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Guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah, le ultime notizie. Gaza, al-Jazeera: “6 morti in un raid di Israele nel nord”. Media: “Hamas pronto a raggiungere un accordo di tregua”. Il direttore della CIA Burns arriva in Qatar. Siria, media russi: “Tel Aviv controlla il 95% della provincia di Quneitra”. Ripresi i voli all’aeroporto di Damasco | DIRETTA

Immagine di copertina
La tendopoli di al-Mawasi nel sud della Striscia di Gaza. Credit: AGF

Diretta live della guerra di Israele contro Hamas e Hezbollah oggi, mercoledì 18 dicembre

Di seguito le ultime notizie di oggi, mercoledì 18 dicembre 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas a Gaza, contro Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e la crisi in corso con l’Iran in Medio Oriente e in Siria dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

DIRETTA

Ore 16,30 – Gaza, media: “Il direttore della CIA Burns arriva in Qatar per i colloqui sulla tregua” – Il direttore della CIA, Bill Burns, è arrivato oggi in Qatar per partecipare ai colloqui per un cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente israeliana Channel 12.

Ore 15,00 – Israele: coloni attraversano il confine con il Libano per fondare un insediamento, le Idf li rimpatriano – Un gruppo di civili israeliani di estrema destra ha attraversato il confine in Libano nel tentativo di gettare le basi per un insediamento illegale ma è stato fermato e rimpatriato dalle truppe dello Stato ebraico. La notizia, pubblicata per la prima volta dal quotidiano online The Times of Israel, è stata confermata oggi in una nota dalle forze armate di Israele (Idf), secondo cui il “grave incidente” è attualmente “sotto indagine”. Circa 10 giorni fa il gruppo, che sostiene l’annessione del Libano meridionale a Israele e l’insediamento in quelle terre di coloni israeliani, aveva annunciato l’attraversamento del confine e stabilito un avamposto nel Paese dei Cedri. “L’indagine preliminare indica che i civili hanno effettivamente attraversato la linea blu di alcuni metri e, dopo essere stati identificati dalle forze dell’Idf, sono stati rimossi dall’area”, si legge in una nota diramata oggi dai militari. “Qualsiasi tentativo di avvicinarsi o attraversare il confine in territorio libanese senza coordinamento rappresenta un rischio mortale e interferisce con la capacità dell’df di operare nell’area e portare a termine la propria missione”.

Ore 14,00 – Gaza, al-Jazeera: “6 morti in un raid di Israele nel nord” – Almeno sei persone sono state uccise in un raid aereo israeliano che ha colpito una casa a Beit Hanoun, nella parte settentrionale della Striscia di Gaza. Lo riferisce l’emittente qatariota al-Jazeera Arabic.

Ore 13,00 – Siria, media russi: “Israele controlla il 95% della provincia di Quneitra” – Le forze armate israeliane sono di stanza su tutte le colline strategiche e le postazioni militari nella provincia di Quneitra, nel sud ovest della Siria. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Sputnik, secondo cui Israele ha preso il controllo del 95 per cento della provincia siriana. Secondo l’emittente libanese al-Mayadeen, vicina al gruppo armato sciita Hezbollah, lo Stato ebraico ha occupato circa 440 chilometri quadrati di territorio siriano dopo la caduta del regime di Assad, effettuando la scorsa settimana anche 450 attacchi aerei contro circa 50 siti militari nel Paese arabo.

Ore 12,00 – Hamas, media: “Pronti a raggiungere un accordo di tregua con Israele” – Hamas e Israele stanno “per concludere i colloqui e raggiungere un accordo” per una tregua nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito alcune fonti del gruppo terroristico palestinese al quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, secondo cui “alti funzionari di Hamas hanno contattato le mogli dei terroristi Marwan Barghouti e Ahmed Saadat, chiedendo se avrebbero sostenuto il loro esilio in Turchia in cambio del loro rilascio dalla prigione per un accordo”. “Non hanno espresso alcuna obiezione”, hanno dichiarato le fonti.

Ore 9,00 – Siria: l’aeroporto di Damasco riprende le operazioni di volo – L’aeroporto di Damasco ha ripreso oggi le operazioni di volo per la prima volta dalla caduta del regime di Bashar al-Assad in Siria. Lo riferisce l’agenzia di stampa francese Afp, secondo cui un primo aereo è decollato questa mattina dallo scalo della capitale, diretto ad Aleppo, nel nord della Siria. A bordo, secondo alcuni corrispondenti dell’agenzia francese, c’erano 32 persone, tra cui giornalisti e personale amministrativo siriano. L’ex esercito siriano e le forze di sicurezza hanno abbandonato l’aeroporto di Damasco quando i ribelli hanno conquistato la capitale l’8 dicembre scorso, dopo la fuga in Russia di Assad.

Ore 8,30 – Gaza, al-Jazeera: “Raid di Israele vicino all’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahiya” – Un attacco aereo israeliano ha provocato un incendio nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Kamal Adwan a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. La denuncia arriva dal direttore del nosocomio, Hussam Abu Safia, che in un’intervista all’emittente qatariota al-Jazeera ha fatto sapere che la struttura ospita ancora una cinquantina di feriti, alcuni ricoverati proprio nel reparto di emergenza. “È l’unico reparto che fornisce servizi di terapia intensiva nella Striscia di Gaza settentrionale”, ha detto il direttore dell’ospedale. Un altro raid, secondo l’emittente, ha bombardato la casa della famiglia al-Sisi nel nord della città, non lontano dall’ospedale. L’incendio scoppiato nella struttura sanitaria è stato già estinto.

Ore 8,00 – Gaza, media: “Si avvicina l’accordo per una tregua nella Striscia” – I negoziati in corso per arrivare a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sono entrati in una fase “cruciale”. Lo riferisce il quotidiano londinese in lingua araba Asharq Al-Awsat, che cita in proposito diverse fonti diplomatiche egiziane, secondo cui “la firma dell’accordo si avvicinerà dopo che saranno definiti i dettagli finali, in particolare quelli relativi ai nomi degli ostaggi ancora in vita e dei detenuti palestinesi” da rilasciare. Inoltre, secondo le fonti citate, “c’è la possibilità che l’accordo venga concluso presto”. Secondo il quotidiano di proprietà saudita, nella prima fase dell’accordo, Hamas libererà una trentina di ostaggi israeliani ancora in vita in cambio del rilascio di “decine” di detenuti palestinesi condannati all’ergastolo.

Ore 7,00 – Siria, Consiglio di sicurezza Onu chiede “processo politico inclusivo, democratico e guidato dai siriani” – A quasi dieci giorni dalla caduta del regime di Bashar al-Assad, nella sua prima dichiarazione sulla Siria, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto ieri sera che il processo politico nel Paese arabo sia “inclusivo” e “guidato dai siriani”. I membri del Consiglio – tra cui la Russia, storico sostenitore della dittatura, e gli Stati Uniti – “hanno inoltre sottolineato la necessità che la Siria e i suoi vicini si astengano da qualsiasi azione o interferenza che possa minare la sicurezza”. Inoltre, si legge nel comunicato stampa, “riaffermano il loro forte impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale della Siria e invitano tutti gli Stati a rispettare questi principi”. Il Consiglio, secondo cui il processo politico in atto dovrebbe portare a nuove elezioni, ha ribadito che i siriani dovrebbero “determinare pacificamente, in modo indipendente e democratico il proprio futuro” sulla base dei principi chiave della risoluzione del 2015 che stabilisce una tabella di marcia per la pace, chiedendo una nuova costituzione e consultazioni popolari sotto il monitoraggio delle Nazioni Unite. Tale processo, osserva il testo, dovrebbe essere agevolato dall’Onu e sostenuto dagli sforzi intrapresi dall’inviato delle Nazioni Unite, Geir Pedersen. Il Consiglio di sicurezza ha quindi ribadito il proprio sostegno alla forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite in Siria (Undof) che monitora il confine tra Israele e Siria dalla fine della guerra dello Yom Kippur del 1973 e ha sottolineato l’obbligo per tutte le parti di rispettare l’accordo di disimpegno del 1974 che ha istituito una zona cuscinetto smilitarizzata tra Israele e Siria, che lo Stato ebraico ha occupato unilateralmente dopo la caduta di Assad.

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