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“Ho visto le persone e le macchine che cadevano dal ponte”

Immagine di copertina
Il ponte Morandi a Genova sull'A10, crollato il 14 agosto 2018. Credit: Fabio Palli/NurPhoto

Emanuela Barbiroglio è a Genova per TPI. Ha raccolto le testimonianze di chi ha assistito al crollo del ponte Morandi, che ha provocato decine di vittime e feriti

Nikki ha 19 anni e abita col fratello maggiore a Certosa, in Via Walter Fillak. Era in casa da sola alle 11.50 di martedì 14 agosto 2018, si è spaventata e ha aperto la finestra per controllare cosa fosse successo.

“La polvere è entrata dalle persiane ed è arrivata una seconda scossa più forte,” dice. “Nel mentre, il ponte stava crollando. Ho visto tutte le persone e le macchine che cadevano”.

Anche i mobili e i lampadari hanno iniziato a cadere nel suo appartamento. Nikki ha subito pensato al fratello che stava andando a lavoro in centro passando proprio sotto al ponte Morandi, lungo la strada che collega Certosa al centro città.

Il fratello aveva appena superato quel tratto di strada ed era sceso per andare dal tabaccaio. Per via del pericolo di una fuga di gas, non possono tornare a casa fino a nuovo avviso.

Gianpaolo era al supermercato in Piazza Errico Petrella quando sua figlia Romina gli ha telefonato. Anche il loro appartamento stava tremando, come in seguito a una scossa di terremoto.

“Ho sentito un botto tipo un tuono, poi la vicina mi ha chiamato per dirmi che era crollato il ponte,” racconta Romina.

Gianpaolo aggiunge: “Pioveva a dirotto, in un primo momento non abbiamo capito che fosse crollato il ponte”.

Ha al collo un paio di binocoli e guarda sconsolato il ponte Morandi, poi indica l’edificio che la sua famiglia ha appena evacuato: “C’è una crepa che prima non c’era all’ultimo piano”.

Qualcuno ha pensato a terremoto, qualcuno a un fulmine schiantato poco lontano. Le persone che si sono salvate per pochi istanti sono incredule.

“Se fossi passato 30 secondi prima, sarei crollato col ponte,” racconta Massimo che guidava nel tunnel in direzione Genova da Ventimiglia quando ha visto la strada cedere di fronte a sé.

“E chi deve passare adesso che strada fa? Noi siamo scioccate, siamo cresciute con questo ponte.

Ci passiamo tutti ogni giorno almeno due volte al giorno,” si confidano Maddalena e Ileana a occhi spalancati in Via Walter Fillak mentre un elicottero passa sopra le loro teste.

Per ora il numero delle vittime non è stato confermato, ma i Vigili del Fuoco sono al lavoro per estrarre le persone dalle macerie.

Sono arrivati da altre città italiane per aiutare. “Noi siamo appena arrivati da Pistoia”, dice uno di loro accorrendo nella zona più critica.

Un volontario della Protezione Civile non sa molto di più: “Noi siamo qui che aspettiamo soltanto che ci dicano cosa fare”.

Il coordinatore aggiunge: “Io non mi fiderei a stare sotto il resto del ponte. È un ponte che è in manutenzione da una vita. L’idea che ci siamo fatti tutti noi abitanti della zona è che con la manutenzione non riuscissero a stare dietro ai danni. A me personalmente ha sempre fatto paura e cercavo di passare in macchina il più veloce possibile. Però non si poteva immaginare una cosa del genere”.

Sulle cause c’è ancora incertezza, ma un ragazzo fa notare che anche la sera prima i lavori di manutenzione erano in corso proprio sul ponte Morandi.

“Da anni dicono che il ponte è in pericolo, ma nessuno faceva una manutenzione vera. Manutenzione ordinaria sì, ieri notte gli operai stavano martellando proprio qui e mia cognata li ha sentiti da casa”.

Al momento 15 edifici sono stati evacuati sotto il restante pezzo del ponte e nella zona circostante (via Porro e via della Pietra), circa 450 persone dislocate in due rifugi per stasera (il centro civico Buranello e la scuola Disney).

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