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La russofobia dilaga in Europa sfociando nel ridicolo. E il tipico piatto francese “Poutine” finisce nel mirino dei cretini

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Guerra in Ucraina: una catena di ristoranti nel mirino della censura russofoba

Continua a dilagare con passo allarmante la “no fly zone” europea sulla cultura russa. Dopo la censura di Dostoevskij all’Università di Milano, la proiezione di Solaris di Tarkovskij proibita in Spagna, un documentario sul poeta futurista Chlebnikov vietato in Lituania ecc., in Francia la nuova censura anti-russa ha raggiunto i limiti del paradosso.

La nota catena di ristoranti “La Maison de Poutine” ha iniziato a subire insulti e minacce sui social dopo essere stata indebitamente associata al presidente Vladimir Putin.  Il nome della catena tuttavia non ha nulla a che fare con il leader russo ma si riferisce a un tipico piatto di patatine ricoperte di formaggio del Quebec, “il Poutine” per l’appunto.

Il co-fondatore della catena di ristorazione Guillaume Natas ha riferito al quotidiano francese Le Parisien di aver ricevuto numerosi insulti sulle proprie pagine social, ma anche telefonate anonime minacciose. “Riceviamo fino a cinque, sei chiamate all’ora,” ha detto, sottolineando di non avere ancora sporto denuncia perché la polizia “ha altro da fare.”

La catena, che ha quattro sedi in Francia, di cui tre a Parigi, ha dovuto tuttavia pubblicare un “disclaimer” sui propri canali social proprio per chiarire l’equivoco ed evitare che le minacce potessero trasformarsi in veri e propri atti di violenza contro i locali e i dipendenti.

“Il nostro piatto è nato in Quebec negli anni ’50. E le storie sulla sua origine sono numerose. Ma una cosa è certa: il poutine è stato creato da cuochi appassionati desiderosi di portare gioia e conforto ai propri clienti”, ha scritto il ristorante. “La Maison di Poutine ha lavorato sin dal suo primo giorno per perpetuare questi valori e oggi porta il suo più sincero sostegno al popolo ucraino che sta lottando coraggiosamente per la propria libertà contro il regime tirannico russo”.

Il caso di La Maison de Poutine non è rimasto isolato. Anche un ristorante del Texas, precedentemente noto come “Russian House” ha annunciato che eliminerà la parola “Russian” dal suo nome e d’ora in avanti si chiamerà solo “The House”. Un caso simile si è verificato anche a Gerusalemme, dove un locale chiamato Putin Pub ha deciso di cambiare nome alla sua insegna in “Zelensky Pub.” Proseguono le polemiche anche nel mondo dei barman, dove c’è chi ha proposto di rinominare il noto drink “Moscow Mule” con il più politicamente corretto “Kiev Mule.”

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