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Giornata contro la violenza sulle donne, Amref: “Il Covid ha messo a dura prova la lotta alle mutilazioni genitali femminili, ma le comunità africane non si arrendono”

In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Amref risponde all'iniziativa lanciata dalle Nazioni Unite: 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere. E racconta le storie di chi è fuggito dalla pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: l’impegno di Amref contro le Fgm

Ogni anno 3,9 milioni di ragazze sono a rischio di Mutilazione Genitale Femminile (FGM). Nel mondo almeno 200 milioni di donne e bambine hanno subito FGM e, tra le vittime, 44 milioni sono bambine fino a 14 anni. Le FGM riguardano più di 600mila donne e ragazze in Europa e 80mila in Italia. Negli ultimi nove mesi, la pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che minacciare i risultati finora raggiunti nella lotta per porre fine alle FGM, con un impatto negativo: secondo il rapporto di UNFPA, a causa delle limitazioni relative all’attuale pandemia, si prevede una riduzione di 1/3 dei progressi verso la fine delle FGM entro il 2030. Inoltre, a causa delle interruzioni legate al COVID-19 di molti programmi di prevenzione, nel prossimo decennio potrebbero verificarsi circa due milioni di casi di FGM che sarebbero stati altrimenti evitati. Questi i dati e l’allarme diffuso da Amref in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, di cui le circoncisioni e i matrimoni precoci sono tra gli esempi più gravi e crudeli.

Negli ultimi anni l’impegno di Ong internazionali come Amref Health Africa ha fatto che sì che fossero raggiunti risultati decisivi per il superamento di questa pratica nella maggior parte dei Paesi del mondo. Ad oggi, tra Kenya e Tanzania, sono oltre 20mila le ragazze salvate direttamente, attraverso i Riti di Passaggio Alternativi, che segnano il passaggio delle bambine all’età adulta, ma bandendo la mutilazione. Complessivamente, sono circa 500mila le donne e le ragazze che, negli ultimi tre anni, hanno beneficiato dei progetti Amref tra Tanzania, Kenya, Etiopia, Uganda, Malawi e Senegal, sia in maniera diretta che indiretta. Nella sola contea del Kajiado (Kenya) l’azione di Amref ha fatto calare del 24 per cento le FGM, dal 2009.

Amref Health Africa  – dichiara Paola Magni, dell’area Programmi dell’organizzazione – riafferma la necessità di intensificare gli sforzi e gli impegni internazionali per contrastare le FGM e i matrimoni precoci e forzati, ulteriormente minacciati dalla pandemia COVID-19”.  “Abbiamo aderito alla campagna delle Nazioni Unite e dal 25 novembre, per sedici giorni, racconteremo storie di successo, contro una violenza che puntiamo a battere entro il 2030. Le comunità africane sono pronte e hanno la forza per farlo”, ha dichiarato ancora Paola Magni. Intanto in Kenya – dove Amref Italia interviene nelle comunità di Samburu e Marsabit, zone in cui le FGM si attestano all’86 e al 91,7 per cento e i matrimoni precoci e forzati al 38 e all’80 per cento – sta per nascere un progetto rivoluzionario per l’educazione di bambine fuggite dal rito di passaggio, il Nice Place, un centro di accoglienza ispirato alla storia dell’ambasciatrice mondiale di Amref, Nice Nailantei Leng’ete, aperto ad ogni bambina, ragazza o donna che avrà bisogno di essere protetta dal rischio di essere circoncisa o promessa in sposa prematuramente. 

Nice Nailantei Leng’ete ha 28 anni e all’età di nove è fuggita dal suo villaggio in Kenya proprio per sottrarsi alla mutilazione. Adesso lotta affinché “ogni ragazza possa diventare la donna dei propri sogni” come lei, e da questa necessità nasce il progetto Nice Place, un luogo sicuro dove le ragazze possono rifugiarsi, acquisendo forza e capacità. 

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: i dati sulle Fgm

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: le storie di Amref Health Africa

“Spesso le persone si chiedono perché mi appassiona l’educazione delle bambine. È perché vedo i vantaggi che una madre istruita porta alla comunità. Quando ero bambina, c’era poca consapevolezza dei rischi per la salute che derivano dal taglio genitale femminile e dalle responsabilità immediate di sposarsi in così giovane età. Ora, come donna, come madre, come nonna e leader, sono molto determinata a porre fine alle mutilazioni genitali femminili e ai matrimoni precoci all’interno della mia comunità”, racconta Lucy Nashuu, Insegnante in pensione di 58 anni. Lilian Taiyana invece è una studentessa universitaria “Ricordo di aver visto mia sorella maggiore subire un taglio genitale femminile e subito dopo essere data in sposa. Non è stata in grado di completare la scuola primaria – racconta. Ero profondamente turbata da tutto ciò. Fortunatamente per me, ho potuto conoscere il programma ARP, di Amref. Ho convinto i miei genitori che infine mi hanno permesso di partecipare e completare il programma. Questo mi ha permesso di proseguire i miei studi. Ho completato il percorso scolastico di base e ora frequento l’università per perseguire il mio sogno”.

Leggi anche: Fiorella Mannoia a TPI: “Il mio viaggio in Kenya con Amref, dove gli uomini combattono contro le mutilazioni genitali femminili”

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