I prigionieri politici venezuelani scrivono a papa Francesco per la loro liberazione

TPI pubblica una lettera inviata dai genitori dei dissidenti, per accendere i riflettori sulle loro condizioni di vita, sui maltrattamenti e le torture subite in carcere
Prigionieri politici venezuelani che vengono maltrattati e tenuti in condizioni disperate, tra cui l’isolamento. È per la loro liberazione che lottano i parenti, arrivando a cercare l’appoggio anche di papa Francesco.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata privatamente al pontefice e resa pubblica per la volontà di chi l’ha scritta, per accendere i riflettori sulle condizioni di vita dei dissidenti politici:
“Abbiamo inviato la lettera privatamente, in modo da non pregiudicare il dialogo in corso al momento in cui l’abbiamo scritta. Siamo consapevoli che il Vaticano ha già confermato al governo venezuelano il suo sostegno per la libertà di tutti i prigionieri politici e per la risoluzione dell’attuale crisi politica. Ne siamo molto grati.
Tuttavia, rispetto al momento in cui abbiamo spedito questa lettera al papa, i prigionieri politici versano in condizioni peggiori. È assurdo pensare che i prigionieri politici possano aspettare fino a gennaio, prima che siano risolte le condizioni disumane in cui stanno vivendo. La popolazione venezuelana non può aspettare fino a gennaio perché i suoi urgenti bisogni siano risolti. Attualmente è in corso uno sciopero della fame dei prigionieri politici per manifestare contro le disperate, inique e ingiuste condizioni in cui stanno vivendo.
Alcuni di loro sono gravemente malati e durante lo sciopero sono stati maltrattati e messi in isolamento. Per rendere nota a papa Francesco e al mondo intero la crisi politica in corso, che non accenna a risolversi, una moglie e le madri di due prigionieri politici si sono incatenate a Roma in piazza San Pietro per 50 ore e così molti altri parenti e prigionieri ex politici a Caracas nella Nunziatura, la missione diplomatica della Santa Sede in Venezuela. Ora stanno manifestando pacificamente con la speranza che con un cambio di strategia si riesca ad affrontare la crisi politica e che si raggiunga nell’immediato la libertà per tutti i prigionieri politici.
Per mettere sotto gli occhi di tutto il mondo questa situazione immorale ci appelliamo ancora una volta a papa Francesco, in modo che continuino i suoi sforzi per aiutare a rilasciare i prigionieri politici e aiutare a prevenire ulteriori torture di questi uomini e donne che hanno provato e continuano a provare estrema sofferenza.
Data la serietà e la gravità della situazione attuale dei prigionieri politici, stiamo scrivendo questa lettera pubblica affinché la loro situazione sia resa nota a tutto il mondo. Ci appelliamo al nostro caro papa Francesco, poiché abbiamo profonda fede in Dio e nel papa affinché sia fatto un miracolo per questo Santo Natale. I nostri prigionieri non possono più continuare a essere ostaggio di un regime autoritario. Di seguito la lettera inviata al papa due settimane fa:
Caro e amato Papa Francesco,
Ci rivolgiamo a Lei con parole semplici, come a un nostro amico e pastore, come faremmo con Gesù se fosse in mezzo a noi fisicamente. Ricordiamo le sue parole: “Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore: ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere a voi tutto ciò che ho udito dal Padre mio”, (Gv 15,15).
Siamo venezuelani. Sicuramente avete sentito parlare dell’angoscia e della sofferenza che la nostra gente sta vivendo negli ultimi tempi: violenza smisurata, infinite code per il cibo, la mancanza di farmaci e, soprattutto, un governo che si aggrappa al potere e usa le istituzioni per rimanervi saldo, e soffoca le grida democratiche della gente. Non è un segreto, né falsa testimonianza, è una situazione nota e pubblica tanto a livello nazionale quanto internazionale.
Noi siamo i parenti di coloro che hanno alzato la voce per sfidare ingiustizie, abusi e fallimenti del governo, di coloro che si sono adoperati per raccogliere le firme per un processo democratico in cui il popolo possa rieleggere un presidente o farlo dimettere; siamo parenti di giornalisti e operatori dei media che hanno dimostrato gli abusi e gli inganni che la popolazione è costretta a subire, e di conseguenza sono finiti come prigionieri politici nelle carceri e nei centri di detenzione in condizioni deplorevoli e pericolose.
Come parenti dei prigionieri politici, condividiamo la nostra sofferenza e angoscia con Lei che conosce il dolore e il peso che ci affligge: visite negate, infinite attese, abusi, umiliazioni fisiche e torture psicologiche, trasferimenti e accuse arbitrarie.
Per questo Natale e come azione concreta in questo anno della Misericordia, vogliamo che si alzi la voce. Vogliamo fare la richiesta specifica al nostro governo di rilasciare tutti i prigionieri politici, a prescindere dal processo di dialogo in corso. Non è giusto che i prigionieri politici siano utilizzati come ostaggi. Le abbiamo sentito dire molte volte che non dobbiamo avere paura di denunciare le ingiustizie, anche se con delle conseguenze. Vogliamo che la Sua richiesta ci permetta in questo Natale di celebrare insieme, in pace, la gioia della liberazione della nostra famiglia.
Papa Francesco, crediamo che non solo dobbiamo denunciare, ma anche annunciare la bella notizia a coloro che soffrono e vivono la povertà. Annunciare che c’è speranza, che sono possibili cambiamenti sociali e politici, che è necessario far conoscere l’interiorità della coscienza e del cuore per giungere alla conversione personale. Vogliamo che le nostre condizioni nazionali migliorino. Abbiamo molte ferite da guarire, come ricostruire la fiducia tra i diversi gruppi e settori. Noi non solo chiediamo libertà per i nostri parenti in carcere, ma ci siamo impegnati a continuare a lavorare per la giustizia così che la pace e la fratellanza diventino una realtà nel nostro amato paese.
Ci dia la Sua benedizione. Grazie per Sua cura pastorale in Venezuela e per la Sua richiesta di libertà per i prigionieri politici. Conti sulle nostre preghiere nel Suo compito di Pastore in questo mondo travagliato. La salutiamo ricordando la visione di Paolo a Corinto, dove ha sentito la voce dello Spirito che gli disse: “Non temere, ma parla e non tacere, perché è in questa città che faccio un popolo numeroso”, (Atti 18: 9- 10).
Caracas, 19 novembre 2016
**Di seguito i nomi dei prigionieri politici i cui familiari hanno firmato la presente domanda:
Alejandro Zerpa
Alexander Tirado
Andrea González
Andrés Thompson Martínez – Cap.
Angel Armando Contreras
Angel Betancourt
Angel Contreras
Antonio Ledezma- Alcalde Metropolitano
Aramita González
Arube José Pérez – Cbo. 1º. PM
Betty Grossi
Braulio Jatar
Carlos Francisco Fierro Martínez
Carlos Jiménez Alfonzo – Cap.
Carlos José Esqueda Martínez – Tte.
Carlos Pérez
Carmen Alicia Gutiérrez
Daniel Ceballos
Danny De Abreu
Delson Guarate
Edgar Bolívar Ramírez
Eduardo Figueroa Marchena – Tte. (R)
Efrain Ortega
Eliel Jusuel Rangel Villanueva
Erasmo José Bolívar-Agente PM
Francisco Javier Cataño Correa
Francisco Javier Márquez Lara – Exilado Político
Franklin Fermín Hernández
Gabriel Pablo José Molina Gil – Cap.
Gabriel Valles
Gerardo Carrero
Gilberto Sojo
Gregory Sanabria
Héctor José Rovaín – Insp. Jefe PM
Henry Salazar Moncada – Tte.
Henry Vivas – Comisario
Ignacio Porras
Ivan Simonovis – Comisario PM
Jeremy Bastardo Lugo
Jeimy Varela
Jesús Alarcón Camacho – Cap.
Jesús Salazar Mendoza
Jhosman Paredes
Jimmy Torres Vargas
Jorge Daniel Alejandro Báez
José Alejandro Miranda Aponte
José Gregorio Delgado – Cnel.
José Javier Morales Alfonzo
José Luis Santamaría
José Vicente García
Joster Flores Bruzco
Juan Bautista Guevara
Juan Miguel De Sousa
Juan Pablo Giraldo
Laided Salazar de Zerpa – Cap. (AV)
Lazaro Forero – Comisario
Leonel Sánchez Camero
Leopoldo D’ Alta
Leopoldo López
Lorent Saleh
Luis Henrique Molina – Dtgdo.PM
Luis Lugo Calderón – Cap.
Luis Rafael Colmenares
Marco Javier Hurtado – SubComisario, PM
María Francia Graterol Graterol
Nazaret Perdomo
Nery Córdova Moreno – Cap.
Nixon Leal
Oscar Pimentel
Oswaldo Hernández – Gral.
Otoniel Guevara
Pablo Molina Gil – Cap. (GN)
Pedro Gómez
Pedro Rafael Maury Bolívar
Petter Alexander Moreno
Raúl Emilio Baduel
Renzo Pietro
Ricardo José Antich
Rolando Guevara – Comisario (CTPJ)
Romer Mena Nava – Gral. Ret (EJ)
Ronny José Navarro
Ruperto Chiquinquirá Sánchez – Tte.Cnel
Skarlyn Duarte
Vasco Da Costa
Víctor Andrés Ugas
Víctor Ascanio – Maj. (AV)
Vilca Fernández
Vladimir Araque Hainal
Yelut Naspe Iniestra
Yon Goicoechea
Zaida Pacheco
Carlos Vecchio – Exilado Político
Nota: I firmatari rappresentano la maggioranza dei prigionieri politici in Venezuela e firmare questa petizione per la libertà di tutti.