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Home » Esteri

Dentro gli ospedali improvvisati dove vengono curati i ribelli siriani in Turchia

Immagine di copertina

I ribelli feriti si curano in ospedali gestiti da siriani in Turchia, prima di tornare a combattere. E quasi tutti sono islamisti.

I feriti arrivano su furgoncini che sembrano trasportare casse da morto. Ma a Gaziantep, una città turca vicino alla frontiera siriana, i superstiti di Aleppo non arrivano negli ospedali. Ad accoglierli sono cliniche illegali, gestite da siriani e tollerate dalle autorità turche. Si trovano in case private, magazzini, sotterranei. Sono nascoste e sovraffollate.

Dall’angolo della stanza si alza l’urlo di uomo seduto a terra accanto al suo respiratore, indica una gamba mozzata: “Tayyara rusi, tayyara rusi”, dice in arabo, “aereo russo, aereo russo”.

“I turchi ci garantiscono il primo soccorso negli ospedali pubblici del sud-est, ma poi ci dimettono quando siamo ancora in condizioni critiche per fare spazio alle nuove emergenze”, racconta Rachid, un combattente della milizia Liwa al-Muhajireen che è rimasto ferito ad Aleppo. “Almeno Assad porta i suoi a curarsi dai russi, mentre a noi ci buttano qui come animali”.

Considerata dai siriani come parte dell’Esercito siriano libero (Fsa), in realtà la fazione armata di Rachid era legata allo Stato islamico, fino a quando ha rotto col califfo. Ora appartiene al fronte di al-Nusra, un’emanazione di al-Qaeda che ha modificato il proprio nome in Fateh al-Sham.

“Vorrei tornare a combattere ad Aleppo prima della resa definitiva”, dice mostrando fiero le cicatrici di quattro proiettili. “La mia famiglia è nella zona di Deir ez-Zur, controllata dall’Isis; mi dicono che per uscirne dovrebbero pagare mille dollari a testa e attraversare un campo minato. Aleppo dimostra che Assad è peggio degli israeliani, con i palestinesi non hanno mai raggiunto questo livello di barbarie”.

Sono alcune decine le cliniche illegali che costellano la Turchia meridionale, accogliendo i combattenti siriani che vengono dimessi in fretta e furia dagli ospedali pubblici. Alcune accettano anche civili, altre sono legate a una specifica formazione militare dell’opposizione, una galassia che è prevalentemente islamista-salafita. Tutte sono inadeguate a far fronte sia alla natura della richiesta medico-sanitaria sia alla mole di feriti di guerra.

— LEGGI ANCHE: Chi sono davvero i ribelli siriani