La Polonia ha approvato una legge che limita la libertà di assemblea
In base al nuovo provvedimento, tutte le manifestazioni devono svolgersi almeno a 100 metri di distanza dalle riunioni definite “periodiche”
Il parlamento della Polonia ha approvato martedì 13 dicembre 2016 una legge proposta dal partito conservatore al governo Diritto e Giustizia che restringe la libertà di riunione nei luoghi pubblici.
La legge, definita “anti democratica” dalle opposizioni, introduce il concetto di “adunata periodica” per le manifestazioni organizzate ripetutamente nello stesso luogo e nella stessa data. Il provvedimento dà a questo tipo di riunioni pubbliche la priorità sulle altre. In base alla nuova legge, tutte le altre manifestazioni devono svolgersi almeno a 100 metri di distanza dalle riunioni definite “periodiche”.
Secondo Diritto e Giustizia la legge aumenta la sicurezza per i manifestanti, prevenendo possibili scontri. Ma secondo l’opposizione impedisce il “dialogo in strada” e limita la libertà di espressione.
La legge permetterà a Diritto e Giustizia di organizzare manifestazioni mensili, protetti da qualsiasi forma di protesta, per commemorare il disastro di Smolensk del 2010. Nell’incidente aereo persero la vita 96 persone, incluso il presidente della Polonia Lech Kaczynski, fratello dell’attuale leader di Diritto e Giustizia Jaroslaw Kaczynski.
La legge, in seguito alle proteste dell’opposizione, rimuove le disposizioni che avrebbero dato priorità alle riunioni pubbliche organizzate dallo Stato e dalle organizzazioni religiose.
Anche molti politici europei si sono uniti alle critiche per il governo polacco. “Come tutti i cittadini dell’Ue, anche i polacchi hanno il diritto ad avere un giudizio autonomo e indipendente”, ha commentato la deputata olandese Sophia in’t Veld. “Le donne e gli uomini polacchi hanno la libertà di scegliere e il diritto alla libertà di riunirsi per esprimere i loro pensieri”.
Mercoledì 14 dicembre decine di migliaia di cittadini sono scese in piazza per contestare l’approvazione della legge, in occasione del 35esimo anniversario dell’introduzione della legge marziale da parte del regime comunista.
Il governo polacco è stato al centro di polemiche a livello internazionale, per la legge che aumenta i poteri dello Stato nel controllo dei media e una riforma della Corte costituzionale, duramente criticata dall’Unione europea.