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“Ho iniziato a drogarmi in seconda media”: l’età degli adolescenti che iniziano a fare uso di eroina si abbassa

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L’allarme di San Patrignano, una delle comunità di recupero per ragazzi tossicodipendenti più nota in Italia, lancia un allarme: l’età in cui si inizia a fare uso di droghe si sta abbassando.

“Ho iniziato con la droga in seconda media. Fare il falegname mi sta salvando”, racconta al Corriere della Sera Fabio, 18enne, che da tre vive nella comunità di a San Patrignano.

Per i servizi sociali il suo percorso di disintossicazione era finito, ma il ragazzo ha scelto di rimanere nella comunità.

“Non ci ho pensato un attimo ad andare via proprio ora che sto anche per diplomarmi in Servizi socio-sanitari. Non dimenticherò mai quel 19 agosto 2016 quando sono entrato qui. È stato un trauma staccarmi dalla famiglia dove ho sempre vissuto con mia mamma e le mie due sorelle per ritrovarmi a vivere con 16 miei coetanei”, ha detto il ragazzo.

Fabio aveva iniziato fumando cannabis a 12 anni. “Andavo alle medie e avevo problemi familiari. Non voglio alibi, ma ero frustrato perché vedevo mia mamma attaccata alla bottiglia. Un giorno ho avvicinato amici di amici che fumavano spinelli e ho provato a fare un tiro”. Dalla cannabis a droghe più pesanti il passo è stato breve. “Sono passato quasi subito alla cocaina, ho iniziato a non studiare più e mi sono allontanato dagli amici di sempre che non usavano queste sostanze. In terza media mi hanno bocciato”. La percezione del mondo era c

“Ho iniziato a pensare che la droga mi dava sicurezze, al punto di credere di essere tanto più forte di lei da non prendere il vizio”, racconta ancora Fabio.

Di lì a poco, con una situazione familiare degenerata, Fabio si ritrova a San Patrignano: “È stata la mia salvezza. Dopo il diploma, voglio studiare cinema a Milano. Ora do meno peso a quello che la gente pensa di me, sono padrone delle mie scelte”.

La storia di Fabio è simile alle molte storie di adolescenti che iniziano a fare uso di droghe sempre più giovani.

“L’eroina non è mai scomparsa, ma ciò che è cambiato negli ultimi due tre anni, è che viene utilizzata molto più spesso dai giovanissimi, subito dopo l’esperienza della cannabis, e che sta tornando a crescere l’uso tramite siringa”, ha detto il responsabile terapeutico del Corriere della Sera Antonio Boschini.

“È un fenomeno che osserviamo nei tanti minorenni che ospitiamo nei nostri due centri minori, purtroppo insufficienti a rispondere alle tante domande d’aiuto che ci arrivano. Solo negli ultimi due anni ne abbiamo accolti 53 e se fino a qualche anno fa gli interventi nei confronti dei minori erano principalmente a scopo preventivo per comportamenti aggressivi e per le prime esperienze con le sostanze, oggi ci troviamo ad accogliere anche giovani con alle spalle una storia già lunga, con uso di eroina, epatite C, prostituzione e degrado sociale”.

La Comunità di San Patrignano definisce quella in corso una vera e propria “emergenza” che ha molteplici radici, tra cui problemi familiari, gravi traumi avvenuti nell’infanzia.

La rete dei SerD italiani, seppure efficiente e capillare, non è sufficiente da sola ad affrontare il fenomeno.

“Le comunità terapeutiche devono fare sistema per tornare ad essere un punto di riferimento per i SerD. Oltre a ciò servono maggiori fondi a sostegno dei servizi pubblici per collocare in comunità i minori, dato che risulta che in molte comunità ci sono molti posti accreditati liberi in quanto non coperti dal budget. Tutto questo senza dimenticare che il mondo adulto e genitoriale spesso ha idee poco chiare sulla droga”, continua Boschini.

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