Come sarebbe il nostro pianeta dopo un’apocalisse
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Il fotografo Ronny Sen ha immaginato il futuro dell'intero pianeta una volta privato di tutte le sue risorse
What Does the End of Time Look Like? è il progetto fotografico di Ronny Sen che documenta un mondo post apocalisse. Negli scatti dell’artista viene rappresentata la sopravvivenza umana, fra resti e macerie, sporadici frammenti di tutto quello che c’era una volta, e una comunità umana senza futuro.
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Sono persone che non possiedono nulla se non la loro capacità di estrarre carbone e che si spostano da miniera in miniera.
Sen ha deciso di utilizzare Jharia, una città dell’India, come scenario delle sue fotografie. In questa zona, che un tempo era interamente ricoperta da foresta, verso la fine del diciottesimo secolo sono stati scoperti ricchissimi giacimenti di carbone. Il territorio è stato quindi massicciamente sfruttato, a tal punto che prima dell’inizio del secolo successivo la maggior parte delle risorse minerarie dell’India è stata estratta da qui, lasciando la terra devastata.
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Da allora, gli incendi sotterranei sono costanti, sono impossibili da domare e bruciano ogni giorno quantità enormi di carbone. I villaggi sono quasi tutti scomparsi, moltissime persone si sono spostate altrove, ma molte altre restano legate all’estrazione illegale di carbone, che avviene in condizioni proibitive.
Come rivela alla rivista Featureshoot, Sen ha deciso di raccontare di questo luogo perché è così che immagina il futuro dell’intero pianeta una volta privato di tutte le sue risorse. Non si tratterebbe quindi di una storia limitata alla sola India, ma anzi una in cui possiamo cogliere, sempre secondo Sen, il presagio dell’avvenire.
Il ricordo più forte dell’esperienza a Jharia, interamente documentata con il solo telefono, riguarda il rumore e l’odore di quel posto, “il fatto che il rumore del fuoco in realtà sembri quello della pioggia”.
“Un fuoco sta bruciando sotto terra”, dice Ronny Sen, “ma la sua presenza è ormai anche sopra di essa, dentro le case, i templi e le scuole, nelle chiese e nelle moschee- luoghi che un tempo fremevano di vita ora sono consumati dalle fiamme”.