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Home » News

Le scuse dopo l’aggressione razzista, il gesto di due bambini di Napoli diventa uno spot per l’integrazione

Immagine di copertina
L'abbraccio dei due ragazzi con Jacoubou Ibrahim (credits: Facebook Ivo Poggiani)

Lo assalirono con lo spray urticante nel rione Sanità

AGGRESSIONE RAZZISTA BAMBINI CHIEDONO SCUSA – Si erano resi protagonisti di un’aggressione a sfondo razzista a Napoli, nel rione Sanità. Avevano usato uno spray urticante contro un mediatore culturale di 51 anni, Jacoubou Ibrahim, originario del Benin, ricoprendolo anche di insulti.

S&D

Una settimana dopo hanno avuto l’occasione per redimersi: grazie all’impegno del parroco del quartiere, don Antonio Loffredo, del presidente della Terza Municipalità (dove si trova il rione Sanità), Ivo Poggiani, e di alcuni educatori, infatti, hanno potuto incontrare l’uomo in chiesa, chiedendogli scusa e trasformando il loro gesto in uno spot contro il razzismo.

La vicenda riguarda due bambini napoletani, rispettivamente di 10 e 12 anni, che hanno preso di mira Jacoubou, che vive in Italia da 28 anni e lavora come mediatore culturale all’Asl di Napoli. L’uomo ha deciso di denunciare subito i due baby-aggressori, seppur sottolineando che non si è trattato di un’aggressione a sfondo razzista, ma di una mancanza di sicurezza che colpisce diverse zone della città.

LEGGI ANCHE: Se il popolo è diventato populista (e razzista) la colpa è delle élite

Quando le forze dell’ordine hanno rintracciato i due aggressori, poi, l’uomo si è reso disponibile a un incontro con i ragazzi, per ascoltare le loro ragioni e ricomporre la questione. E la foto dell’abbraccio dei due bambini al mediatore culturale ha fatto il giro del web.

Intervistato da Repubblica, Jacoubou ha dichiarato di aver accettato le loro scuse perché ha visto i due bambini “sinceramente pentiti”. I due, inoltre, “hanno promesso che si impegneranno in piccole attività di volontariato sul territorio”.

Il più piccolo, inoltre, si è presentato dall’uomo con una lettera nella quale esprimeva la sua volontà di dire “No” al razzismo: “Scusami Ibrahim – si legge nella missiva, pubblicata su Facebook dal presidente del Municipio – se credi che siamo una baby gang, noi non lo siamo. Accetta le scuse, io e la mia famiglia siamo molto dispiaciuti. Non si ripeterà, sto male per te”.

“Sono padre – ha dichiarato l’uomo aggredito – voglio bene a questi ragazzi, ma le istituzioni devono impegnarsi di più”.

Su un punto, tuttavia, il mediatore culturale è stato inamovibile: ha deciso infatti di non ritirare la denuncia contro quei ragazzi. Un gesto frutto di un tentativo di rivalsa? Assolutamente no: “Ritirerò la denuncia – ha spiegato – solo quando vedrò un reale impegno dei ragazzi”.

Il gesto di Jacoubou Ibrahim si colloca nel novero delle risposte originali e concrete al problema del razzismo nel nostro Paese: un tentativo, anche grazie alle forze dell’ordine e all’amministrazione comunale, di puntare sulla rieducazione delle giovani generazioni, sempre più spesso protagoniste di gesti xenofobi.

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