesione e coerenza testuale”.

Seconda regola: Non ripetete l’ovvio solo per riempire lo spazio

Uno degli errori più comuni fra gli studenti (liceali, ma anche universitari) consiste nel cadere nella famosa trappola del “partire da Adamo ed Eva”.

Niente di più sbagliato, spiega Serianni. Meglio andare dritti al punto, centrare il bersaglio dalle prime righe, “aggredire” metaforicamente l’argomento.

Esempio: “Se la traccia chiede di analizzare Il fu Mattia Pascal, non iniziate con ‘Luigi Pirandello si è cimentato con la prosa e il teatro”. Abbiate contezza di chi vi legge e non fategli perdere tempo.

Terza regola: Nemmeno il Dizionario della Lingua Italiana è un mastino, e nemmeno lui morde. Sfruttatelo.

“I ragazzi, osserva Serianni- portano sempre il dizionario per la prima prova, ma raramente lo usano. Spesso, il dizionario rimane inutilizzato sul banco. Finisce così per essere più un totem che uno strumento di lavoro”.

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Eppure, il dizionario è lì per evitarci gli errori banali che più ci penalizzano e che spesso derivano dal nostro dialetto di appartenenza che ci può spingere a dare per scontate cose che non lo sono. “Per esempio, al Nord le consonanti sono scempie, e al Sud sono doppie.

Gli errori più comuni si fanno in termini come ‘legittimo’, la cui grafia corretta è con una g e due, e ‘accelerare’, corretto se con due c e una l”. Meglio farsi venire due dubbi in più che uno in meno, continua l’esperto. Alla minima insicurezza, dovremmo rivolgerci al dizionario.

Quarta regola: I due punti “fanno figo”

Da non prendere alla lettera, evidentemente. I due punti vanno usati con parsimonia e consapevolezza, ma possono essere un alleato stilistico non di poco conto.

Per quanto spesso si tenda a dimenticarsi della loro esistenza in punteggiatura italiana, i due punti snelliscono il testo, gli danno fluidità e, quando messi al posto giusto, dimostrano capacità di sintesi e argomentativa. Un “jolly” da non sottovalutare.

Quinta regola: “Renzo non può fregare gli sbirri”. E “ok” NON è ok all’esame di Maturità.

Lo dicevamo prima. Avere consapevolezza di chi ci legge è sintomo di maturità. Per quanto sia scontato è bene ripeterlo: siete alla prova di maturità, non al bar.

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Maturità prima prova consigli | Per il tempo in cui siete seduti su quei banchi, dimenticativi il colloquiale, fate piazza pulita di tutte le k presenti nel vostro cervello a meno che non c’entrino Kant, Kierkergaard o analoghi (in generale, comunque, meglio risparmiare i filosofi tedeschi per la terza prova e l’orale).

Scrivete semplicemente, ma adeguatamente al contesto in cui vi trovate ed evitate i “salti di registro”. “Se si sta parlando del protagonista dei Promessi sposi non si può scrivere ‘Renzo riesce a fregare gli sbirri’ mentre la frase è ‘Renzo riesce fortunosamente a eludere la sorveglianza degli sbirri'”, spiega ancora l’esperto.

Sesta regola: Rileggetevi

Spesso quando si rilegge il compito ci si concentra sugli errori di ortografia, mentre è fondamentale verificare se il discorso regge”, osserva ancora Serianni.

“Ci sono infatti due momenti chiave della prova: la prima mezz’ora, quando non ci si deve fare prendere dall’ansia e bisogna dedicare del tempo alla stesura della scaletta, e la mezz’ora finale, nella quale si correggono le sviste, anche quelle inerenti l’argomentazione”.

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“Un buon esercizio per migliorare le capacità argomentative e prepararsi allo svolgimento del tema è leggere abitualmente gli editoriali dei grandi quotidiani, scegliendo tra i temi di respiro generale”, conclude.

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