Siria: l’Isis rivendica il primo attentato contro il governo di Damasco dalla caduta di Assad

L'attacco, compiuto con un ordigno radiocomandato nel sud del Paese arabo, ha ucciso un civile e ferito tre soldati del Nuovo Esercito Siriano
Almeno un civile è stato ucciso e tre militari sono rimasti feriti in Siria a seguito di un attentato terroristico rivendicato dal sedicente Stato islamico, il primo compiuto dall’Isis contro le forze schierate dalle nuove autorità di Damasco dalla fuga in Russia del dittatore Bashar al-Assad, avvenuta l’8 dicembre scorso.
L’attentato, secondo la rivendicazione diramata online dall’Isis e citata dal portale di monitoraggio statunitense Site, è stato compiuto con un “ordigno esplosivo” che ha preso di mira un veicolo delle forze armate siriane nella provincia di Sweida, nel sud della Siria. L’attacco, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, è avvenuto il 28 maggio nella zona di Talul al-Safa, nel deserto di al-Hamad, nelle campagne del governatorato meridionale siriano, non lontano dal confine con la Giordania, dove una mina radiocomandata è stata fatta esplodere al passaggio di una pattuglia di militari. Tra le vittime figurano un civile morto mentre accompagnava i soldati e tre militari feriti della 70esima divisione del Nuovo Esercito Siriano.
Un tempo capace di controllare vaste aree della Siria e dell’Iraq, l’Isis è stato sconfitto militarmente e fortemente ridimensionato territorialmente in Siria nel 2019, in gran parte grazie agli sforzi delle Forze democratiche siriane (Sdf) composte in gran parte da milizie curde e supportate da una coalizione internazionale a guida statunitense. Da allora il gruppo terroristico ha mantenuto una presenza stabile principalmente in alcune località situate nel vasto deserto del Paese arabo. Dalla caduta del regime ultracinquantennale degli Assad però il numero di attacchi sferrati dall’Isis nelle zone controllate dal governo siriano sono stati piuttosto rari, malgrado abbia continuato a fronteggiare le forze curde nel nord-est.
L’attentato segue di pochi giorni l’arresto, da parte delle autorità di Damasco, di una presunta cellula dell’Isis che operava nei pressi della capitale, i cui membri sono stati accusati di preparare attacchi in città. Un’altra operazione condotta nelle scorse settimane dalle forze governative nella città settentrionale di Aleppo ha causato la morte di un funzionario siriano e di tre miliziani dell’Isis. Queste azioni si inseriscono nel solco degli accordi presi dal nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa, egli stesso ex miliziano jihadista vicino ad al-Qaeda, che dopo aver incassato la revoca delle sanzioni da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti, nel corso di questo mese ha persino incontrato a Riad, in Arabia Saudita, il presidente Donald Trump che gli ha chiesto di “aiutare gli Usa a prevenire la rinascita dell’Isis”.