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Home » Esteri

Sudan: continuano le violenze della polizia sui manifestanti

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Sudan: gas lacrimogeni della polizia sui manifestanti | Sudan proteste | Sudan news

Sudan lacrimogeni polizia manifestanti – Non si arrestano le violenze nel Sudan (qui tutte le news), con la polizia che nella mattina di oggi, domenica 9 giugno, ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che continuano le loro proteste a Khartoum, la capitale del paese africano.

Secondo quanto riferito da alcuni medici che si oppongono al regime militare, inoltre, almeno quattro persone sarebbero state uccise nel distretto settentrionale di Bahari durante gli scontri con le forze governative.

I manifestanti, oltre a creare vere e proprie barricate tra le vie della città, hanno chiesto a tutte le persone di restare a casa e di non recarsi più a lavoro, mettendo in atto una sorta di disobbedienza civile.

Obiettivo dell’opposizione, infatti, è quello di bloccare il Paese e renderlo così ingovernabile, attraverso lo sciopero del personale che opera nelle strutture più importanti: dalle banche agli aeroporti sino agli addetti dell’elettricità.

Tuttavia, l’esercito avrebbe già fatto pressioni, minacciando anche di morte alcuni dei lavoratori, per impedire il blocco del Sudan.

Diversi arresti, inoltre, sarebbero stati operati dalla polizia nei confronti di alcuni lavoratori intenzionati ad aderire allo sciopero.

Proseguono, dunque, le proteste contro l’esercito sudanese, che ha preso il controllo del Paese dopo il rovesciamento del regime di Omar al-Bashir (qui un riepilogo della vicenda).

Le proteste in Sudan: cosa sta succedendo nel paese dal colpo di stato contro l’ex presidente Omal al-Bashir

Inizialmente, l’esercito aveva promesso che il controllo del governo sarebbe passato ai civili e che ci sarebbe stata una gestione condivisa dell’esecutivo.

Tuttavia, le trattative sono fallite e il comitato di militari che gestisce il potere ha annunciato che indirà nuove elezioni entro nove mesi, modificando gli accordi presi con l’opposizione.

Sono iniziate, così, una serie di proteste sfociate in un’escalation di violenza lo scorso lunedì 3 giugno quando la polizia ha sparato sui manifestanti provocando l’uccisione di almeno 100 persone e con almeno 40 cadaveri che sono riemersi nel fiume Nilo.

L’Unione Africana, intanto, ha sospeso il Sudan dalle sue attività, mentre l’Oms ha denunciato che nel Paese africano si stanno verificando gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di persone bisognose, operatori sanitari e strutture mediche.

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