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Home » Esteri

Il governo polacco non introdurrà il divieto quasi totale di aborto

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Migliaia di cittadini erano scesi in piazza per protestare contro l’iniziativa legislativa del governo ultraconservatore

Il governo ultraconservatore della Polonia non porterà avanti la legge sul divieto quasi totale all’aborto che ha fatto scendere in strada migliaia di donne per rivendicare il diritto ad interrompere la gravidanza.

Il ministro della Scienza e dell’Istruzione Jarosław Gowin, mercoledì 5 ottobre ha dichiarato che le proteste delle donne “ci hanno spinto a riflettere e sono state una lezione d’umiltà”.

Il commento del ministro sembra indicare che il governo ritirerà l’impopolare proposta di legge che vietava l’aborto persino nei casi di stupro, incesto o se la gravidanza metteva in pericolo la vita della madre.

Anche se è presto per parlare di vittoria per le donne che in questi giorni hanno scioperato e sono scese in strada vestite di nero facendo chiudere ristoranti, uffici governativi e facoltà universitarie, le dichiarazioni del ministro lasciano intendere una marcia indietro dell’esecutivo.

Il governo ultraconservatore guidato dal partito nazionalista e euroscettico Diritto e Giustizia aveva ricevuto pressioni anche dalla comunità internazionale per non andare oltre con la proposta di legge e oggi si è tenuta una discussione al parlamento europeo sull’argomento.

Allo stato attuale la legge limita già a pochissimi casi la possibilità di interruzione volontaria di gravidanza: rischio per la vita o la salute della madre, esami prenatali che indicano gravi e irreversibili patologie del feto o gravidanza frutto di violenza o incesto.

Sempre mercoledì il presidente del Senato Stanisław Karczewski ha detto che il parlamento non inizierà l’iter legislativo della legge e attenderà la decisione della Camera dei deputati, anche se ha difeso il divieto d’aborto per i bambini affetti dalla sindrome di Down, attualmente permesso.

Tuttavia la Chiesa polacca, che ha una fortissima influenza politica in un paese dove il 90 per cento dei cittadini si definisce cattolico, ha avviato a marzo una campagna per raccogliere le firme e proporre una nuova legislazione sull’aborto: l’iniziativa ha raggiunto le 450mila firme e verrà presto discussa dal parlamento.

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