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Quali sono e dove vivono le tribù indigene incontattate

Immagine di copertina
Credit: AFP

Sono oltre 100 e si trovano nei luoghi più remoti del pianeta. Ecco come si chiamano e cosa minaccia la loro sopravvivenza

Oltre 100 tribù, in ogni angolo della Terra, vivono lontane e isolate dall’esterno. Sono popoli che rifiutano il contatto con il resto del mondo e che vengono identificati come “tribù incontattate”. tribù indigeni dell’amazzonia

S&D

Quando si parla di tribù incontattate ci si riferisce a gruppi umani che volontariamente non hanno contatti pacifici con nessun membro delle altre culture o della società odierna. tribù indigeni dell’amazzonia

Nel definirle tribù mai contattate non si intende dire che queste popolazioni non sappiano dell’esistenza di altri esseri umani. Anche le tribù incontattate hanno dei vicini e questi possono essere i membri di un’altra tribù, con cui le relazioni sono più o meno amichevoli. tribù indigeni dell’amazzonia

D’altronde, come sottolineava la Bbc in un articolo del 2014, “tutte le cosiddette tribù non contattate di oggi hanno un passato di contatto: sia quello compiuto con lo sfruttamento da parte di altre società, sia semplicemente per la vista di un aereo che ha sorvolato i loro territori”.

Non esistono dati certi su quante siano realmente e da quanti individui siano formate le tribù incontattate. Proprio perché dislocate in angoli remoti del pianeta, nuove tribù potrebbero essere scoperte in futuro e altre potrebbero essere scomparse o estinte.

L’ong Survival International, movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, ha compiuto un’analisi secondo la quale queste tribù sono presenti in Asia, Oceania, America centrale e America latina.

Asia

Nell’arcipelago delle isole Andamane, e precisamente sull’isola di North Sentinel, vive il popolo dei Sentinelesi. Questa popolazione ha attirato l’attenzione internazionale a seguito dello tsunami che ha colpito l’Asia nel 2004, quando un membro della tribù fu fotografato su una spiaggia mentre scoccava frecce in direzione dell’elicottero che sorvolava l’isola per controllare il loro stato di salute.

I Sentinelesi vivono in grandi capanne con diversi focolari per più famiglie, o rifugi provvisori senza pareti laterali e con spazio sufficiente per un solo nucleo familiare. tribù indigeni dell’amazzonia

“Le donne portano una cordicella di fibra intorno alla vita, al collo e alla testa”, si legge sulla pagina di Survival International dedicata ai Sentinelesi. “Anche gli uomini usano collane e fasce attorno al capo mentre in vita hanno una cintura più spessa; portano anche lance, archi e frecce”.

In Vietnam vive invece il popolo Ruc, che fu identificato per la prima volta durante la guerra da soldati nordvietnamiti. Quando sono stati visti i Ruc erano delle tribù di cacciatori-raccoglitori, che vivevano in grotte nella provincia orientale di Quảng Bình. Da allora, il governo vietnamita ha fatto molti tentativi di trasferirli.

Oceania

Nel 1984, nel deserto di Gibson nell’Australia occidentale, fu individuato un gruppo di Pintupi, considerati gli ultimi aborigeni australiani a non essere mai venuti in contatto con degli occidentali.

Questo gruppo di Pintupi conduceva ancora uno stile di vita semi-nomade tradizionale, anche se, secondo lo scrittore britannico Bruce Chatwin, la gran parte di questa tribù è stata “sloggiata dal deserto occidentale e inserita nella civiltà dei bianchi”.

“Fino alla fine degli anni Cinquanta i Pintupi avevano continuato a cacciare e a cercare cibo, nudi sulle dune, come facevano da almeno diecimila anni”.  ha scritto  Chatwin nel libro Le vie dei canti. “Erano uomini sereni e di larghe vedute, che non praticavano i cruenti riti iniziatici delle tribù più sedentarie. Gli uomini andavano a caccia di canguri e di emù. Le donne raccoglievano semi, radici e larve. D’inverno si riparavano dietro frangivento di spinifex e restavano raramente senz’acqua, persino quando il caldo era cocente”.

America centrale

In Messico vivono invece i Lacandòn, un gruppo indigeno discendente dai Maya, individuato per la prima volta nel 1924. Per secoli hanno vissuto nella giungla dello stato messicano di Chiapas in isolamento, conservando l’indipendenza e la cultura dei loro antenati.

Oggi, però, secondo alcuni, con i moderni mezzi di comunicazione, il loro isolamento è finito per sempre e i Lacandòn si stanno integrando nella cultura occidentale.

America latina

L’America latina è il territorio dove si ritiene che le tribù indigene mai contattate siano maggiormente presenti.

Fino al 2006, si riteneva che in Bolivia vivessero cinque gruppi indigeni mai contattati: gli Areyo, gli Mbya-Yuqui, gli Yurakare, i Pacahuara, gli Araona.

Altre tribù sono presenti in Brasile, dove a dicembre del 2016, il fotografo brasiliano Ricardo Stuckert ha fotografato casualmente una tribù amazzonica che vive in totale isolamento, dopo che l’elicottero sul quale volava per fare un reportage su altre tribù ha cambiato rotta a causa di un temporale.

Nel 2014 una tribù isolata dello stato di Acre, la tribù Txapanawa, è entrata contatto con una spedizione di antropologi. La tribù, di cui nessuno conosce il nome, è composta da almeno 300 persone, che coltivano banane, patate dolci, manioca e arachidi e praticano caccia e pesca.

– LEGGI ANCHE: Ho trascorso vent’anni con gli indios in Brasile: ecco cosa ho imparato

In Colombia invece sono stati identificati tre gruppi: i Carayabo, nella foresta amazzonica, a nord del fiume Putumayo con una popolazione complessiva di centocinquanta individui, i Guaviare Macusa, conosciuti anche come Nukaak, con circa trecento membri, in Guainia, tra i fiumi Guaviare e Inìrida, ed una tribù ancora non identificata, lungo l’alto corso del Rio Yari. 

In Ecuador vivono invece i Taromenane e i Tagaeri. Queste popolazioni, a causa dello sfruttamento dell’Amazzonia ecuadoriana e la colonizzazione accelerata e incontrollata di territori incontaminati, sono state costrette a un trasferimento forzoso.

Dopo la trasformazione del loro habitat e la diminuzione delle fonti di sopravvivenza provocate dall’inquinamento e dal rumore delle aziende, i Tagaeri e i Taromenanis hanno rifiutato ogni tipo di relazione con l’esterno e vivono in una zona impenetrabile della foresta amazzonica nel Parco Nazionale Yasuní. tribù indigeni dell’amazzonia

In Guyana sopravvive la tribù dei Wapishana, con circa 100 membri raccolti tra i fiumi Essequibo e Tacutu, ed una tribù il cui nome è ignoto. tribù indigeni dell’amazzonia

In Guyana francese vive la tribù Wayãpi, concentrata, con circa 100 membri, tra i fiumi Eureupoucine e Camopi.

In Venezuela vive invece parte del popolo Yanomami, una delle più numerose tribù mai contattate, con una popolazione stimata intorno alle 300-400 unità, parte della quale vive anche in Brasile. tribù indigeni dell’amazzonia

In Paraguay vivono circa 300 Totobiegosode, appartenenti al ceppo degli Ayoreo, mentre nel Suriname vive la tribù degli Akulio. tribù indigeni dell’amazzonia

In Perù, soprattutto nella sua parte amazzonica, vivono le tribù Morunaua, con circa 150 membri, Parquenahua e Pasabo, entrambe composte da circa 200 individui. tribù indigeni dell’amazzonia

A febbraio del 2017, l’Aidesep, la principale organizzazione indigena dell’Amazzonia, ha fatto causa al ministero della Cultura del Perù per non aver tutelato le tribù incontattate dalle invasioni e dalle prospezioni petrolifere. Il governo, secondo l’Aidesep, non avrebbe rispettato l’obbligo legale di mappare e creare cinque nuove riserve indigene, e di proteggere i popoli che vi abitano. tribù indigeni dell’amazzonia

Le minacce alla sopravvivenza delle tribù

Queste popolazioni sono frequentemente sottoposte al rischio di estinzione. In un documentario del 2008, la ong Survivor International dedicò loro anche un approfondito documentario per denunciare tutte le minacce che compromettono la loro sopravvivenza. Le principali sono:

  • Epidemie. Per i popoli tribali isolati, la causa più frequente di morte sono le malattie introdotte dall’esterno. Le tribù incontattate non hanno difese immunitarie verso virus come l’influenza, il morbillo e la varicella, com’è invece per la maggior parte di altre società che sono in contatto con il mondo esterno da centinaia di anni.
  • Contatti esterni. I missionari cristiani hanno cercato di entrare in contatto con le tribù per cinquecento anni, e continuano a farlo ancora oggi. Spesso convinti che questi popoli siano “primitivi” e che conducano un’esistenza miserabile “nell’oscurità”, il loro obiettivo principale è quello di convertirli al cristianesimo. Ma ogni contatto significa una possibile trasmissione di malattie per le quali questi popoli non sono preparati.
  • Taglialegna. Molte aree abitate dai popoli incontattati sono invase illegalmente dai taglialegna, che spesso entrano in contatto con le tribù locali. In molti muoiono a causa delle malattie introdotte dai taglialegna o addirittura uccisi da loro.
  • Multinazionali. Le aziende sono spesso interessate ai territori abitati da queste tribù, e i progetti agro-industriali tendono a modificare l’habitat naturale, costringendo le popolazioni ad abbandonare i loro territori e a contatti che mettono a repentaglio la salute degli indigeni.

Negli anni Ottanta, ad esempio, le prospezioni petrolifere effettuate da Shell nell’Amazzonia peruviana portarono al contatto con la tribù isolata dei Nahua: in pochi anni, quasi il 50 per cento della tribù morì. Oggi nei territori abitati dalle tribù isolate operano diverse compagnie petrolifere come la Perenco, Repsol-YPF e Petrolifera.

tribù indigeni dell’amazzonia

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