Giulia Bongiorno nella bufera: così ha insultato le donne che denunciano violenze
Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica Amministrazione, ha scritto su Twitter il suo commento personale al “Codice Rosso”, la legge che dovrebbe tutelare le donne vittime di violenza. La sua categorizzazione delle donne in due schieramenti (o “in pericolo di vita” o “isteriche”) ha fatto infuriare i social.
La frase è stata ritenuta dagli utenti “infelice” e ha scatenato una bufera di critiche. A rispondere alla ministra donne dello spettacolo, politici all’opposizione e utenti più arrabbiati che mai.
Ospite negli studi di Sky Tg 24, Giulia Bongiorno ha affermato: “Una donna che fa una denuncia per stupro deve essere ascoltata dal pm o dal pg entro tre giorni. Così si può appurare immediatamente se si ha a che fare con un’isterica o con una donna in pericolo di vita e, in tal caso, salvarla”. E poi ha retwittato lo stesso concetto.
Tra le critiche più forti alla ministra, ci sono quelle di Selvaggia Lucarelli: “La tristezza nel leggere l’aggettivo “isterica” pronunciato da un ministro e presidente di un’associazione in difesa delle donne. Bentornato Medioevo”.
Anche Beatrice Brignone, segretaria di Possibile, ha commentato l’accaduto dal suo profilo Facebook: “Questa è quella che ha l’associazione per difendere le donne dalla violenza. Quella che riconosce la PAS, sindrome (inesistente) di quelle che denunciano le violenze dei padri violenti. Di quelle che non vengono credute. Di quelle a cui tolgono i figli. Di quelle che magari denunciano 12 volte prima di essere ammazzate e che lo Stato dice che non poteva farci niente, ché tanto sarebbe stata ammazzata lo stesso. Perché si calmi, signora mia, torni a casa e faccia la pace con suo marito. Non faccia l’isterica”.
Con il Codice Rosso, la legge inasprisce le pene per i reati di violenza sessuale (da 5-10 anni a 6-12 anni), introduce il reato di sfregio del volto punito con 14 anni di reclusione, per chi violenta bambini sono previsti 24 anni di carcere, prevede una corsia preferenziale per le denunce, indagini più rapide sui casi di violenza alle donne e l’obbligo per i pm di ascoltare le vittime entro tre giorni.
Perché, allora, c’è stato bisogno di parlare di isteria?