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Pubblicato da TPI su Domenica 24 settembre 2023
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L’alcol che non causa il dopo sbornia

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Uno studioso dell'Imperial College di Londra ha sintetizzato una forma d'alcol che provoca effetti inebrianti senza il rischio di mal di testa al risveglio

Si sa: è piuttosto facile alzare il gomito oltre i limiti
che il buonsenso consiglierebbe durante una serata di baldoria collettiva, ma
bisogna mettere in conto di pagarne le conseguenze la mattina successiva,
quando il prevedibile dopo sbornia farà la sua comparsa.

Eccessivo consumo di alcol e malesseri del giorno dopo sono
stati da sempre una costante inscindibile, almeno per la maggior parte dei
bevitori, e finora il secondo è stato sempre considerato un inevitabile prezzo
da pagare per il divertimento che l’ha preceduto.

Ora però un professore dell’Imperial College di Londra,
David Nutt, sembra aver trovato una soluzione miracolosa in grado di risolvere i
problemi relativi a mal di testa o fastidi gastrici che in tanti, soprattutto
tra i suoi connazionali, si trovano ad affrontare la domenica mattina.

Il professore ha infatti sintetizzato in laboratorio una
nuova qualità d’alcol in grado di non creare sensazioni sgradevoli al
risveglio: si chiama alcosynth, e il
suo creatore ne ha brevettate circa 90 diverse combinazioni. “Sarà lì a
fianco dello scotch e del gin, potrete usarlo per i vostri cocktail che vi
potrete godere senza danneggiare fegato e cuore”, ha dichiarato al The Independent.

“Negli ultimi trent’anni la scienza relativa agli
effetti dell’alcol sul cervello ha fatto molti progressi, quindi sappiamo in
quali aree hanno luogo gli effetti positivi dell’alcol, e possiamo imitarli. Mentre
evitando di toccare le aree che l’alcol danneggia, non abbiamo gli effetti negativi”.

I sostenitori dell’alcosynth ritengono che questo potrebbe
rivoluzionare la salute pubblica, alleviando il peso che attualmente l’alcol ha
sul servizio sanitario (in particolare quello britannico). Secondo l’associazione
Alcohol Concern, infatti, l’eccessivo consumo di questa sostanza è il terzo più
grande fattore di rischio per malattia e morte nel Regno Unito, dopo il fumo e
l’obesità.

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