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Home » Esteri

Il rifugiato che gareggia alle olimpiadi per la pace in Sud Sudan

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"Vogliamo inviare un messaggio ai nostri leader affinché presto possiamo gareggiare con la bandiera del Sud Sudan e non quella del Comitato olimpico", dice Yiech Pur Biel

Yiech Pur Biel è uno dei nove campioni olimpici che gareggeranno a Rio 2016 nella squadra dei rifugiati. Biel è sudsudanese e chiede ai leader mondiali di puntare l’attenzione sul Sud Sudan, sull’orlo di una guerra civile, per far sì che si ponga immediatamente fine ai combattimenti e che i giovani del suo paese possano vivere una vita normale. 

S&D

Lo scorso 11 luglio il presidente Salva Kiir e il vice presidente Riek Machar avevano ordinato alle fazioni dell’esercito a loro fedeli di cessare immediatamente le ostilità, dopo 5 giorni di combattimenti che avevano minacciato di far precipitare il paese in una nuova guerra civile, che avrebbe significato ulteriore instabilità nel paese più giovane, e tra i più poveri, del mondo. Nei cinque giorni di intensi scontri, almeno 272 persone erano rimaste ferite. 

Gli ultimi scontri hanno risollevato i timori di una nuova guerra civile, a soli due anni dalla fine dell’ultima che ha ucciso decine di migliaia di persone e ha lasciato più di 2,5 milioni di persone sfollate, oltre a 11 milioni di persone senza cibo. 

“Ci auspichiamo che i leader trovino una soluzione rapida perché i giovani stanno morendo e stanno fuggendo all’estero, invece di rimanere per far progredire la nazione”, ha detto Biel, specializzato negli 800 metri di corsa.

“Con la nostra partecipazione alle Olimpiadi vogliamo inviare un messaggio ai nostri leader affinché presto possiamo gareggiare davanti al resto del mondo con la bandiera del Sud Sudan al posto di quella del Comitato olimpico internazionale. È ora che prendano in considerazione il futuro dei giovani, perché questi possano utilizzare il loro talento per costruire la nazione”.

Biel e altri quattro rifugiati sudsudanesi sono stati accolti dal Comitato olimpico mentre si trovavano nel campo profughi di Kakuma, in Kenya, per gareggiare nella squadra dei rifugiati, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza internazionale sulla crisi dei rifugiati.

I suoi compagni di squadra sono Paolo Amotun Lokoro, James Nyak Chiengjiek, Anjelina Nada Lohalith e Rose Nathike Lokonyen, tutti specializzati nell’atletica. 

Gli altri cinque sono i nuotatori Rami Anis e Yusra Mardini dalla Siria, l’atleta Yonas Kinde dall’Etiopia e i due judoka, Popole Misenga e Yolande Bukasa Mabika, dalla Repubblica Democratica del Congo.

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