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Home » Esteri

Come un gruppo di siriani ricicla barili bomba per produrre energia elettrica

Immagine di copertina

Alcuni residenti dei quartieri a nord della città di Idlib hanno pensato di ritagliare i fusti di latta per costruire dei mulini a vento, producendo così energia eolica

Dal 2015 a oggi, con l’intensificarsi dei combattimenti tra le forze governative siriane e i gruppi di opposizione, l’impiego da parte del regime di Damasco di barili bomba sganciati sulle città assediate di Aleppo, Idlib e Daraya (quest’ultima liberata nel mese di agosto dopo il raggiungimento di una tregua tra il governo e i ribelli per consentire l’evacuazione di 4mila civili dalla città) si è fatto più frequente. 

Nonostante gli ingenti danni provocati dai barili bomba, un gruppo di siriani residenti nei quartieri a nord di Idlib ha pensato di riciclare e ritagliare alcuni fusti di latta per ricavare delle pale e poter così costruire dei mulini a vento.

Questi, in pratica, sfrutterebbero l’energia eolica per generare il fabbisogno necessario a soddisfare le carenze quotidiane di elettricità nelle abitazioni e nei quartieri della città rimasti al buio. 

Uno studio basato su immagini satellitari pubblicato nel dicembre del 2015 e firmato da 130 organizzazioni umanitarie ha reso noto che, dall’inizio del conflitto nel marzo del 2011, la Siria vive quasi senza luce e che l’83 per cento della rete elettrica nazionale non funziona o è stata danneggiata dai bombardamenti. 

Inoltre, il 97 per cento delle luci sono scomparse dalla città di Aleppo e dalla sua periferia, mentre il 35 per cento della rete elettrica che serve la capitale Damasco è stata gravemente danneggiata. 

Solo la metà delle aziende che producono elettricità sono in servizio, e funzionano parzialmente. Le attività commerciali ancora in piedi si servono di generatori indipendenti, che non sempre funzionano in maniera regolare. 

 (Qui sotto l’immagine satellitare mostra come appare la Siria nel febbraio del 2015, quasi completamente al buio)

– Che cosa sono i barili-bomba

Secondo l’ultimo rapporto pubblicato nell’aprile del 2015 da Amnesty International, intitolato “Morte ovunque: i crimini di guerra e altre violazioni dei diritti umani ad Aleppo”, gli incessanti bombardamenti aerei delle forze governative contro i quartieri occupati dall’opposizione hanno costretto molti residenti di Aleppo a vivere sottoterra. 

Inoltre, molti ospedali e scuole sono stati trasferiti in seminterrati e bunker sotterranei per ragioni di sicurezza.

Il rapporto, oltre a descrivere le violazioni commesse quotidianamente nella città dal governo e dai gruppi armati dell’opposizione, fornisce un quadro particolarmente dettagliato delle devastazioni causate dai barili-bomba pieni di esplosivi e frammenti metallici, lanciati dalle forze governative su scuole, ospedali, moschee e mercati affollati. 

Gli attacchi coi barili-bomba, barili di petrolio, taniche di benzina, o bombole del gas imbottiti di esplosivo, olio combustibile e frammenti metallici lanciati dagli elicotteri hanno ucciso più di 3mila civili nella città di Aleppo solo nel 2014 e più di 11mila persone in tutta la Siria dal 2012. 

Nell’aprile 2015 sono stati registrati non meno di 85 attacchi, che hanno causato la morte di almeno 110 civili. Il governo, tuttavia, non ha ammesso neanche una vittima civile e, in un’intervista del febbraio 2015, il presidente Bashar al-Assad ha negato categoricamente l’utilizzo di barili-bomba da parte delle sue forze.

(Qui sotto l’intervista della BBC al presidente siriano, che nega l’uso di barili-bomba)

Drammatiche le testimonianze raccolte da Amnesty International sui sopravvissuti agli attacchi con i barili-bomba. “Ho visto bambini senza testa e brandelli di corpi ovunque. Era proprio come avevo immaginato dovesse essere l’inferno”, ha raccontato un operaio di una fabbrica, descrivendo le conseguenze di un attacco contro il quartiere al-Fardous nel 2014.

Un chirurgo locale ha raccontato di non aver mai visto ferite come quelle causate dai barili-bomba: “Sono l’arma più tremenda e letale. Abbiamo a che fare con ferite plurime, tante amputazioni, intestini fuori dal corpo. Orribile”. 

Anche la vita quotidiana dei civili che vivono nei quartieri sotto assedio è costantemente a rischio: “Non c’è sole, neppure aria fresca, non possiamo salire all’aperto. Ci sono sempre aerei ed elicotteri in cielo”, ha raccontato un medico il cui ospedale da campo è tra quelli che hanno dovuto trasferirsi sottoterra.

Un altro cittadino ha descritto Aleppo come un ‘girone infernale’: “Le strade sono piene di sangue. Le persone uccise non stavano combattendo”.

(Qui sotto, un cratere provocato da un barile bomba sganciato dalle forze governative nella città di Dael, a nord di Daraa. Credit: Reuters)

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