Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 04:10
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Crisi Yemen, ospedali distrutti o irraggiungibili: madri e bambini muoiono senza cure

Immagine di copertina

“Molte donne con complicanze durante il parto e genitori di bambini malati in Yemen non possono raggiungere in modo sicuro e tempestivo le cure di cui hanno bisogno, spesso con conseguenze letali”: è la drammatica situazione denunciata nel nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (MSF) dal paese, devastato da quattro anni di guerra.

S&D

Leggi anche: Papa Francesco: “Le armi cessino di insanguinare Libia, Siria e Yemen”

Il rapporto MSF “Parti complicati, madri e bambini yemeniti muoiono senza cure” delinea l’impatto della guerra su donne incinte, neomamme e bambini sotto i quindici anni –tra le fasce di popolazione più trascurate e vulnerabili in Yemen – secondo quanto osservato dalle équipe mediche di MSF nei governatorati di Taiz e Hajjah.

Secondo l’organizzazione non governativa, tra il 2016 e il 2018, 36 donne e 1.529 bambini, di cui 1.018 neonati, sono morti nell’ospedale di MSF a Taiz Houban, nel governatorato di Taiz, e nell’ospedale di Abs, supportato da MSF, nel governatorato di Hajjah. A Taiz Houban, quasi un terzo dei bambini e neonati erano già deceduti all’arrivo in ospedale.

Molti neonati arrivati nelle strutture di MSF erano sottopeso alla nascita o erano nati prematuri a casa o in piccole cliniche private. Le cause più comuni dei decessi, sono la nascita prematura, l’asfissia e la sepsi neonatale.

Dopo quattro anni di guerra, le parti in conflitto e i loro alleati internazionali hanno provocato il collasso del sistema sanitario pubblico nel paese, che non riesce a soddisfare i bisogni di 28 milioni di yemeniti. 

“Nona caso, l’alto numero di decessi di bambini e neonati è in gran parte legato a fattori causati direttamente dal conflitto: la scarsità di strutture sanitarie funzionanti, le difficoltà delle persone nel raggiungerle, l’impossibilità di soluzioni alternative. Molte persone devono attraversare le linee del fronte, passare attraverso terre di nessuno o negoziare il passaggio attraverso più posti di blocco per raggiungere un ospedale ancora funzionante”, denuncia la Ong.

Anche alcune madri e bambini ammessi all’ospedale di Taiz Houban hanno attraversato le linee del fronte. Questo li espone a un pericolo fisico oltre ad aumentare in modo esponenziale i tempi del viaggio. Prima del conflitto, i residenti di Houban, alla periferia di Taiz, potevano raggiungere un ospedale pubblico nel centro città in dieci minuti, mentre oggi il viaggio per raggiungere le cure può durare fino a sei ore.

“La distanza dalle cure mediche è un problema enorme” spiega Sadeqa, ostetrica di MSF nell’ospedale Abs. “I pazienti non possono spostarsi a causa di attacchi aerei e combattimenti, e non escono di notte per paura di essere attaccati. Una volta un’auto è stata colpita da un attacco aereo che ha ucciso tutte le persone a bordo”.

Proprio questa settimana, un ospedale supportato da MSF a Taiz è stato costretto a sospendere temporaneamente le attività a causa di rinnovati combattimenti in città. Le violenze hanno provocato la chiusura dell’unico ospedale pubblico rimasto nell’area in grado di fornire cure materno-infantili e ora sta impedendo al personale medico umanitario di raggiungere l’ospedale.

I problemi di sicurezza non riguardano solo le persone che hanno bisogno di cure mediche, ma colpisce anche il personale medico che fornisce le cure” dichiara Jana Brandt, consulente per le operazioni di MSF in Yemen. “Il nostro staff ospedaliero preferisce fare un turno notturno di quattordici che lavorare otto ore durante il giorno, pur di non dover viaggiare di notte su strade estremamente insicure“.

Oltre a temere i rischi lungo il tragitto, le persone temono anche che l’ospedale stesso possa essere attaccato, un’altra costante della guerra in Yemen.

Gli ostacoli che impediscono a madri e bambini di raggiungere gli ospedali sono rafforzati dalla vulnerabilità economica di molte famiglie. Prima dell’inasprirsi del conflitto nel 2015, la maggior parte dei servizi medici in Yemen era fornita da strutture sanitarie private, a costi relativamente sostenibili. Oggi, la capacità degli yemeniti di accedere a cure sanitarie di qualsiasi tipo è diminuita drasticamente perché il conflitto ha devastato l’economia e svalutato i risparmi, lasciando la maggior parte delle persone dipendente dalla limitata sanità pubblica disponibile.

La disperata condizione di madri e bambini che hanno bisogno di cure non è limitata a Taiz e Hajjah, ma si riscontra in tutto il paese, in particolare nelle zone più colpite dalla guerra.

Di seguito il video di Hassan, un bambino di 3 anni, portato in ospedale da sua zia in condizioni critiche:

MSF chiede a tutte le parti in conflitto di garantire la protezione dei civili e del personale medico, di permettere a feriti e malati di accedere all’assistenza sanitaria e di allentare le restrizioni alle organizzazioni umanitarie per permettere loro di rispondere in modo tempestivo agli ingenti bisogni della popolazione. MSF invita infine le organizzazioni umanitarie internazionali ad incrementare la loro risposta, aumentando il personale esperto nelle aree in cui i bisogni sono maggiori e garantendo una fornitura tempestiva e di qualità degli aiuti.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Ti potrebbe interessare
Esteri / Violenza e diritti umani in Colombia: da Montecitorio il sostegno alla Comunità di Pace di San José de Apartadó
Esteri / Regno Unito, due cavalli corrono liberi nel centro di Londra: almeno una persona ferita
Esteri / Esclusivo – Viaggio nell’Europa rurale, dove l’estrema destra avanza sfruttando il senso di abbandono
Esteri / Gaza: oltre 34.260 morti dal 7 ottobre. Media: "Il direttore dello Shin Bet e il capo di Stato maggiore dell'Idf in Egitto per discutere dell'offensiva a Rafah". Hamas diffonde il video di un ostaggio. Continuano gli scambi di colpi tra Tel Aviv e Hezbollah al confine con il Libano. L'Ue chiede indagine indipendente sulle fosse comuni a Khan Younis. Biden firma la legge per fornire aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan
Esteri / Gaza: oltre 34.180 morti. Hamas chiede un'escalation su tutti i fronti. Tel Aviv nega ogni coinvolgimento con le fosse comuni di Khan Younis. Libano, Idf: "Uccisi due comandanti di Hezbollah". Il gruppo lancia droni su due basi in Israele. Unrwa: "Impedito accesso ai convogli di cibo nel nord della Striscia"
Esteri / Gaza, caso Hind Rajab: “Uccisi anche i due paramedici inviati a salvarla”
Esteri / Suoni di donne e bambini che piangono e chiedono aiuto: ecco la nuova “tattica” di Israele per far uscire i palestinesi allo scoperto e colpirli con i droni
Esteri / Francia, colpi d'arma da fuoco contro il vincitore di "The Voice 2014": è ferito
Esteri / Gaza, al-Jazeera: "Recuperati 73 corpi da altre tre fosse comuni a Khan Younis". Oic denuncia "crimini contro l'umanità". Borrell: "Israele non attacchi Rafah: provocherebbe 1 milione di morti". Macron chiede a Netanyahu "un cessate il fuoco immediato e duraturo". Erdogan: "Evitare escalation". Usa: "Nessuna sanzione per unità Idf, solo divieto di ricevere aiuti"
Esteri / Raid di Israele su Rafah: ventidue morti tra i quali nove bambini