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Starbucks, 15 assurde curiosità e retroscena della caffetteria più famosa al mondo

Immagine di copertina
Credit: Beata Zawrzel/NurPhoto

Sapevate che la storia di Starbucks inizia proprio a Milano o che il grembiule dei dipendenti nasconde nell'etichetta parole incoraggianti? O che alcuni negozi sono in incognito? Ecco tutte le curiosità del magnate del caffè

L’agognata apertura di Starbucks in Italia è giunta a compimento. Il 6 settembre 2018 si è tenuta l’inaugurazione del primo store a Milano, nell’ex palazzo delle poste di Piazza Cordusio, con tanto di maxischermi proiettanti filmato celebrativo dell’azienda, blocco del traffico e spettacolo dei ballerini dell’Accademia della Scala. (Qui le prime foto di Starbucks a Milano).

È lo store più grande d’Europa e si tratta di una torrefazione, classe “reserve roastery”, l’alta fascia. Tutti i prodotti dolciari sono forniti dalla storica panetteria Princi. starbucks curiosità

La diatriba è già ampiamente in corso: c’è chi è in trepidazione per l’aarrivo di una location tutta americana che fa tanto luogo d’incontro da telefilm anni ‘90 e chi ha inevitabilmente polemizzato a suon di sarcastici “volete insegnarci a fare il caffè?”, a cui peraltro l’azienda ha risposto con un “no, vogliamo mostrarvi quello che abbiamo imparato”.

Starbucks a Milano: menù e prezzi del primo negozio in Italia

Queste sono le cose che sappiamo. Ci sono però alcune curiosità di cui probabilmente non tutti sono al corrente.

1. I suoi fondatori non c’entravano niente col caffè.

Il primo negozio, a Seattle, fu aperto nel 1971 da tre soggetti senza nemmeno un MBA: un insegnante di storia, un insegnante di inglese e uno scrittore diventato poi pubblicitario. Il primo si occupava della gestione del negozio, il secondo della parte finanziaria e della produzione di caffè, il terzo del marketing. Il negozio, allora e per molto tempo, vendette solo chicchi di caffè.

 2. Il fondatore in realtà è considerato un altro.

La svolta in termini di utili e internazionalizzazione arrivò infatti grazie alle intuizioni di Howard Schultz, storico amministratore delegato e oggi presidente di Starbucks, che durante un viaggio – proprio a Milano – entrò in contatto con la cultura italiana del caffè e la tradizione del bar, concependo la struttura dei locali che oggi tutti conosciamo.

 3. Schultz era poverissimo, e la sua idea venne bocciata dai fondatori.

Schultz nasce e cresce nelle case popolari di Brooklyn. Il padre, autista di camion, perde il lavoro in seguito a un infortunio, sottraendo ogni forma di reddito alla famiglia. starbucks curiosità

Entra in università grazie a una borsa di studio per meriti sportivi. Poi smette di giocare a football per potersi mantenere tramite lavoretti (tra cui il barista).

Viene assunto in Xerox come venditore e dopo poco diventa general manager in Hammarplast. Qui riceve un ordine di macchine per caffè da una piccola torrefazione di Seattle di nome Starbucks.

Memore del viaggio milanese, prova a convincere i fondatori a trasformare la torrefazione in caffetteria di ispirazione italiana, ma l’idea viene respinta. Ci prova quindi con le sue forze, fondando una catena dal nome “Il Giornale” (in italiano), raccoglie faticosamente fondi – 217 finanziatori su 242 interpellati gli rispondono che la sua idea vale poco e niente – e nel 1985 riesce a partire.

Due anni dopo Il Giornale acquisisce Starbucks per 3,8 milioni di dollari. Schultz ne diventa amministratore.

4. Il logo originale era un po’ sconcio.

Nella disperata ricerca di un logo dopo la fondazione del brand, i tre, sfogliando un libro di storia marina del sedicesimo secolo, si imbatterono in un’incisione norrena che raffigurava una sirena nuda a due code. Figura peraltro diffusamente presente anche nell’iconografia cristiana del primo millennio (pertanto anche in qualche edificio di Milano).

Li convinse immediatamente. È solo qualche anno dopo che i suoi lunghi capelli sono stati sistemati in una posizione più strategica, il volto aiutato da una stilizzazione ringiovanente e le due code diventate qualcosa di difficilmente decifrabile dal logo odierno.

Ah, è stato Schultz a cambiare il colore del logo da marrone a verde, considerato più positivo e vitale.

 5. Il nome ha un’origine pressoché casuale.

Leggenda narra che l’ispirazione provenga da Mody Dick, più precisamente dal nome del primo ufficiale di coperta, Starbuck.

La realtà invece, raccontata in un’intervista da uno dei fondatori al Seattle Times, vuole che un collega del pubblicitario, a cui il fondatore si era rivolto per un parere informale, abbia affermato che le parole che iniziano con “st” risultano particolarmente potenti ed efficaci. starbucks curiosità

Durante un intenso brainstorming intorno alle parole che iniziano con “st”, cade l’occhio su un’antica mappa della Catena delle Cascate, situata tra Canada e Stati Uniti, e sulla piccola città mineraria di Starbo. Solo allora sarebbe affiorato alla mente il nome del capitano di Moby Dick, dando il senso definitivo sia alla parola che alla sua scelta.

6. Non riuscirete mai a provare tutte le combinazioni dell’offerta di Starbucks.

Come ha dichiarato Lisa Passe, portavoce dell’azienda: “Se si considerano tutte le nostre bevande principali e le si moltiplica per le possibili customizzazioni di ciascun prodotto, di ottengono oltre 87 mila combinazioni”.

7. Le combinazioni non sono gli unici numeri da record.

Nel ventennio compreso tra il 1987 e il 2007, l’azienda, in media, ha visto l’apertura di due nuovi store ogni giorno. Ogni anno Starbucks vende 4 miliardi di tazze di caffè: allineandole, sarebbero 35 volte più lunghe della Muraglia Cinese. Starbucks è presente in oltre 70 Paesi, con 27.399 mila punti vendita totali a inizio 2018. Per dare un’idea dimensionale, al secondo posto nel mondo c’è la catena Dunkin Donuts che di negozi ne ha in tutto 10 mila.

8. Il caffè “grande” batte la Red Bull.

Pensateci bene prima di pronunciare le parole “caffè” e “grande” nella stessa frase: il bicchiere contiene 330 milligrammi di caffeina. Se non vi sembrano tanti basti pensare che una lattina di Red Bull ne contiene 77, i potentissimi energy drink della 5-Hour 200. Non ultimo: la taglia “trenta”, che viene subito dopo la “venti”, contiene 916 millilitri di bevanda. Lo stomaco umano può contenerne, in media, 900.

 9. Alcuni panini battono McDonald’s.

Forse però è meglio esagerare con il caffè, da Starbucks. La maggior parte dei cibi proposti contano più di 400 calorie. La focaccia con pollo e carciofi ne conta 510, il panino con pesto e tacchino 520, la torta al cioccolato 490 e il sandwich più semplice 500 tonde. Un doppio cheeseburger di McDonald’s ne fa 430, per dire.

10. C’è una “regola dei 10 minuti”. Non c’è una regola dei 10 chilometri.

C’è una rigida regola temporale: ogni negozio apre 10 minuti prima dell’orario ufficiale e chiude 10 minuti dopo. Non c’è alcuna regola, invece, in termini di spazio: negli Stati Uniti è frequente incontrare uno Starbucks a distanza di due isolati da quello successivo; in una zona di Los Anegeles, Santa Fe Spring, ci sono 560 Starbucks nel raggio di 45 chilometri.

11. Starbucks spende più per la sanità che per il caffè.

L’azienda si fa carico delle spese mediche di tutti i dipendenti che lavorano almeno 20 ore a settimana. Il che le costa oltre 300 milioni l’anno, cosa che ha spinto il CdA più di una volta a chiedere a Schultz di tagliare i costi. Fortunatamente, è un tema sul quale rifiuta ogni tipo di compromesso. starbucks curiosità

12. Alcuni negozi Starbucks sono in incognito.

È il caso della Roy Street Coffee e della 15th Avenue Coffee di Seattle, nonché di una caffetteria nel campus della New York University e di chissà quante altre. Si tratta di una strategia aziendale nata in seguito a un paio d’anni non propriamente d’oro, volta a testare nuove idee senza che i clienti venissero influenzati dal brand. Pare vadano molto bene anche questi, al punto che Roy Street non è mai tornato ad adottare il format Starbucks.

13. La bevanda più cara mai servita supera i 100 dollari.

Abbiamo un guinness: la bevanda più costosa mai creata da Starbucks è un White Mocha Frappuccino a cui sono stati aggiunti 112 caffè espressi, proteine in polvere, cinque banane e chips al cioccolato. Prezzo totale: 102,40 dollari, che spazza via il precedente record di “soli” 54. Prezzo pagato: zero. Era il compleanno del cliente, la bevanda è stata offerta.

14. Ogni grembiule contiene parole di incoraggiamento.

Nell’estremità superiore della parte interna di ogni grembiule – rigorosamente verde – è cucita una fettuccina di tessuto nero che recita: “We create inspired moments in each customer’s day” seguito da quattro potenti verbi all’infinito, in maiuscolo: “anticipate connect personalize own”. È posizionata in modo che i baristi la leggano ogni volta che indossano il grembiule. I grembiuli non sono tutti uguali: c’è quello nero per chi ha ottenuto la certificazione di “coffee master”, quello personalizzato con scritta e bandiera per chi ha svolto il servizio militare, quello su cui è ricamata la parola Starbucks scritta con il linguaggio dei segni per i baristi non udenti.

15. Avresti dovuto investire in Starbucks nel 1992.

Quando Starbucks si è quotata, le sue azioni sono state acquistate a 17 dollari l’una. Tenendo conto dei frazionamenti azionari, se avessi investito 1000 dollari in sede di IPO oggi avresti in tasca poco meno di 230 mila dollari.

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