Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 12:39
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Chi deve accogliere i migranti dell’Aquarius tra Italia e Malta? Salvini può chiudere i porti? 6 risposte

Immagine di copertina
Migranti a bordo di una scialuppa della nave Aquarius

Malta ritiene che il caso dell'Aquarius non è di sua competenza, mentre Salvini vuole chiudere i porti italiani. Ecco sei risposte per fare chiarezza su quanto sta accadendo

Domenica 10 giugno il ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, non ha concesso l’autorizzazione alla nave Aquarius, in navigazione nel Mediterraneo con 629 migranti a bordo, di fare ingresso in un porto italiano (qui la diretta con tutti gli ultimi aggiornamenti su Aquarius).

Il titolare del Viminale ha scritto in merito una lettera urgente alle autorità maltesi per comunicare che il porto della Valletta è quello “più sicuro”, dunque spetta a loro concedere il via libera all’attracco. Ecco la rotta della nave Aquarius in tempo reale.

Le autorità maltesi hanno immediatamente risposto a Salvini sostenendo che l’accoglienza della nave Aquarius “non è loro competenza”.

Vanessa Frazier, ambasciatore di Malta in Italia, intervistata da TPI ha detto che “l’operazione SAR (search and rescue) nel Mediterraneo è avvenuta nella SAR libica coordinata dal centro MRCC di Roma. Per cui è assolutamente escluso che i migranti debbano essere sbarcati a Malta”.

Ma come stanno effettivamente le cose?

1) Chi deve coordinare le operazioni di soccorso nel Mediterraneo?

Nella conferenza IMO (International Maritime Organization) tenuta nel 1997 a Valencia, è stata stabilita una suddivisione del Mediterraneo in diverse aree di responsabilità. Quella dell’Italia copre circa un quinto del Mediterraneo.

Nelle rispettive aree di responsabilità, secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Amburgo (1979), gli stati sono obbligati a garantire un servizio di SAR (Search and Rescue), ovvero di assistenza e salvataggio di persone in pericolo di vita.

Il problema è che la Libia, pur avendo ratificato la Convenzione, non ha definito una sua specifica area di responsabilità per le operazioni di SAR. Ciò significa che l’area del mar libico è priva di un soggetto statale obbligato dalla legge ad intervenire.

Chi si occupa degli interventi nelle acque territoriali libiche è quali sempre l’Italia, attraverso il centro l’MRCC (Maritime rescue coordination centre) di Roma.

2) Qual è il comportamento di Malta?

Anche Malta, come gli altri stati del Mediterraneo, in seguito alla ratifica della Convenzione di Amburgo è responsabile delle operazioni di SAR in una determinata area del Mediterraneo. Tuttavia, Malta si avvale spesso della cooperazione dell’Italia per le operazioni di pattugliamento nella sua area di responsabilità.

Non solo, ma il coordinamento SAR maltese spesso non risponde alle richieste di soccorso delle imbarcazioni che la contattano. Di conseguenza, le stesse imbarcazioni si rivolgono poi al coordinamento SAR italiano, che a quel punto gestisce l’intervento di salvataggio.

3) Una volta completata l’operazione di salvataggio, dove vanno sbarcati i migranti?

Lo stato che ha coordinato le operazioni di soccorso deve poi occuparsi di stabilire quale sia il “porto sicuro” più vicino. Sempre la Convenzione di Amburgo, infatti, stabilisce che le persone salvate in mare devono essere condotte nel porto sicuro più vicino.

Se, quindi, l’intervento di salvataggio viene effettuato sotto il coordinamento dell’MRCC di Roma, e quindi dell’Italia, sarà l’Italia stessa a stabilire quale sia il porto sicuro più vicino dove far sbarcare i migranti.

4) Da dove nasce il contenzioso tra Malta e l’Italia

Sulla base di quanto visto sopra, l’Italia ritiene che i migranti non vadano fatti sbarcare necessariamente nello stato che si è preso in carico il coordinamento delle operazioni di salvataggio. Prevarrebbe, insomma, il principio del porto sicuro più vicino, che l’Italia in questo caso avrebbe comunque la facoltà di stabilire (anche se non si tratta di un porto italiano).

Per Malta, invece, la competenza sullo sbarco dei migranti è totalmente a carico del paese che ha coordinato le operazioni di salvataggio.

5) Si possono chiudere i porti come vuole fare Salvini?

Il singolo stato ha la facoltà di chiudere i porti impedendo l’accesso alle navi delle Ong.

Tuttavia, se su quelle stesse navi vi sono persone in pericolo o che necessitano di assistenza immediata e di cure mediche urgenti, il rifiuto di farle attraccare nel proprio paese può comportare la violazione di convenzioni internazionali sui diritti umani come la Convenzione di Ginevra e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

6) Ci sono dei precedenti in Italia?

Non esistono precedenti di chiusura nei porti alle navi delle Ong nel nostro paese. Nel 2017, il ministro dell’Interno Minniti valutò l’ipotesi di non consentire l’accesso ai porti alle Ong che non battevano bandiera italiana.

Non si arrivò però a una decisione effettiva in questo senso.

 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Hamas lancia razzi verso Israele durante cerimonia per il 7 ottobre. Due forti boati a Tel Aviv, sono M90 lanciati dalla Striscia. Israele annuncia morte di un ostaggio: “Il corpo è a Gaza”
Esteri / Bsw, il partito anti-élites che sconvolge la politica tedesca: “Gli elettori ci votano perché parliamo dei loro problemi”
Esteri / Guida geopolitica per capire Caoslandia: Aldo Giannuli spiega a TPI i rischi di “un mondo acentrico senza un ordine globale”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Hamas lancia razzi verso Israele durante cerimonia per il 7 ottobre. Due forti boati a Tel Aviv, sono M90 lanciati dalla Striscia. Israele annuncia morte di un ostaggio: “Il corpo è a Gaza”
Esteri / Bsw, il partito anti-élites che sconvolge la politica tedesca: “Gli elettori ci votano perché parliamo dei loro problemi”
Esteri / Guida geopolitica per capire Caoslandia: Aldo Giannuli spiega a TPI i rischi di “un mondo acentrico senza un ordine globale”
Esteri / Il virus Marburg spaventa l’Europa: che cos’è, quali sono i sintomi e come si trasmette
Esteri / Il virus Marburg spaventa l'Europa, isolati due casi in Germania
Esteri / Gaza: il bilancio delle vittime sale a 41.802. Libano: nuovi raid israeliani a Beirut. Hezbollah lancia razzi sullo Stato ebraico. Onu: "Gli attacchi di Israele hanno costretto alla chiusura 37 strutture sanitarie". Il ministro degli Esteri iraniano: "Cessate il fuoco simultanei in Libano e a Gaza". Khamenei: "Il 7 ottobre fu un attacco legittimo". I Pasdaran minacciano: "Colpiremo impianti energetici israeliani in caso di attacco". Milizia irachena lancia droni sul Golan: uccisi 2 soldati dell'Idf. Yemen: forze armate Usa e Gb bombardano obiettivi Houthi
Cronaca / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Esteri / Il Regno Unito cede a Mauritius la sovranità sulle Isole Chagos, compreso l’atollo di Diego Garcia usato dagli Usa come base militare
Esteri / La Cia recluta informatori in Cina, Iran e Corea del Nord: “Ecco come potete contattarci”
Esteri / Libano: 9 morti in un raid di Israele su un ospedale nel centro di Beirut. Il governo: "Uccisi più di 40 operatori sanitari e pompieri in tre giorni". Eliminati 100 miliziani di Hezbollah: il gruppo lancia missili e droni sul nord dello Stato ebraico. Uccisi anche 2 soldati libanesi: per la prima volta l'esercito risponde al fuoco dell'Idf. Gaza: 41.788 morti dal 7 ottobre. Joe Biden: "Stiamo discutendo di una possibile risposta israeliana contro gli impianti petroliferi in Iran"