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Ombre sul Vaticano: l’accusa (mai provata) di aver insabbiato abusi che pesa sul nuovo pontificato di Leone XIV

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Credit: Francesco Fotia / AGF

Per alcuni è solo una campagna mediatica orchestrata da settori ultraconservatori, altri invece ricordano perché finora non c’era mai stato un Papa statunitense. Subito dopo la sua elezione al soglio di Pietro contro Robert Francis Prevost sono state rilanciate una serie di accuse che lo vedrebbero coinvolto in due casi di presunto insabbiamento di abusi sessuali commessi dal clero. Entrambi sono stati riportati dal portale ultra-conservatore “The College of Cardinals Report”, basato – come mostrato anche da Report – sul “Red Hat Report”, un maxi-dossieraggio sui cardinali papabili entrati in Conclave preparato da anni contro Bergoglio e i suoi sostenitori.

Il primo caso risale al 2000 quando Prevost era responsabile della provincia agostiniana a Chicago. Allora, per ordine dell’arcidiocesi guidata dal cardinale Francis George, il sacerdote Jim Ray, condannato per abusi su minori, fu trasferito in un priorato agostiniano vicino a una scuola elementare, continuando a celebrare matrimoni e battesimi fino alla sua rimozione e riduzione allo stato laicale nel 2012. L’attuale papa però non autorizzò né ebbe parte nel trasferimento del prete, che non apparteneva al suo ordine.

Il secondo caso invece risale all’aprile 2022, quando Prevost era vescovo di Chiclayo, in Perù, e riguarda i due sacerdoti Eleuterio Vásquez Gonzáles e Ricardo Yesquen, accusati di aver molestato tre sorelle minorenni nel 2007. All’accusa di non aver indagato a fondo, l’allora vescovo rispose di aver personalmente ricevuto le vittime, aprendo un’inchiesta canonica, i cui risultati furono inviati al dicastero per la Dottrina della Fede, incoraggiandole anche a denunciare il fatto alle autorità civili.

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