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Home » News

Una sentenza dichiara leciti i siti con streaming di film

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Il tribunale di Frosinone, per la prima volta in Italia, ha dichiarato che i gestori di siti streaming non sono punibili se non è dimostrato un guadagno

Una sentenza del tribunale di Frosinone ha annullato una sanzione di quasi 600mila euro a carico di alcuni siti che permettono di vedere in streaming film pirata online. 

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È la prima volta in Italia e in Europa che viene emessa una sentenza che va in questa direzione, non bollando immediatamente per illeciti i siti che rimandano tramite link allo streaming. 

La notizia è stata riportata dal quotidiano La Repubblica, attraverso l’avvocato Fulvio Sarzana, difensore dei gestori dei siti (filmakers.biz, filmaker.me, filmakerz.org, e cineteka.org).

“Finalmente un giudice ha riconosciuto che non è automatica la violazione del diritto d’autore se un sito ospita link a streaming di film e musica su internet, anche con banner pubblicitari, se non è chiaro il fine di lucro”, ha detto Sarzana a La Repubblica

“Per la prima volta è stato ristabilito lo stato di diritto nelle questioni di copyright. Questo è infatti il primo giudice che riconosce che se non ci sono prove sufficienti, un sito non può essere chiuso e il suo gestore sanzionato”, dice a La Repubblica Marco Scialdone, docente a contratto in digital copyright, presso la Link Campus University di Roma e responsabile del team legale dell’Associazione Agorà Digitale.

Il giudice ha accolto il ricorso contro una ordinanza-ingiunzione del 2015 con cui il gestore era stato condannato a pagare 546.528,69 euro, oltre le spese, per aver violato la legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche.

“Al fine della commissione dell’illecito in esame, deve essere raccolta la prova dello specifico intento del file sharer di trarre dalla comunicazione al pubblico, per il tramite della messa in condivisione in rete di opere protette, un guadagno economicamente apprezzabile e non un mero risparmio di spesa”, recita la sentenza, emessa a febbraio 2017, ma di cui si è venuti a conoscenza lunedì 27 marzo.

 Cade per la prima volta l’assunto per cui i siti che danno accesso a streaming illegali sono oscurati in automatico dopo essere stati denunciati alle autorità.

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