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Home » News

Tutte le bufale sul crollo del ponte Morandi a Genova

Immagine di copertina
Il cane soccorritore, l'"angelo con la coda"

Dall'angelo con la coda alla bambina estratta dalle macerie, passando per gli islamici che esultano per la tragedia genovese

Siamo ormai abituati, tristemente, a convivere con le bufale. Sempre più spesso abbiamo a che fare con le fake news, che sembrano aumentare esponenzialmente nei momenti più delicati.

Nelle ore seguite al drammatico crollo del ponte Morandi a Genova abbiamo assistito a una preoccupante impennata di bufale. Immagini falsate o completamente decontestualizzate dalla tragedia di Genova si mischiano con teorie infondate sulle possibili cause del cedimento del viadotto genovese.

Il web diventa humus per permettere la proliferazione di queste notizie false, che, ai tempi dei social, vengono riprese, ripostate, ritwittate e arrivano prepotenti su cellulari e pc, diventando “verità” quando non si procede alla verifica accurata di fatti e fonti.

Vi proponiamo una raccolta delle bufale più eclatanti:

1. La lettera del padre alla figlia
bufala lettera genova
Marta Danisi, una delle vittime del crollo del ponte Morandi a Genova, e il testo della falsa lettera che le avrebbe scritto il padre

Sono oltre 800mila le condivisioni su Facebook di una lettera che il padre di Marta Danisi, giovane vittima del crollo del ponte Morandi a Genova, avrebbe scritto in ricordo della figlia scomparsa.

Quella lettera, però, non è mai stata scritta. O, meglio, non dal padre di Marta, che, tra l’altro, sarebbe morto da diversi anni.

Inoltre, a insospettire sono alcuni passaggi della lettera. Passaggi che ricordano molto la lettera di un altro papà che scriveva a una figlia tragicamente scomparsa. La lettera di un’altra bufala, però.

Era il 2015 e la vittima in questione era una ragazza uccisa durante l’attacco terroristico di Parigi, al Bataclan, del 13 novembre di quell’anno. Stesse parole e stessi concetti espressi nelle due lettere non lasciano dubbi: si tratta di una bufala.

2. La foto ponte Morandi risalente a una settimana prima del crollo

L’immagine in questione ritrae il ponte, prima che collassasse, in pessime condizioni. Immagine risalente, secondo la notizia falsa, a circa una settimana prima della tragedia. Il messaggio per gli utenti connesso alla foto è esplicito: tragedia annunciata.

Il ponte ritratto nella fotografia che ha fatto il giro del web impressionando tanti non era il ponte Morandi, ma ponte di Ripafratta. Geograficamente da tutt’altra parte rispetto al Morandi.

3. “L’angelo con la coda”
Il cane soccorritore, l'”angelo con la coda”

Ecco. Forse la foto che ha fatto di più il giro del web è quella del labrador golden retriever con la pettorina da soccorritore, che, su una barella, si muove sospeso nel vuoto per raggiungere le macerie.

La foto in questione, però, non è stata scattata a Genova, ma a New York. Nel 2001. Le macerie erano quelle delle Torri Gemelle venute giù dopo l’attacco dell’11 settembre.

Sono tanti i cani impegnati nelle operazioni di soccorso che lavorano incessantemente tra i resti del ponte e le lamiere accartocciate delle auto, ma non quello sulla barella, no, non è uno di loro.

4. La famiglia di quattro persone coinvolta nella tragedia

Elena, Amanda, Paolo e Jacopo sono stati il frutto della fantasia di qualcuno che si è divertito a mettere in giro una notizia completamente infondata, per di più a pochissime ore dalla tragedia.

Un racconto commovente e assolutamente verosimile della famiglia sprofondata nel Polcevera che ha fatto il giro del web. Completamente falsa.

5. La foto del pilone senza supporto
Il pilone senza supporto, ma non è del ponte Morandi

Complottisti e non si sono avvalsi di diverse fotografie in cui apparivano dettagli del ponte particolarmente malridotti. Una di quelle che più ha fatto scalpore è l’immagine di un pilone – ripreso molto da vicino – senza supporto.

Situazione preoccupante per un ponte come quello crollato a Genova, su cui scorre un tratto autostradale particolarmente traffico. Però quel pilone non era del ponte genovese, bensi del viadotto di Mele sulla A26.

6. La bambina viva estratta dalle macerie
L’immagine della bambina estratta dalle macerie, ma non è Genova

Nessuna bambina è stata estratta viva dalle macerie. La foto della piccola tirata fuori da un cumulo di macerie non ha nulla a che vedere col crollo del ponte. È facile capirlo: basta osservare il tipo di macerie e, soprattutto, la divisa dei vigili del fuoco. Come ha stabilito Bufale.net, la foto è stata scattata subito dopo il terremoto a Ischia.

7. L’emergenza sangue

A poche ore dal crollo del viadotto, ha iniziato a circolare la notizia della carenza di sangue all’ospedale San Martino di Genova. Questa informazione, particolarmente credibile nelle ore di emergeza che seguono tragedie come quelle di Genova, era del tutto falsa.

A mettere a tacere la voce sono state l’Avis di Genova e Chiavari che hanno smentito immediatamente la notizia. Anche perché il numero delle persone coinvolte non è stato ingente e le strutture sanitarie del territorio sono riuscite a far fronte all’emergenza.

8. Gli islamici che esultano per il crollo del ponte

È impazzata sul web la notizia – diffusa da Il Populista, testata vicina alla Lega di Matteo Salvini – secondo cui sotto al video della tragedia pubblicato da Al Jazeera sarebbero comparsi dei commenti in cui “islamici esultano per il ponte caduto a Genova” (così titolava la testata).

Nel pezzo viene riportato un commento pubblicato sotto il post diffuso su Facebook dalla testata araba: “Questo è un segno di Allah in seguito alla decisione del Governo italiano di impedire la costruzione di moschee”.

In fondo all’articolo, Il Populista giungeva: “Checché ne dicano i buonisti della Sinistra, queste persone non potranno mai integrarsi con NOI. E quindi, che restino nei loro paesi”.

Bufale.net spiega, invece, che i commenti incriminati non sono più più rintracciabili sul web, perché probabilmente sono stati rimossi dai di social media manager di Al-Jazeera perché ritenuti offensivi e postati dai “troll”, profili creati appositamente per alimentare l’odio sui social.

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