Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:21
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Gossip

Perché la scrittrice Elena Ferrante odia i punti esclamativi

Immagine di copertina
Credit: Pixabay

“Un'esclamazione dovrebbe essere facilmente compresa leggendola”, secondo la scrittrice italiana Elena Ferrante

Ogni buon autore ha un suo stile di scrittura, così come le sue preferenze nell’utilizzo dei segni di interpunzione, delle pause e dei momenti di tensione.

Dopo aver letto un recente articolo dell’autrice napoletana Elena Ferrante pubblicato sulla sua rubrica settimanale per il sito del quotidiano britannico The Guardian, non è difficile capire che la scrittrice odia i punti esclamativi.

Elena Ferrante è una scrittrice italiana che ha scelto di rimanere nell’anonimato. Il suo nome, infatti, è uno pseudonimo, e la sua identità è attualmente sconosciuta.

La scrittrice, presente nel panorama letterario dal 1992, ha avuto un enorme successo negli ultimi anni, soprattutto in Italia e negli Stati Uniti, per la sua quadrilogia pubblicata tra il 2011 e il 2014, e composta dai libri L’amica geniale, Storia del nuovo cognome, Storia di chi fugge e di chi resta e Storia della bambina perduta.

Grazie alla vasta diffusione dei suoi romanzi e al talento riconosciutole da pubblico e critica, Elena Ferrante ha ottenuto la possibilità di tenere una sua rubrica settimanale sul The Guardian.

Nell’articolo del 31 marzo 2018 la scrittrice ha messo sotto accusa i punti esclamativi: “Cerco di non alzare mai la voce. L’entusiasmo, la rabbia, persino il dolore, cerco di esprimerli con moderazione, tendendo verso l’autoironia. E ammiro quelli che mantengono un comportamento calmo durante una discussione, che cercano di dare cauti suggerimenti sul fatto che dovremmo abbassare la voce, che rispondono a domande frenetiche […] semplicemente con un sì o no, senza punti esclamativi”, si legge nelle prime righe.

Ferrante continua: “Principalmente, è perché ho paura degli eccessi, il mio e quello degli altri”. La scrittrice spiega poi il motivo per cui vorrebbe che non esistessero esplosioni emotive, sia che si tratti di gioia sia, soprattutto, di dolore.

”Mi piacerebbe se, in tutto il pianeta, non ci fosse più motivo di gridare, specialmente per il dolore. Mi piacciono i toni bassi, l’entusiasmo composto, le lamentele cortesi”, scrive.

La sua riflessione si trasferisce subito sul tema della scrittura: Farrante paragona le esplosioni emotive della vita ai punti esclamativi della scrittura: “Dal momento che il mondo non è sulla mia stessa lunghezza d’onda, mi sforzo, almeno nell’universo artificiale che è delineato dalla scrittura, di non esagerare mai con i punti esclamativi”.

“Di tutti i segni di punteggiatura, è quello che mi piace di meno. Ricorda il bastone di un comandante, un obelisco pretenzioso, un’esposizione fallica”.

“Un’esclamazione dovrebbe essere facilmente compresa leggendola”, sostiene Elena Ferrante, che afferma di utilizzare pochissimo il segno di interpunzione all’interno dei suoi libri.

“Nei messaggi di testo, nelle chat di WhatsApp, nelle e-mail, ne ho contati fino a cinque di fila. Quanto esclamano gli innovatori fasulli della comunicazione politica, gli irriducibili al potere, giovani e vecchi, che twittano senza sosta ogni giorno”.

E dopo aver delineato il tipo di persone che usano troppi punti esclamativi, la scrittrice ne delinea il carattere letterario: “A volte penso che i punti esclamativi siano un segno, non di esuberanza emotiva, ma di aridità, di mancanza di fiducia nella comunicazione scritta”.

Nel suo articolo Ferrante tratta anche dei fraintendimenti che possono essere causati dall’utilizzo minimo dei punti esclamativi: “È probabile che le mie frasi suonino distaccate, non lo escludo. Ed è probabile che, quando il tono per qualche motivo è appassionato, il lettore si senta più felice se arriva alla fine di una frase e trova il segnale che lo autorizzi ad essere appassionato. Ma continuo a pensare che ‘Ti odio’ abbia un potere, un’onestà emotiva, che ‘Ti odio!!!’ non ha”.

Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

Se ti piace questa notizia, segui TPI Pop direttamente su Facebook

Ti potrebbe interessare
Gossip / Alice Campello criticata per il viaggio a New York senza figli: l’influencer replica e lancia una frecciata a Morata
Gossip / Teo Teocoli stupito dalla risposta di Adriano Celentano: "Basito e triste"
Cronaca / La creator di OnlyFans Mady Gio denunciata per evasione fiscale
Ti potrebbe interessare
Gossip / Alice Campello criticata per il viaggio a New York senza figli: l’influencer replica e lancia una frecciata a Morata
Gossip / Teo Teocoli stupito dalla risposta di Adriano Celentano: "Basito e triste"
Cronaca / La creator di OnlyFans Mady Gio denunciata per evasione fiscale
Gossip / Divorzio Ferragnez, verso la separazione consensuale: “Affidamento congiunto dei figli e spese a metà”
Cronaca / Fedez e la rissa in discoteca con Cristiano Iovino: “Lo ammazzo, io sono di Rozzano”
Gossip / Manuel Agnelli furioso per l'esibizione dei Potara a X Factor
Gossip / Divorzio Ferragnez, battaglia per l’assegno di mantenimento
Cronaca / Chiusa l'inchiesta su Chiara Ferragni: rischia il processo per truffa aggravata
Gossip / Ferragni e la “flessione dei ricavi”, l’indiscrezione: “Silvio Campara pronto a investire milioni nelle aziende dell’influencer”
Gossip / Paola Iezzi: “La separazione con Chiara era inevitabile. X Factor? Non siamo gli stro**i che fermano una carriera”