Il mistero della scomparsa di Giovanni Ghinelli: è stato ucciso per debiti da pregiudicati?
Il giovane bolognese fece perdere le sue tracce il 13 febbraio 2007. Due mesi dopo fu ritrovato il suo zaino con dei documenti, che però sparì incredibilmente dalla caserma dei Carabinieri
Giovanni Ghinelli aveva 33 anni quando il 13 febbraio del 2007 fece perdere improvvisamente le proprie tracce, dopo essere sceso dall’autovettura dei genitori in Via Dell’Arcoveggio.
Da quel momento, per molti anni, non si è saputo più nulla del giovane di Bologna. Giovanni faceva l’infermiere all’Ospedale di Bentivoglio.
Alle 18 del 13 settembre 2007 era terminata una giornata di lavoro che si era rivelata complicata e in cui erano emersi dei problemi. Il 33enne stava attraversando un periodo di grande fragilità interiore: era finita la relazione con la sua compagna e per tale ragione era tornato a casa dai suoi genitori; era caduto in depressione e alternava farmaci e alcool.
La notte prima di scomparire aveva più volte cercato di mettersi in contatto con la sua prima ex ragazza: tante telefonate che lei scoprirà solo al mattino. Che cosa voleva dire Giovanni a questa ragazza? Era in pericolo?
Quel giorno era in macchina con i suoi genitori e si stava dirigendo fuori Bologna ma era nervoso, agitato e ripeteva insistentemente che non avrebbe potuto lasciare la città.
Sfruttando il semaforo rosso tra Via dell’Arcoveggio e Via Roncaglio, in preda alle sue paure interiori, scende dall’auto e scompare nel nulla.
“Poco dopo la scomparsa, inoltre, arriva sul cellulare del padre di Giovanni una chiamata in cui un uomo dall’accento meridionale dice ‘avete acceso i lumi?'”, spiega Barbara Iannuccelli, avvocato della famiglia di Giovanni.
Verrà poi, dopo lunghe indagini, accertato che quella telefonata partiva da un call center di Manduria.
Giovanni Ghinelli era solito frequentare una sala bingo di Bologna intorno alla quale ruotavano personaggi pluripregiudicati anche del sud Italia: Giovanni doveva forse dei soldi a qualcuno?
“Risulta che Giovanni aveva chiesto dal 2000 al 2007 due prestiti che garantiva con la cessione di un quinto del suo stipendio, per un ammontare complessivo di circa 30mila euro: sul suo conto corrente non c’era un euro al momento della scomparsa”, spiega l’avvocato Iannuccelli.
Due mesi dopo la scomparsa il suo telefonino è nuovamente in funzione. Un ragazzo lo aveva trovato sull’argine del Reno, località Cento, e lo stava usando. Insieme al telefono cellulare vi era anche uno zainetto contenente i documenti di Giovanni Ghinelli.
Il giovane consegna tutto ai Carabinieri di Crevalcore. Lo zainetto contenente carta d’identità, tesserino da infermiere e tutti i documenti di Giovanni, sparisce però misteriosamente dalla caserma di Crevalcore.
È lo stesso Comandante della locale stazione a confermarlo ai genitori. “La vicenda della perdita dello zaino di Giovanni, oltre ad essere sconcertante dal punto di vista umano, quasi incredibile, ha impedito di verificare se nello zaino ci fosse qualche elemento utile, come uno scontrino o un biglietto del treno, per ricostruire gli ultimi movimenti del ragazzo”.
“In questa vicenda – dice l’avvocato Iannuccelli – mi ha colpito tantissimo la forza e la dignità di Antonia Angeloni, la mamma di Giovanni. Ha reagito denunciando subito i carabinieri che persero lo zaino del figlio ma ha dovuto sapere da me, pochi giorni fa, che il caso è stato archiviato, senza che nessuno la informasse di ciò. Come sempre speriamo che i tempi siano maturi affinché qualcuno voglia liberarsi la coscienza”.