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Home » News

Le foto che conoscete di Pio XII dopo il bombardamento di San Lorenzo non testimoniano in realtà la sua storica visita

Immagine di copertina
La foto di Pio XII per decenni ritenuta scattata a San Lorenzo

“Cadevano le bombe come neve, il 19 luglio a San Lorenzo” così una canzone di Francesco De Gregori ricorda l’incursione aerea Alleata che nel 1943 colpì Roma nel quartiere popolare di San Lorenzo – l’obiettivo era lo scalo merci della ferrovia – e che causò la morte di oltre 3mila civili. Oltre ai morti e alla distruzione, di quel giorno si ricorda anche la storica visita del Papa Pio XII, che lasciò il Vaticano per essere vicino ai cittadini del quartiere bombardato: un episodio ricordato da una serie di storiche foto che, tuttavia, non fanno riferimento a quella giornata. Prima di arrivare a questo fatto, facciamo un piccolo passo indietro.

S&D

Nel luglio 1943 la Seconda Guerra Mondiale imperversava da ormai quasi quattro anni. Per l’Italia, convinta che l’ingresso nel conflitto al fianco della Germania di Hitler avrebbe significato una rapida vittoria, le cose stavano volgendo molto diversamente: impantanati e logorati in Russia e sconfitti in Africa, stavano subendo migliaia di perdite e il morale, anche tra i civili, era sempre più basso. Soprattutto, il 10 luglio 1943 le truppe anglo-americane riuscirono a sbarcare in Sicilia, minacciando l’integrità territoriale del paese.

In questo contesto, molte città italiane iniziarono a essere bombardate: obiettivo sono strutture strategiche, come le ferrovie che portano i rinforzi verso il fronte meridionale, porti, aeroporti e zone militari, ma a farne le spese spesso sono i civili, che in queste incursioni muoiono a migliaia. Nel luglio 1943 Roma non era stata colpita, e l’impressione comune era che questa città non sarebbe stata toccata dai bombardamenti, un po’ per il suo immenso patrimonio storico e un po’ perché sede del Vaticano, centro del Cattolicesimo nonché stato neutrale nell’ambito del conflitto. Ma anche se Roma fu colpita sicuramente meno di gran parte delle altre città italiane, questa impressione si rivelò errata.

Quando alle 11 di mattina del 19 luglio 1943 le sirene anti-aeree suonarono a Roma, la popolazione fu colta di sorpresa: oltre 800 tra bombardieri e caccia alleati coprirono il cielo di Roma, in particolare del quartiere di San Lorenzo, con l’obiettivo di distruggere lo scalo merci, ma a pagare furono soprattutto i cittadini: oltre 3mila persero la vita, oltre 40mila rimasero senza un tetto. Di fronte a questa immane tragedia il Papa comprese molto rapidamente che una popolazione ormai completamente sfiduciata verso le istituzioni che avevano portato il paese a una guerra che stava volgendo in maniera sempre più negativa poteva trovare solamente in lui un punto di riferimento.

Fino al pontificato di Giovanni XXIII il Papa raramente lasciava il Vaticano, e quando lo faceva si metteva in moto un’ampia macchina per la sicurezza e per il cerimoniale. Raramente, quindi, le persone interessate all’evento, i giornalisti e i curiosi non erano preparati per tempo. Non fu però questo il caso del 19 luglio, quando il Papa consapevole dell’importanza di essere quanto prima sul posto, uscì dal Vaticano e raggiunse la folla che lo acclamò senza seguire alcun protocollo. Dalle immagini (sia quelle vere che quelle ritenute erroneamente tali) dell’evento vediamo infatti come il Papa e il sostituto segretario di Stato Giovanni Battista Montini (futuro Papa Paolo VI) procedano tra la folla praticamente privi di scorta.

Questo episodio è entrato nella storia con una serie di fotografie che negli anni sono state riportate in diversi testi e da diverse fonti, in cui si vede il Papa in mezzo alla folla: fotografie che però non riguardano tale visita del Papa. Nel 2001 il giornalista Lorenzo Grassi aveva infatti notato sul quotidiano Metro come in tali celebri foto si riconoscesse da alcuni dettagli alle spalle del Pontefice la Basilica di San Giovanni, e dunque non San Lorenzo. A sostegno di questa ipotesi, Grassi ha riportato anche una nota del libro del 1993 Venti Angeli sopra Roma di Cesare De Simone, in cui l’autore parla di come tali foto sarebbero relative alla visita del Papa nel quartiere di San Giovanni in seguito al bombardamento del 13 agosto 1943 che colpì il Tuscolano e il Prenestino. Per quanto sia noto soprattutto il bombardamento di San Lorenzo, Roma venne infatti colpita da ben 51 incursioni aeree durante la Seconda Guerra Mondiale.

Questa scoperta, tuttavia, sembrava lasciare un vuoto circa l’iconografia della storica visita di Pio XII a San Lorenzo. Il quotidiano romano Il Messaggero, nell’edizione successiva al bombardamento del 19 luglio, uscì nelle edicole con una fotografia del Papa che nulla ha a che vedere con quelle note, che a maggior ragione sono state ritenute relative al 13 agosto: la fotografia è molto sfocata e lascia intendere come i fotoreporter di Roma, soprattutto quelli dell’Istituto Luce – che hanno reso note le principali testimonianze dell’epoca – siano stati presi in contropiede dalla visita a sorpresa del Papa.

Il 13 agosto, invece, i fotografi del Luce c’erano e hanno avuto modo di fotografare il Papa e documentare la visita a San Giovanni: non è tuttavia chiaro come negli anni tali immagini siano state confuse con quelle di San Lorenzo.

Sotto: la copertina del settimanale La Semaine

foto Pio XII bombardamento San Lorenzo

Nel febbraio 2017, tuttavia, la vicenda ha subito una nuova svolta. Carlo Galeazzi, collezionista e appassionato della Roma in tempo di guerra (a tal proposito gestisce il gruppo Facebook “Roma Città aperta – gli anni della guerra”) è riuscito a individuare un’edizione del settimanale francese La Semaine relativo al 29 luglio 1943 in cui in copertina è presente una fotografia del Papa a San Lorenzo e, all’interno, un corposo fotoreportage sull’argomento. Tali fotografie sono compatibili con quella pubblicata dal Messaggero e testimoniano in maniera ancora più approfondita la visita del Papa a San Lorenzo. Inoltre, essendo tale settimanale uscito il 29 luglio, le foto del 13 agosto non potevano ancora essere state scattate, e infatti non risultano comparire né lì né in altre pubblicazioni di quel breve lasso di tempo.

Grazie a questa scoperta di Galeazzi, la memoria della storica visita di Pio XII a San Lorenzo è stata salvata.

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