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Home » Esteri

La terza guerra mondiale “causata da Putin”: il “profetico” best-seller del 1986

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C’è un best seller che in molti hanno ripreso in mano in questi giorni, di fronte alla situazione sempre più tesa che si è creata a livello mondiale in seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. È il  thriller militare “Red Storm Rising” scritto nel 1986 dallo scrittore americano Tom Clancy, che immaginava lo scoppio di un conflitto globale provocato dall’allora Unione Sovietica. Oggi l’invasione russa dell’Ucraina sembra aver riportato indietro le lancette della storia e in molti hanno rispolverato l’opera di Clancy che ora sembra “profetica”.

Nel libro dopo che dei terroristi dell’Azerbajan colpiscono uno dei maggiori impianti petroliferi dell’Urss, decide di assediare il golfo persico protetto dalla Nato. Per giustificare la propria aggressione l’Unione Sovietica inscena un falso attentato al Cremlino, che attribuisce alla Germania Ovest (alleata della Nato). Nella realtà del 2022 il Cremlino ha giustificato l’aggressione Ucraina con il presunto genocidio avvenuto ai danni della popolazione russofona da parte del governo ucraino, che ha definito “neonazista”. Una teoria poco sostenibile…

Inoltre nel libro dell’autore americano, la guerra viene pianificata attentamente dai sovietici e giustificata con un’operazione sotto “falsa bandiera” che fa credere al mondo di essere stati attaccati da un paese Nato – la Germania Ovest -. Negli Stati Uniti ad oggi c’è chi sostiene che anche la Russia abbia condotto operazioni sotto falsa bandiera: “Abbiamo informazioni che indicano che la Russia ha già predisposto un gruppo di agenti per condurre un’operazione sotto falsa bandiera nell’Ucraina orientale”, ha detto il 18 febbraio un funzionario anonimo americano al Washington Post, aggiungendo che “gli agenti sono addestrati alla guerra urbana e all’uso di esplosivi per compiere atti di sabotaggio contro le stesse forze per procura della Russia”. Nel libro di Clancy, la crisi viene risolta quando un colpo di stato guidato dal KGB depone l’immaginario leader russo prima che sia in grado di lanciare un attacco nucleare contro le forze alleate. Si verificherà la stessa cosa anche con Putin?

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