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Home » Esteri

“Donne discriminate. Qui diamo fastidio”: le giornaliste del Vaticano si dimettono in blocco

Immagine di copertina
Credit: Ansa/L'OSSERVATORE ROMANO

Lucetta Scaraffia, direttrice del mensile femminile "Donna Chiesa Mondo", ha scritto anche al Papa

Terremoto in Vaticano dopo le dimissioni in blocco di tutta la redazione di “Donna Chiesa Mondo“, mensile femminile dell'”Osservatore Romano“. La direttrice Lucetta Scaraffia e tutte le giornaliste dello staff hanno deciso di lasciare in segno di protesta verso la nuova direzione del giornale.

“Gettiamo la spugna perché ci sentiamo circondate da un clima di sfiducia e di delegittimazione progressiva, da uno sguardo in cui non avvertiamo stima e credito per continuare la nostra collaborazione”, ha scritto la Scaraffia in una lettera inviata a papa Francesco e pubblicata dal “Corriere della Sera”.

Secondo la direttrice della rivista (nata nel 2012) e docente universitaria, la situazione è precipitata con l’arrivo del nuovo direttore Andrea Monda, giornalista e storico, che ha sostituito Gian Maria Vian alla guida del quotidiano lo scorso dicembre.

Se quella di Vian, a detta della Scaraffia, ha rappresentato “una svolta storica per il quotidiano della Santa Sede”, ora sotto la nuova guida “ci sembra che un’iniziativa vitale sia ridotta al silenzio e che si torni all’antiquato e arido costume della scelta dall’alto, sotto il diretto controllo maschile, di donne ritenute affidabili”.

Un’accusa molto dura che trova le sue radici nell’insediamento di Monda alla guida dell'”Osservatore Romano“. Attriti e incomprensioni che si sono amplificate dopo l’iniziativa della rivista di denunciare lo scandalo degli abusi di preti e vescovi nei confronti delle suore.

Una realtà che poi, dopo l’uscita del mensile, è stata ammessa dal Papa stesso durante il volo di ritorno dagli Emirati Arabi. “Noi avevamo una linea diversa – ha spiegato al “Post” la Scaraffia riferendosi al nuovo direttore del quotidiano edito nella Città del Vaticano – sulla condizione delle donne, eravamo molto più critiche sulla questione degli abusi”.

Una versione che però è stata prontamente smentita da Monda: “In questi pochi mesi da quando sono stato nominato direttore, ho garantito alla professoressa Scaraffia e al gruppo di donne della redazione la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà che hanno caratterizzato l’inserto mensile da quando è nato. In nessun modo ho selezionato qualcuno, uomo o donna, con il criterio dell’obbedienza”.

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