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Home » News

Cosa si sono detti i tre leader di Italia, Francia e Germania a Ventotene

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Le tre nazioni forti dell’Ue hanno discusso di lotta al terrorismo, rapporti con la Turchia e politiche migratorie, di economia e su come rilanciare l’Ue dopo la Brexit

I leader di Italia, Francia e Germania, riuniti nel summit trilaterale nell’isola di Ventotene per discutere su come rilanciare l’Europa, sostengono che l’Unione europea non è finita dopo la Brexit, ma anzi hanno annunciato di voler migliorare la sicurezza comune, ridare impulso alla crescita economica e garantire un futuro alle nuove generazioni.

“Molti hanno pensato che l’Europa fosse finita dopo la Brexit, ma non è così”, ha detto il premier Matteo Renzi, accogliendo sulla nave Garibaldi la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, dopo aver insieme a loro reso omaggio alla tomba di Altiero Spinelli, uno dei padri fondatori dell’Europa, imprigionato durante il fascismo proprio nell’isola pontina, dove scrisse insieme a Ernesto Rossi il Manifesto di Ventotene, in cui immaginava una federazione di stati europei.

“É molto facile in questo momento lamentarsi, fare polemiche e trovare colpevoli e alibi, fare dell’Europa il capro espiatorio. Per i populisti è la causa di tutti i mali, ma non è così. L’Europa invece è la soluzione ai problemi del nostro tempo. É la più grande opportunità per le nuove generazioni” e per questo “non ci faremo scoraggiare dalla Brexit, né dai problemi di ogni giorno”, ha aggiunto il presidente del Consiglio Italiano.

Le tre nazioni “forti” dell’Unione europea, dunque, hanno discusso di lotta al terrorismo, dei rapporti con la Turchia e infine della “priorità assoluta”, cioè le politiche migratorie. 

Il presidente francese Hollande ha sottolineato l’importanza di sviluppare una sicurezza comune e rendere più semplice lo scambio di informazioni tra i servizi di sicurezza nazionali per contrastare efficacemente l’Isis. Ma ha anche voluto mettere in guardia dal ritorno dei nazionalismi, sull’onda della Brexit, che deve essere contrastato da più “unità e coesione” e non con divisioni ed egoismi nazionali.

Anche Angela Merkel ha sottolineato che l’Europa è nata in uno “dei momenti più oscuri” nella storia d’Europa, ma che adesso, di fronte alle “enormi sfide” bisogna lavorare insieme, rafforzare la sicurezza alla frontiere interne ed esterne, rilanciare la crescita economica e l’occupazione giovanile.

L’obiettivo del trilaterale era quello di trovare una posizione comune da parte dei tre leader in vista del summit di Bratislava in Slovacchia con i 27 paesi europei rimasti nell’Unione dopo la Brexit.

Hollande ha sostenuto che uno dei più urgenti compiti è eliminare l’incertezza politica ed economica causata dall’uscita del Regno Unito dall’Europa. Servono quindi “più investimenti in cultura, dobbiamo dare risposte ai giovani, non vogliamo decidere per le altre nazioni, ma dobbiamo impegnarci per portare l’Europa verso un futuro”.

Sui temi economici Matteo Renzi ha chiesto “misure forti per la crescita dell’Europa e investimenti di qualità con riforme strutturali”, ma anche più flessibilità sulle regole di deficit per aiutare l’economia a ripartire. Accordo completo con Hollande che vorrebbe aumentare gli investimenti e migliorare un’armonizzazione delle regole fiscali.

Sui migranti e sull’allarme terrorismo “dobbiamo fare di più per la sicurezza interna a esterna” all’Ue, ha spiegato Merkel, secondo cui si devono “facilitare gli scambi tra i servizi di intelligence, tutta la raccolta di informazioni sul territorio deve essere migliorata. Di fronte a sfide così grandi, ai tanti profughi che arrivano, dobbiamo migliorare il meccanismo di protezione delle frontiere”. La cancelliera tedesca si è detta tuttavia “convinta” che la collaborazione con la Turchia in tema di migranti “è giusta”. 

Tutti e tre i leader nelle loro nazioni sono insidiati dalla pressione dei partiti euroscettici o populisti. Il prossimo anno si terranno le elezioni generali in Francia e Germania e in Italia in autunno è atteso il referendum sulla riforma costituzionale, sul quale Matteo Renzi ha fondato il suo programma politico.

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