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Home » News

Vi racconto cosa si prova a essere accusati di pedofilia per una bufala

Immagine di copertina

TPI ha inverstato Alfredo Mascherone, il barista di Parma che in pochi giorni ha ricevuto insulti e minacce per una notizia falsa condivisa migliaia di volte su Facebook

Alfredo è una vittima delle bufale. In pochi giorni la sua vita è cambiata a causa di una falsa notizia sul suo conto: è stato accusato 20mila volte di essere un pedofilo.

— Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

“È un bastardo che manda foto nude a tutti e un pedofilo”, diceva un messaggio condiviso su Facebook e Messenger, accompagnato dal link diretto al suo profilo che invitava a insultarlo e a condividere il post diffamatorio.

TPI ha intervistato Alfredo Mascherone, ragazzo di Collecchio, in provincia di Parma, per ricostruire la vicenda. 

“Mi sono svegliato quella mattina (6 maggio, ndr) ed ero invaso dalle notifiche sul cellulare. All’inizio pensavo che si fossero sbagliati, che mi stessero accusando per sbaglio. Poi però gli stessi che mi accusavano mi mandavano il link di questo post che girava su Messenger dove dicevano che mandavo foto nude e che ero un pedofilo, con il link alla mia pagina e alla mia foto e quindi ho capito che era già tardi”. 

Hai immaginato chi possa essere stato? 

Assolutamente no, stiamo parlando di un post che è stato condiviso più di 20mila volte, tra sabato e domenica. Sono passati alcuni giorni ma c’è gente che ancora insulta. Ma non ho la minima idea di chi sia stato e non voglio puntare il dito contro qualcuno come è stato puntato il dito contro di me. 

Come ti sei mosso?

Sono andato subito dai carabinieri, che mi hanno detto di rivolgermi alla polizia postale. Purtroppo a Parma la polizia postale lavora il martedì dalle 9 alle 13, quindi ho capito che mi aspettava un bel weekend da solo. Ho passato sabato, domenica e lunedì a prendere insulti.

Al momento non ho avuto alcun riscontro, è una cosa lunghissima e non si sa nemmeno se si arriverà a capire chi è il responsabile. Ho dovuto ingaggiare io una persona privatamente per fare delle ricerche, un informatico, dato che la polizia postale dice che è difficile. 

E su Facebook?

Su Facebook ho segnalato la prima persona che mi ha insultato, la quale magari non c’entra nulla perché non la conosco neanche. Questa persona ha dieci profili. Io li ho segnalati tutti e dieci ma tutti rispettano gli standard di Facebook. Penso che l’autore sia qualcuno che conosco e che mi vuole male, non penso di essere così sfigato da essere stato preso a caso. Ho già assunto due legali e procederemo con una causa. 

Che idea ti sei fatto di tutta questa vicenda?

Le bufale esistono da quando esistono le notizie ovviamente. Su Facebook è pieno di bufale per ogni argomento. Il problema è che la notizia falsa diventa virale, gira molto, mentre la sua smentita gira un po’ meno.

La cosa che fa clamore è il fatto che io sia pedofilo, in questo caso, poi che io sia innocente e che la notizia sia falsa non importa a nessuno. La gente vuole lo scoop, vuole parlare di qualcosa. 

Hai ricevuto delle scuse?

Dopo i vari post di smentita, ho ricevuto un sacco di messaggi di gente che si scusava. Ma così è troppo semplice. In 20mila accusano una persona di pedofilia, poi chiedono scusa. Io rimango il pedofilo. Questo deve fare riflettere: Facebook è uno strumento e dipende da come viene utilizzato.

Se guidi in macchina in una strada di città a duecento all’ora e ti schianti, la colpa non è della macchina. Sei tu che conduci la macchina. Sei tu che usi le cose e devi usare il cervello. 

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