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In Italia il dentista costa troppo: il mio viaggio con chi va in Croazia per curarsi i denti low cost

Immagine di copertina
Il turismo dentale in Croazia

Il 12 per cento degli italiani rinuncia alle cure dentali per ragioni economiche. Sono migliaia quelli che scelgono di andare a curarsi nell'Europa dell'Est, tanto che intorno a questi viaggi si è creato un vero e proprio business. Il reportage

Dentisti Croazia: il mio viaggio con chi “emigra” per curarsi i denti low cost

“Per il viaggio in Croazia, domani sera ore 0.50 alla rotonda Auchan come da accordi”, scrive Claudio su Whatsapp. dentisti in croazia

Il luogo d’incontro è la grossa sfinge che c’è nel mezzo della rotonda vicina al centro commerciale in corso Giulio Cesare, a Torino.

Puntualissimo, all’una meno dieci, arriva un minivan nero con i vetri posteriori oscurati. Claudio scende, si presenta e apre il portellone laterale: dei sette posti disponibili solo due sono ancora liberi.

Claudio Valsania ha circa cinquant’anni e vive a Morozzo, in provincia di Cuneo. Da tre anni accompagna le persone al centro odontoiatrico Rident di Poreč, in Croazia, dove anche lui si è curato nel 2014.

Chi lo aveva portato gli aveva proposto di entrare in società. Valsania lavorava nel settore della ristrutturazione edilizia, ma gli affari cominciavano a diminuire, e così aveva accettato, anche se presto avrebbe rotto con il socio, continuando da solo.

Oggi parte ogni martedì e venerdì, e riporta tutti a casa il giorno dopo. Il primo viaggio è gratis, poi si paga.

In viaggio verso la Croazia

Gli altri passeggeri sono appisolati, Stefano è l’unico rimasto sveglio. È salito vicino a Mirafiori, il quartiere di Torino dove vive. Fa il panettiere e da quasi un anno va regolarmente in Croazia a curarsi. “Per l’impianto che dovevo fare, in Italia mi chiedevano circa 30mila euro”, dice.

L’impianto di cui parla Stefano è una vera e propria operazione chirurgica grazie alla quale si sostituiscono i denti mancanti con delle protesi. Più sono i denti da sostituire e più è costoso. I prezzi possono lievitare anche in base ai materiali usati, alle marche e ai modelli.

“A Poreč mi hanno chiesto 11mila euro. Un bel risparmio, no?”. Stefano è un tipo simpatico, quando comincia a parlare è difficile fermarlo. Conosce Rita e Laura, le uniche due donne della comitiva. Arrivano da Piobesi d’Alba e Pinerolo, scherzano molto con Stefano e vanno al centro croato da più di un anno.

Al casello di Carisio, poco dopo Santhià, sale l’ultimo passeggero. È un signore di circa settant’anni, occhiali da vista e baffetti grigi. Si chiama Romano e arriva da un paesino vicino a Biella.

L’accensione delle luci interne preannuncia la prima sosta in un autogrill in provincia di Bergamo. I fumatori e le fumatrici ne approfittano. Al bancone, Romano, il biellese salito per ultimo, racconta l’esperienza dei viaggi precedenti a Nicola. Quest’ultimo arriva da Neive, vicino ad Alba, per lui è la prima volta.

Un po’ di dati

Secondo l’Istat, in Italia il 12 per cento delle persone rinuncia alle cure dentali per ragioni economiche. Dopo la crisi del 2008 sono aumentate anche quelle che le rimandano, passando dal 24 al 29,2 per cento.

Nel 90 per cento dei casi, chi continua ad andare dal dentista, sceglie i privati, mentre solo il 5 per cento si cura nelle strutture odontoiatriche pubbliche. Secondo le statistiche, i miei compagni di viaggio fanno parte dell’1 per cento di italiani che prende la strada verso est per le cure dentali. Pochi in termini percentuali, ma il dato risulta in crescita.

Valsania conferma le statistiche alle 5,30 del mattino davanti a una tazzina di caffè dell’autogrill di Calstorta sud, pochi chilometri dopo Portogruaro. “Almeno un viaggio a settimana riesco sempre a farlo”, dice mentre versa lo zucchero.

Alle 6.45 le indicazioni stradali notificano l’entrata in Slovenia: il colore blu ha sostituito il verde tipico dei cartelloni nelle autostrade italiane.

La luce del giorno comincia a filtrare timidamente dai finestrini e all’altezza di Izola, pochi chilometri dopo Capodistria, il mare scorta la carreggiata sino alla frontiera con la Croazia. Sono le 7 quando la polizia slovena svolge, documenti alla mano, i controlli di rito.

Entrato in territorio croato il minivan si allontana un poco dalla costa, per poi ritornarci dopo aver inseguito una strada collinare dell’entroterra. Alle 7.40 è di fronte al centro Rident di Poreč, i passeggeri-pazienti possono scendere.

Visita, preventivo, operazione

Un grande vetrata lascia intravedere la sala d’aspetto. All’ingresso la cura di ogni dettaglio è la prima cosa a colpire. Le pareti, i divani, i pouf e gli altri oggetti di arredamento sono in perfetta armonia con il bianco-verde-grigio del logo della clinica.

Quattro grandi schermi circondano la sala: sul primo trasmettono “Uno mattina”, il secondo è sintonizzato su un canale musicale ma senza l’audio, gli altri due ripropongono senza sosta video promozionali del centro. Grandi sorrisi in ogni inquadratura, così come nelle foto alle pareti e sui volti delle ragazze che si occupano dell’accoglienza.

Alla reception parlano tutte un ottimo italiano, lingua con la quale fornisco istruzioni sul da farsi. I nuovi arrivati compilano i moduli dei dati anagrafici e si mettono in coda per la panoramica dentale di benvenuto. Gli altri attendono il loro turno sui numerosi divanetti.

La sala d’attesa è già piena, ci sono una cinquantina di persone, tutte italiane. L’età media è di circa cinquant’anni – quella del personale della Rident è intorno ai trenta.

Il dottor Goran Popović è il giovane responsabile della struttura. Si è laureato nel 2010 alla Facoltà di odontoiatria di Fiume, l’italiano fluente è l’eredità dello studio alle elementari e alle medie. “Lavorando qui continuo a parlarlo. Poi siamo così vicini a voi, qua è anche un po’ Italia”, dice, sorridendo dietro la mascherina.

Mentre visita i pazienti comunica in croato con Maya, la sua assistente. Poi in italiano propone l’intervento. In questo caso l’otturazione di due carie, una pulizia completa e un bite per il bruxismo notturno. Il preventivo è di 189 euro, se si accetta subito viene applicato il 15 per cento di sconto.

Al piano superiore della struttura c’è un’altra sala di attesa, la stanza è più piccola di quella all’ingresso, ma anche qui tutto è curato e nuovo. I depliant promozionali sui tavolini raccontano che la clinica è stata inaugurata nel 2013, dopo quella aperta a Fiume nel 2004 dagli stessi proprietari.

Sugli schermi passano immagini di ragazze che fanno yoga, mentre alla radio si alternano pezzi di musica lounge. Da una porta esce con regolarità una ragazza a chiamare il prossimo paziente da accompagnare nelle sale delle operazioni.

Al piano terra una macchinetta del caffé è a disposizione dei clienti con credito illimitato. La connessione wi-fi e gli armadietti per la ricarica dei cellulari sono gli altri optional del centro. Sulle mensole, accanto alle riviste utili a ingannare l’attesa, ci sono decine di pieghevoli che illustrano le promozioni per venirsi a curare qui.

I bus partono da Torino, Milano, Mantova, Cremona, Parma, Vicenza, Padova, Svizzera, Montecatini, Firenze, San Miniato, Lazio, Puglia, Molise, Basilicata, Abruzzo.

Dentisti Croazia, la fabbrica del sorriso

Dopo qualche ora passata qui c’è un rumore che diventa familiare, quello delle persone che colpiscono i sacchetti del ghiaccio istantaneo prima di appoggiarseli sulle guance. Molti si sono  appena sottoposti a un’estrazione di denti e cercano così un po’ di sollievo.

La maggior parte di loro racconta che è venuta in Croazia per fare operazioni che in Italia non si sarebbero permessi per via dei costi. È così per Rita, Laura, Stefano, Romano. Tutti raccontano di un risparmio di almeno il 50-60 per cento rispetto ai preventivi che gli erano stati fatti in Italia. Sentono la fatica dei continui viaggi, ma visto il risparmio pensano che ne valga la pena.

Durante gli spostamenti si sono fatti un’idea di come siano possibili prezzi così convenienti. Rispondono quasi in coro: stipendi più bassi e meno tasse. Le statistiche gli danno ragione: lo stipendio medio in Croazia è di circa 800 euro mentre la pressione fiscale è del 20,6 per cento (in Italia è del 48).

Se sul tema dei costi non c’è partita, rimane aperta la questione della qualità degli interventi. Perché la critica più diffusa a queste cliniche del turismo dentale è quella di non andare troppo per il sottile e di prediligere le estrazioni dentali sempre e comunque.

Nel febbraio del 2014 la trasmissione “Patti chiari” della Radiotelevisione svizzera italiana dedicò un’intera puntata al fenomeno raccontando la storia di due pazienti del Canton Ticino a cui proprio la Rident propose la rimozione dei denti e un impianto di protesi che secondo loro, e secondo l’opinione di dentisti svizzeri interpellati sul caso, non erano necessari. Anche l’Associazione Italiana Odontoiatri (AIO) sottolinea il differenziale di qualità e di idoneità delle cure come nodo critico del turismo dentale.

Da sempre critica sui viaggi per le cure dentali è anche l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI), secondo un sondaggio dell’istituto di ricerca Ispo, da loro commissionato, nel 2012 il 50 per cento di chi si è rivolto all’estero per le cure odontoiatriche non lo rifarebbe.

Sotto accusa sono proprio gli interventi di impiantologia: secondo l’associazione i tempi brevi di quelle operazioni, la necessità di contenere i costi, il risparmio sui materiali e la distanza tra paziente e dentista sarebbero tra i problemi maggiori del turismo dentale. Per ANDI la questione è di principio: “Ma si può scegliere da chi farsi curare con lo stesso sistema con cui si sceglie dove fare la vacanza?”.

Nelle voci degli italiani incontrati a Parenzo prevale sempre un giudizio positivo, così come vengono riportate testimonianze di conoscenti soddisfatti anche a distanza di mesi dalle operazioni. Nei loro casi, a differenza dell’episodio svizzero, la diagnosi dei dentisti croati è risultata simile a quella degli italiani, i diversi preventivi hanno fatto la differenza.    

A giudicare dai numerosi sacchetti del ghiaccio istantaneo nelle sale di attesa, la Rident sembra, in effetti, un luogo adibito soprattutto all’estrazione di denti. Qua nella clinica istriana la sensazione è quella di essere all’interno di una catena di montaggio, un paziente dopo l’altro, un’operazione dietro l’altra, ritmi serrati, niente tempi morti. Il taylorismo applicato alle cure dentali.

Sulla via del ritorno

L’autista del minivan torna alla clinica intorno all’ora di pranzo dopo essere stato a riposare: “In estate vado sempre in riva al mare a rilassarmi”, ammette. Chi non ha un’operazione da svolgere può seguirlo per pranzo.

Il ristorante Marina è il suo porto franco, lo trattano come uno di famiglia, visto che porta lì tutti i suoi clienti. Il menù ha prezzi contenuti e le porzioni sono abbondanti.

A tavola c’è anche Silvano, passeggero taciturno nel viaggio d’andata. Viene da Bra, dove gestisce una coltelleria di famiglia, e sono due anni che fa avanti e indietro da Poreč per l’impianto delle protesi dentali.

Alla clinica gli altri passeggeri stanno attendendo Nicola che non ha ancora terminato. Dopo una mezz’ora esce anche lui con la mascherina e il sacchetto di ghiaccio appoggiato alla guancia. Nicola è in pensione, il mese prossimo verrà da queste parti in vacanza e si è ripromesso di portare dal dentista anche la moglie.

Poco dopo le tre del pomeriggio il minivan riparte alla volta di Torino.

Da Trieste a Portogruaro una lunga coda obbliga ad andare a passo d’uomo. All’altezza di Desenzano è il momento di una sosta. In autogrill, Valsania siede a un tavolino della zona selfservice dove si avvicendano tutti i passeggeri. Ci sono da programmare i prossimi viaggi e da saldare il conto per quello di oggi.

Per Rita è l’ultima volta, sta chiudendo il conto ed è sollevata.

All’uscita di Carisio scende Romano. Alle dieci di sera c’è la fermata per chi era salito a Torino, il minivan prosegue verso la provincia di Cuneo. Claudio, l’autista, ha davanti ancora un paio d’ore di lavoro. dentisti in croazia

dentisti in croazia
Il policlinico Rident.
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