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Daisy Osakue: “Questi comportamenti devono essere puniti, l’Italia non è un paese razzista”

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L'atleta 22enne di origini nigeriane, intervistata dal Corriere della Sera, commenta l'aggressione subita nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Moncalieri, nel torinese

“Questo comportamento appartiene a una minoranza che va punita, perché non ci siano più discriminazioni né verso me, né verso nessun altro. L’Italia non è un paese razzista”. A parlare al Corriere della Sera è Daisy Osakue, l’atleta 22enne di origini nigeriane, colpita dal lancio di uova da un’auto in corsa nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Moncalieri, nel torinese. “Ho avuto molta paura. Ero sola, in una stradina buia: ho creduto che mi avessero buttato addosso dell’acido”, ha raccontato.

Per Osakue, l’aggressione, che le ha causato una tumefazione dell’occhio, è di stampo razzista. “La zona in cui è avvenuta è frequentata da prostitute africane. Quelle persone devono avermi scambiata per una di loro. Non volevano colpire me come Daisy, ma in quanto ragazza di colore”, ha dichiarato al quotidiano di via Solferino.

Secondo l’atleta, che fa parte della nazionale italiana di lancio del disco, non ci sono invidie sportive dietro l’episodio. “Per me è stato razzismo: lo credo al 120 per cento”, ha dichiarato.

Osakue vive in Texas per la maggior parte dell’anno, dove si allena e studia giurisprudenza all’università di San Angelo. Ma al ritorno in Italia, ha ammesso di trovare “una situazione al limite. Viviamo un momento di forte tensione sociale che, unita ai pregiudizi, alla stanchezza, alla frustrazione, in alcuni casi porta a gesti estremi. Lo stesso caos del Parlamento si ritrova nelle nostre città”.

La primatista italiana ha raccontato di avere ricevuto molte manifestazioni di solidarietà, da parte dei colleghi e di esponenti del governo, come una telefonata del premier Conte. “È stato gentilissimo a trovare il tempo per farlo dagli Stati Uniti. Era dispiaciuto per quanto è successo e mi ha fatto il suo in bocca al lupo per le gare”, ha ricordato.

Se all’inizio si temeva che fosse a rischio la sua partecipazione agli Europei di atletica, l’atleta non mancherà all’appuntamento di Berlino con l’obiettivo di “migliorare il mio record personale, che è di 59,72 metri. Giovedì 9 agosto sarò in campo. Voglio esserci a tutti i costi”.

Sono partite le indagini sugli autori dell’aggressione e Osakue spera che vengano presi i responsabili. “Sento di avere meno paura. Spero che quello che è successo serva a far capire che bisogna gettare acqua su questo fuoco invece che continuare ad alimentarlo”.

L’atleta, nata a Torino da genitori nigeriani, commenta anche lo ius soli: “Per ottenere la cittadinanza italiana ho dovuto aspettare di compiere 18 anni. E questo nonostante sia nata a Torino. In molti paesi esteri ci vuole assai meno. È triste non avere lo ius soli”.

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